il monolite nell'occhio
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l'angolo di Archimede Pitagorico

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Messaggio Da miss marple Lun 29 Ott 2012 - 17:24

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Messaggio Da miss marple Lun 29 Ott 2012 - 17:27

http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/10/29/news/lampadina_hi-tech-45508246/?ref=HRERO-1



ILLUMINAZIONE
Philips e Apple, la lampadina hi-tech
che si controlla via web con un'app

Da Philips e Apple la lampadina "smart"
CHE LA APPLE stia cambiando è un dato di fatto. Che la Apple cambi dirigendo parte della sua attenzione verso le "home appliance" è la novità più interessante. Da domani negli Apple Store statunitensi, in esclusiva, verrà messa in vendita una nuova lampadina, prodotta dalla Philips, che porta l'illuminazione nel mondo della personalizzazione wireless. La lampadina "smart" si chiama Hue, è un sistema di illuminazione LED integrato con il web e permette a chi la mette in casa di controllarne molte funzioni attraverso l'iPhone o l'iPad. Con questa novità Apple (e con il Nest, il termostato "intelligente" che ha già messo nei suoi negozi da diverso tempo) fa un altro passo avanti sulla strada che sembra interessata ad imboccare in futuro, quella dell'integrazione dei propri prodotti con altri, molto ben selezionati, che hanno a che vedere con la filosofia aziendale di Cupertino, nel design, nelle funzioni, nell'intelligenza, nella possibilità di mutare l'ambiente circostante. E allo stesso tempo di entrare nelle nostre case non attraverso i computer, ma gli "elettrodomestici

Hue ha tutte queste caratteristiche e si pone come il prodotto più avanzato nel campo dell'illuminazione odierna. Cosa fa? Andrea Smith di Mashable ne ha provata una e lo racconta in un interessante pezzo sul sito. La scatola contiene uno "starter kit" che consiste di tre lampadine e un "bridge" senza fili, che va inserito nel router di casa, mentre le lampadine possono tranquillamente sostituire le nostre, avendo un attacco simile. Basta quindi premere un bottone sul "bridge" che identifica immediatamente le lampadine e far partire sull'iPhone o l'iPad l'applicazione che le controlla. Le lampadine possono essere identificate, a ognuna si può assegnare un nome, e se ne può controllare l'intensità luminosa con una semplice barra a scorrimento.

Ma non basta: l'app presenta uno schermo ulteriore attraverso il quale si può controllare anche il colore della luce emessa da ogni singola lampadina, scegliendo da dodici preselezioni, con colori molto diversi tra loro per adattarsi, dicono i creatori, al "mood" del momento o alle necessità della casa. E se i colori preselezionati non bastano si può andare sulla tavolozza dei colori, scegliere quello di maggior gradimento e cambiarne la luminosità a seconda dei nostri gusti. C'è anche un timer, che consente non solo di accendere e spegnere le luci automaticamente, ma anche di assegnare colori diversi a diversi orari, anche a gruppi di lampadine, in modo da avere la luce e il colore giusto per ogni momento della giornata. E le nostre scelte possono essere memorizzate e richiamate in ogni momento. Ovviamente l'app funziona anche come telecomando a distanza, il che significa che se siamo partiti e abbiamo lasciato qualche luce accesa in casa, possiamo spegnerle ovunque noi siamo, attraverso Internet, e possiamo anche ricevere segnalazione di guasti o di anomalie nel comportamento abituale.

Il prezzo dello "starter kit" è di 199 dollari e le lampadine aggiuntive costano 59 dollari l'una, un prezzo ovviamente elevato, ma va considerato che ogni lampadina Hue dovrebbe avere una durata di quindici anni (o 15000 ore di attività) e che ha un consumo elettrico pari a un quinto di quello di una lampadina normale. E se si pensa agli attuali prezzi dei sistemi elettrici di controllo della luce centralizzati si capisce che la strada (seguita anche da aziende come Belkin, Logitech e altre) porta ad un calo dei prezzi che porterà queste applicazioni ad un mercato sempre più ampio. E a un sempre maggiore interesse di Apple in un terreno nel quale le possibilità d'innovazione sono estremamente ampie.

(29 ottobre 2012)

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Messaggio Da sturmunddrang Lun 29 Ott 2012 - 18:06

io pensavo che bisognerebbe inventare un wc per animali domestici
poi un portaombrelli per ombrellini, che non si sa mai come metterli

la lavatrice con l'attacco sia per l'acqua calda che la fredda me l'hanno già rubata
il problema è che ho miriadi di idee, ma nessuno me le vuole realizzare angelo
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Messaggio Da La Sкaßalqaatsaя Lun 29 Ott 2012 - 19:20

oddio sei pure inventrice!?


poi mi spieghicome facesti a materializzare il filo di ferro con cui riuscisti non so come a sistemare il ventaglio rotto?
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Messaggio Da miss marple Lun 29 Ott 2012 - 20:31

il w.c per animali è da mò che l'hanno inventato uauaua
mio figlio ha lavorato alla sua pubblicità appena uscito dal liceo, l'abbiamo preso in giro per anni Very Happy
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Messaggio Da sturmunddrang Lun 29 Ott 2012 - 22:10

e allora perchè la gente non lo compra Evil or Very Mad


scass, non era filo di ferro, era un pezzetto di sacchetto di plastica arrotolato che ho messo al posto del perno Very Happy
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Messaggio Da La Sкaßalqaatsaя Mar 30 Ott 2012 - 14:09

ancora più mitica!!!!!

per premio TI TRUCCO Very Happy
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Messaggio Da sturmunddrang Mar 30 Ott 2012 - 16:51

cattiva Crying or Very sad
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Messaggio Da miss marple Mar 30 Ott 2012 - 17:26

uauaua
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Messaggio Da miss marple Lun 5 Nov 2012 - 17:53

L’origine delle nostre abilità matematiche
Chi riesce meglio a stimare le quantità, è più bravo anche nei test di aritmetica avanzata

Non siamo i soli a saper cogliere a colpo d’occhio, in modo approssimativo, quante mele ci sono su un albero o quanti oggetti sono in una scatola. Senza contarli uno a uno. Condividiamo, infatti, questa capacità intuitiva con gli animali. Solo noi però riusciamo a imparare i sistemi numerici simbolici e le procedure formali di calcolo, per fare operazioni anche molto complesse, e riusciamo a elaborare concetti matematici astratti.
CALCOLI - Eppure queste capacità tipicamente umane sono correlate al senso non verbale della quantità che appartiene anche al regno animale. Lo sostiene uno studio pubblicato su Pnas. Infatti, nonostante ci siano grandi differenze tra questi due sistemi di quantificazione, uno approssimativo e innato, l’altro esatto e frutto dell’apprendimento, i risultati dello studio realizzato alla Emory University suggeriscono che sono interconnessi.

LO STUDIO - Per verificare la connessione tra il sistema numerico approssimativo e la matematica formale, ed esplorare come quest’ultima si sia evoluta, i ricercatori del dipartimento di psicologia dell’università di Atlanta hanno proposto a 65 studenti universitari una serie di compiti non verbali, cioè senza conteggio o calcolo esplicito, come stimare il numero e le dimensioni di un insieme di oggetti, oltre a test standardizzati di aritmetica e geometria avanzata. Hanno costatato che chi riesce meglio a stimare la quantità è più bravo anche nei test di aritmetica avanzata, mentre chi stima meglio la grandezza ottiene punteggi più alti anche nei test di geometria. «I risultati», spiega Stella Lourenco, docente di psicologia e autrice dello studio, «sottolineano quanto i circuiti neurali coinvolti nella matematica complessa e simbolica siano interconnessi alle rappresentazioni primitive di numero e dimensioni». Insomma, è la sensibilità innata alla numerosità, che condividiamo con il mondo animale, a guidare l'apprendimento della matematica formale.

IL SOLCO INTRAPARIETALE - Precedenti studi di neuroimaging avevano già individuato in una specifica porzione della corteccia parietale inferiore la sede della nostra sensibilità al concetto di quantità. È stato dimostrato, infatti, che la stima approssimativa della quantità e il calcolo esatto attivano la stessa regione del cervello: l’area del solco intraparietale. La stretta correlazione tra le abilità matematiche superiori e la capacità, biologicamente innata, di rappresentare e discriminare le quantità numeriche è dimostrata anche dai risultati di ricerche sulla discalculia: un disturbo specifico del calcolo, che compromette la capacità di eseguire operazioni matematiche, interferisce con l'apprendimento scolastico ma anche con quelle attività quotidiane che richiedono il saper far di conto. Le persone con discalculia manifestano, solitamente fin dai primi anni di vita, difficoltà nell’eseguire compiti semplici di quantificazione (come il riconoscimento delle quantità e la comparazione di grandezze diverse). Difficoltà che inevitabilmente compromettono anche i meccanismi cognitivi alla base dell'acquisizione delle abilità matematiche superiori.

ABILITÀ NUMERICHE INNATE - «È plausibile che l'evoluzione ci abbia dotati di strutture cerebrali specializzate al riconoscimento della numerosità e che una certa predisposizione a percepire il mondo in termini quantitativi sia innata negli esseri umani», precisa Luisa Girelli, autrice del libro Noi e i numeri. Del resto, ancor prima di imparare a parlare, i bambini manifestano alcune abilità numeriche: per esempio, riescono a elaborare informazioni sulla quantità, discriminando gruppi di oggetti più o meno numerosi. «Così come è noto da tempo», aggiunge la professoressa di psicobiologia all’Università Bicocca di Milano, «che anche gli animali sono capaci di confrontare due quantità, siano esse costituite dalle ghiande presenti sui rami degli alberi o dal numero di predatori o di alleati in una situazione di scontro territoriale: è una capacità senza dubbio vantaggiosa per il successo riproduttivo individuale e la sopravvivenza della specie». Ovviamente però le nostre abilità numeriche non si esauriscono nella capacità di valutare in modo approssimativo le quantità, ma «è su questa capacità naturale che costruiamo, attraverso l'apprendimento, la nostra competenza matematica», conclude.

Simona Regina

Tu Sturm in cosa sei brava, a stimare le quantit o le grandezze? rimba
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Messaggio Da miss marple Gio 22 Nov 2012 - 13:03

lo metto qui anche se è datata come scoperta, ma con lui è nata l'informatica Smile


http://www.corriere.it/tecnologia/cyber-cultura/12_novembre_22/dekatron-computer-vecchio-valvole_501cf540-348b-11e2-a1ce-d046fd6b383d.shtml
Riparte il computer più vecchio: ha 61 anni
Creato nel 1951 per sostituire le calcolatici meccaniche, dormiva dimenticato dal 1973: 828 valvole e 480 relè



Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto10038Link:MILANO - Dopo tre anni di restauri i curatori del National Museum of Computing di Bletchley Park, in Inghilterra, sono riusciti a riportare in vita l'Harwell Dekatron, ad oggi il più vecchio computer digitale funzionante. Tra l'euforico e il commosso, due dei progettisti oggi novantenni hanno visto rientrare in funzione le 828 valvole e 480 relè di questo arzillo vecchietto di 61 anni e due tonnellate e mezzo di peso che dormiva dal 1973. È facile immaginare l'emozione provata sentendo il ticchettio del suo lettore di nastri perforati in carta, i floppy della preistoria informatica, e vederlo eseguire un'addizione in due secondi e una divisione in quindici (solo 5 per una moltiplicazione, però!), tempi che farebbero impallidire per la loro lentezza anche la più misera calcolatrice solare degli anni '80.

il Dekatron rimesso a nuovo, come appare oggi
COME INDIANA JONES - L'operazione poi ha dell'avventuroso. Nato nel 1951 per sostituire le calcolatrici meccaniche dell'istituto di ricerca sull'energia nucleare Harwell Atomic Energy Research Establishment, nel 1957 viene dismesso e finisce al Wolverhampton and Staffordshire Technical College. Qui viene usato per insegnare informatica fino al 1973, quando viene trasferito al Museum of Science and Industry di Birmingham. Ventiquattro anni più tardi, siamo nel 1997, il museo chiude i battenti e il computer finisce per essere smontato e conservato tra le collezioni del Birmingham City Council Museums Collection Centre. Qui è stato ritrovato nel 2008 dai volontari del National Museum of Computing di Bletchley Park. Lasciare così un'opera del genere, l'equivalente di un dipinto rinascimentale per la storia dell'arte, non aveva senso e nel 2009 gli amministratori del museo lanciano una sottoscrizione per restaurarlo. Chiedono a 25 appassionati di partecipare donando 4.500 sterline, circa 5.500 euro, e la risposta è immediata. È grazie a loro se oggi questo mastodonte di due metri di altezza per 6 di larghezza è tornato in vita.

Il Dekatron al lavoro allora, nel 1957, a Wolverhampton
LA MEMORIA - Il restauro comunque va oltre l'esercizio di stile o la mera operazione nostalgia e i curatori del museo contano di usarlo per spiegare agli studenti la nascita dell'informatica, perché, è retorico dirlo, se non si conosce il passato non si può andare avanti nel futuro. E il nostro passato era fatto di valvole, lancette e relè.
Alessio Lana

al link c'è anche il video sisi
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Messaggio Da miss marple Sab 24 Nov 2012 - 13:34

ecco 'sto ragazzo merita veramente l'appellativo di Archimede controllando :
Dalle radio fatte con i rifiuti al Mit: la storia di Kelvin, piccolo Archimede
SIERRA LEONE
Dalle radio fatte con i rifiuti al Mit:
la storia di Kelvin, piccolo Archimede
Il 15enne invitato a Boston per presentare le sue invenzioni. «Ora voglio aiutare la mia famiglia e i miei amici»

La storia di Kelvin Doe, 15 anni, è una favola moderna. Il bambino della Sierra Leone, in Africa occidentale, ha una passione: il fai da te. Rovista nei cassonetti della spazzatura e col materiale di scarto costruisce degli ingegnosi marchingegni utili per il suo villaggio. Ora il piccolo inventore ha ricevuto l’invito della sua vita.
LA RADIO FAI DA TE - Kelvin è un autodidatta. Vive in Sierra Leone, terra del Continente africano invasa dai rifiuti elettrici ed elettronici di cui si sbarazza l’Occidente. E proprio in queste pattumiere il giovanissimo ingegnere provetto ha trovato lo scopo della sua esistenza. Con l'immondizia ha assemblato le cose più folli, per esempio un trasmettitore radio e un generatore per mettere in piedi una propria stazione e andare in onda. Sotto lo pseudonimo «dj Focus» conduce da qualche tempo una sua trasmissione, legge le notizie e porta la musica tra le sua gente. Il suo obiettivo: dare voce ai più giovani del suo Paese.

INVITO AL MIT - In Sierra Leone l’elettricità è un lusso: la maggior parte del territorio non ha infatti alcun tipo di collegamento elettrico. Capita che la rete collassi e che non ci sia luce per settimane. Sebbene non abbia mai frequentato corsi di ingegneria o di elettronica, Kelvin è riuscito a costruire con risorse limitate, e da solo, un generatore e una batteria per alimentare la casa in cui vive con la sua famiglia. Come? «Imparare facendo». Ha usato rottami metallici, bicarbonato di sodio e acido, racconta la Cnn. Ora la vita del piccolo Archimede africano ha preso una piega inaspettata. Uno dei più prestigiosi istituti di ricerca al mondo lo ha invitato per un tirocinio. Il Massachusetts Institute of Technology (Mit), infatti, ha uno speciale programma per studenti meritevoli che provengono da aree disagiate, e Kelvin è la persona più giovane ad aver ricevuto questa opportunità.

CONOSCENZE - Il quindicenne è volato negli Usa, ha potuto lavorare fianco a fianco con gli ingegneri e gli scienziati del Mit. Il viaggio è stato finanziato con i fondi dell’istituto, mentre il ragazzino è stato ospitato nella stanza di uno degli studenti al Mit, un ragazzo conosciuto in uno dei programmi «Innovate Salone» in Sierra Leone. «Cosa voglio? Aiutare la mia famiglia, i miei amici e i colleghi», ha detto il quindicenne. «Intendo condividere con tutti le conoscenze acquisite negli Stati Uniti». Il suo prossimo progetto? Kelvin ce l’ha già in testa. Un mulino a vento in grado di fornire energia elettrica.

Elmar Burchia:

http://www.corriere.it/esteri/12_novembre_24/archimede-africano-radio-rifiuti_315234a2-3631-11e2-bfd1-d22e58b0f7cd.shtml
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Messaggio Da sturmunddrang Sab 24 Nov 2012 - 13:49

bravo
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Messaggio Da miss marple Lun 17 Dic 2012 - 13:14


http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/12_dicembre_17/dieci-scoperte-scientifiche-2102_fc916028-4835-11e2-9b8b-e1acb7544763.shtml

AL PRIMO POSTO IL BOSONE DI HIGGS
Le 10 più importanti scoperte
scientifiche del 2012
Dalle ricerche spaziali alla genetica, dalla fisica delle particelle all'archeologia


La scoperta del bosone di Higgs
Il 2012 è stato un anno proficuo per le scienze: dalle ricerche spaziali alla genetica, dalla scienza dei materiali all'archeologia. La redazione ha selezionato le dieci scoperte che secondo Corriere.it hanno caratterizzato l'anno sotto l'aspetto scientifico. Con la possibilità di votare e cambiare la classifica.
1 - 4 luglio 2012: una data da ricordare nella storia della scienza. Al Cern di Ginevra viene annunciata la scoperta del bosone di Higgs, o per lo meno di qualcosa che gli assomiglia molto. Il bosone di Higgs (chiamato anche «particella di Dio»), teorizzato da un fisico scozzese circa 50 anni fa, è la particella quantistica che determina la massa e quindi l'esistenza della materia come noi la conosciamo

2 - Decodificato il genoma del frumento. Un passo importantissimo per la conoscenza della pianta alla base dell'alimentazione umana, con la quale conviviamo da 8-9 mila anni. Si potranno creare nuovi ibridi più nutrienti e soprattutto più resistenti alla siccità e alle temperature più alte causate dal riscaldamento globale.

3 - Scoperto il meccanismo universale di trasporto all'interno delle cellule per la fabbricazione delle proteine. Si tratta di un passaggio chiave per la produzione dei «mattoni della vita» e una speranza per la cura delle distrofie e dei tumori

4 - Scoperti gli «intraterrestri», organismi che vivono in ambienti estremi in rocce provenienti dal mantello terrestre sotto le dorsali oceaniche. Una scoperta che apre grandi prospettive sull’origine stessa della vita e che apre la strada alla ricerca di forme di vita su Marte

5 - Il Dna dei Denisoviani svela incroci con i Sapiens (cioè noi). Non sono i Neandertal, il nostro patrimonio genetico contiene probabilmente anche geni dei Denisoviani, una specie umana «cugina» che viveva 80 mila anni fa in Siberia nella zona dei monti Altai

6 - Scoperto l'ormone del cuore che «brucia» i grassi. Si chiama peptide natriuretico atrialee stimola la formazione di grasso bruno, capace di trasformare le calorie in energia. Un'importante scoperta per combattere l'obesità

7 - Un esperimento dimostra per la prima volta che il fotone è contemporaneamente onda e particella. Risolto uno dei misteri della meccanica quantistica. Il dibattito fra le teorie ondulatorie e particellari della luce accompagna la storia della scienza fin dagli studi di Isaac Newton

8 - I primi cani vennero addomesticati 33 mila anni fa, poi la glaciazione li fece estinguere e si dovette addomesticarli di nuovo, e l'opera di addomesticazione avvenne in diverse aree in più riprese

9 - Rinvenuto il pianeta extrasolare più vicino alla Terra: si trova a 4,3 anni luce da noi nel sistema ternario di Alpha Centauri. È roccioso, ma in superficie ci sono almeno 2 mila gradi

10 - Scoperta una proteina-chiave del tumore cerebrale più frequente, il glioblastoma multiforme. L’obiettivo è ottenere un biofarmaco che funzioni dove chemio e radioterapia falliscono
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Messaggio Da sturmunddrang Lun 17 Dic 2012 - 13:24

eh mica stiamo qui a pettinare i criceti chissà
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Messaggio Da miss marple Mer 26 Dic 2012 - 19:50

interessante l'esperimento di questa ragazza Smile

IL PROGETTO "OPEN" DI AMANDA GHASSEI
Il ritorno al vinile. Con una stampante 3D
La musica cambia direzione: da digitale all'analogico
tramite la trasformazione di un file Mp3 in un 33 giri



Amanda Ghassei
MILANO - Più che un’applicazione pratica è un interessante esperimento pubblicato sul sito Instructables, famoso per la presentazione delle idee più interessanti e bizzarre dal mondo del fai da te. L’ideatrice di questo progetto è la ventitreenne Amanda Ghassaei che, probabilmente, nella sua esistenza non ha potuto vivere l’emozione del vinile sul piatto del giradischi e per questo ha deciso di colmare la lacuna ricreandoli con una stampante 3D (guarda la nostra prova con video e foto).

In realtà si tratta di un interessante esperimento che permette di trasformare un file MP3 in un modello 3D di un 33 giri che può essere stampato e, successivamente, suonato su un normale giradischi. L’intero processo è ben documentato e spiegato nello stile di questo sito americano – di cui Amanda è un technical editor – proprio perché lo scopo non è duplicare i 33 giri, ma dimostrare come si possano ricreare oggetti familiari con procedimenti del tutto diversi e innovativi.


Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto203242Link:La qualità del risultato, vale la pena sottolinearlo subito, è ancora modesta perché – come spiega bene Amanda – la risoluzione della migliore stampante 3D capace di creare un classico disco da 12 pollici è di soli 600 punti per pollice e la definizione del microsolco del vinile a 33 giri richiede un ordine di grandezza in più per arrivare alla qualità dei vinili prodotti industrialmente. I risultati si possono ascoltare nel video preparato da Amanda per documentare i suoi risultati. Chiudendo gli occhi si potrebbe pensare alla riproduzione da un cilindro fonografico dei primi del ‘900, ma difficilmente Edison avrebbe potuto registrare le canzoni di Nirvana, Pink Floyd, Radiohead e Joy Division.

Per raggiungere il suo obiettivo, Amanda ha fatto una lunga serie di esperimenti grazie ai quali ha trovato la combinazione di parametri migliore per portare la musica ad alta qualità degli MP3 ad un livello più basso e gestibile come microsolco alla risoluzione disponibile con la stampante 3D. Gli interventi sono stati principalmente sulla frequenza di campionamento che dai 44.1kHz degli MP3 è stata abbassata anche a soli 9 kHz, diminuendo anche le dimensioni dei file da elaborare con i vari programmi.

I 33 giri realizzati da Amanda sono disponibili in formato STL – quello utilizzato dalle stampanti 3D professioniali e domestiche – su due siti: 123D Gallery e The Pirate Bay, ma solo chi dispone di una stampante 3D con le caratteristiche di una Objet Connex 500 può cimentarsi nella stampa di questi modelli e ottenere un disco che può essere messo sul giradischi senza rischiare di distruggere il cantilever del pickup fonografico.

Il procedimento per realizzare i propri 33 giri è stato documentato e messo a disposizione di chi volesse, sul sito Instructables, sotto forma di programmi gratuiti e script, con la preghiera di condividere con gli altri il risultato generato – ovvero i modelli stampabili - sui siti indicati. La comunità degli sperimentatori ha gradito molto questo progetto, ma c’è già qualcuno che pensa che il mondo dei discografici e delle major troverà in questo esperimento un ulteriore motivo per portare avanti la crociata del diritto d’autore anche bloccando con il Digital Rights Management le stampanti 3D, colpevoli di replicare senza controllo ormai troppe cose, anche soggette a proprietà intellettuale.
Simone Majocchi
26 dicembre 2012 |


qui c'è anche il video
http://www.corriere.it/tecnologia/cyber-cultura/12_dicembre_26/stampa-3d-vinili-33-giri-amanda-ghassei-instructables_aa0b81b8-4f32-11e2-928c-8cc85a40346e.shtml
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Messaggio Da miss marple Sab 29 Dic 2012 - 17:21


http://visionifuture.corriere.it/?p=88&preview=true

In arrivo i display che ti osservano

Attenzione. Dal prossimo anno non saremo più solo noi a guardare le cose, ma saremo anche guardati delle cose. Non parliamo del rapporto tra vedente e visibile come ipotizzato dal filosofo francese Maurice Merleau Ponty (anche se la sua fenomenologia della percezione oggi andrebbe ristudiata con occhi diversi) ma di quanto sta per essere presentato a gennaio al prossimo Ces il grande salone dell’elettronica di Las Vegas, che verrà seguito ovviamente anche dagli inviati di Corriere.it.Stanno infatti per essere lanciati sul mercato delle vendite al dettaglio nuovi tipi di sistemi integrati, hardware e software, finora utilizzati principalmente nel settore della sicurezza. La prima azienda a rendere note alcune delle caratteristiche della sua nuova creazione è un’azienda di New York la «Immersive Labs». A lei si deve la creazione di «Cara» un sistema basato sui principi dell’Intelligenza artificiale, che dovrebbe essere commercializzato entro marzo 2013, che renderà possibile attraverso un sistema di telecamere applicato a schermi di ogni tipo, ma anche a vetrine e perfino a distributori automatici e registratori di cassa, fornire in tempo reale un identikit del consumatore e consentire interventi rapidissimi sulla tipologia dei prodotti da mettere in vendita.
Ma non solo: l’altro effetto è quello di modificare il tipo di pubblicità on line da presentare all’interno degli schermi presenti ad esempio all’interno di un negozio o in qualsiasi altro tipo di luogo pubblico, in base a chi sta guardando il display in quel momento. Il software permette poi di collegarsi a database esistenti permettendo (in linea puramente teorica) anche di identificare chi sta acquistando e in ogni caso di capire se è giovane o vecchio se è uomo o donna e di tracciare un identikit delle sue abitudini commerciali. Una prospettiva quest’ultima che dovrà essere ovviamente vagliata attentamente da chi installa il sistema nei propri esercizi commerciali perché non finisca per invadere la privacy dei soggetti coinvolti.

Surprised cioè mo non ci si può fermare nemmeno a guardare una vetrina??
Sturm, a te naturalmente la cosa non tocca minimamente Laughing
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Messaggio Da sturmunddrang Sab 29 Dic 2012 - 18:18

io mi fermo solo davanti alle ferramenta sorrisodiscuse
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Messaggio Da miss marple Sab 29 Dic 2012 - 19:05

non avevo dubbi uauaua
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Messaggio Da miss marple Lun 7 Gen 2013 - 0:08

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/13_gennaio_06/ragazzo-nature-studio-galassie_4c4af90c-5831-11e2-9a31-1eca72c52858.shtml


SI CHIAMA NEIL IBATA, HA 15 ANNI E FREQUENTA IL LICEO INTERNAZIONALE DI STRASBURGO
Il nuovo Einstein è un liceale francese
Ha scoperto le galassie nane di Andromeda
In un week end ha scoperto che formavano un disco che gira


Il quindicenne francese Neil Ibata, ha scoperto le galassie concentriche di Andromeda (Reuters)
Per alcuni media francesi, come la radio Rtl o l'emittente tv Tf1, potrebbe essere addirittura il nuovo Einstein. Neil Ibata, un quindicenne francese che frequenta il Liceo Internazionale di Strasburgo e quando è libero trova il tempo di fare uno stage presso l'osservatorio della città francese dove lavora il papà, ha intanto già firmato un articolo pubblicato da Nature.
LO STUDIO - Lo studio, il cui primo firmatario è il padre di Neil Rodrigo, ha scoperto che intorno alla galassia Andromeda ruotano molte piccole galassie nane, che formano un disco perfetto. Il contributo di Neil, afferma il padre in un'intervista al quotidiano locale L'Alsace, è stato determinante: «Alla fine dell'estate ho voluto insegnargli a programmare - spiega Ibata 'senior' - e gli ho chiesto di mettere a punto una modellizzazione dei movimenti di queste galassie nane. In un week end Neil ha scoperto che formavano un disco che gira». L'importanza della scoperta è confermata da un articolo di accompagnamento sempre su Nature: «Questi risultati - scrive Brent Tully dell'università delle Hawaii - mettono in affascinante imbarazzo tutte le teorie sulla formazione delle galassie».

Redazione Online
6 gennaio 2013 | 20:03
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Messaggio Da sturmunddrang Lun 7 Gen 2013 - 22:22

bravo bambino Smile
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Messaggio Da miss marple Lun 21 Gen 2013 - 14:48


http://www.corriere.it/tecnologia/13_gennaio_17/felpa-twitter-drone_4c27ab84-622a-11e2-a69b-1ca806f8d8c9.shtml


I VELIVOLI TELEGUIDATI UTILIZZATI DALL'ESERCITO AMERICANO
La felpa anti-drone: «Rendeinvisibili»
Stilista presenta la maglia che elude i controlli termici


Un drone in volo
Una felpa che rende invisibili ai droni? Lo stilista americano Adam Harvey ha presentato a Londra la prima collezione «anti-spionaggio», una linea d’abbigliamento che permette l'occultamento di chi la indossa. Una protesta contro il Grande Fratello moderno - che tutto vede e tutto sa. Solo paranoia? Una burla? No, la sua Stealth Wear è terribilmente seria.
INVISIBILI - I suoi capi non vogliono essere eleganti o all’ultima moda, ma funzionali. Giovedì scorso, l’artista di New York e la collega Johanna Bloomfield hanno presentato sulla passerella londinese una mantellina col cappuccio decisamente insolita. La sua funzione? Nientemeno che proteggere dalla totale sorveglianza. «Vogliamo esplorare l'estetica della privacy», scrive Harvey sulla sua pagina web. Questi capi d'abbigliamento funzionano grazie a speciali leghe metalliche che i due hanno sviluppato e integrato nei vestiti. Il metallo nella mantellina «maschera» chi la indossa dai droni e dai sistemi di sorveglianza elettronica. Insomma, «si diventa di colpo invisibili ai sensori termici dei veicoli senza pilota che girano sopra le nostre teste», spiega Harvey, che ha testato il vestito con una termocamera a infrarossi. «Non è perfetto - ammette l’artista - ma funziona». La sua collezione denominata Stealth Wear (dai famosi velivoli invisibili al radar), comprende inoltre una sciarpa anti-drone; una maglietta che blocca i raggi X e il cosiddetto «off pocket», taschini dei pantaloni che assorbono il segnale del cellulare e rendono perciò impossibile una localizzazione del possessore.

CACCIA AI TERRORISTI - I vestiti sono stati «realizzati per essere venduti nei negozi», sottolinea il newyorkese. Il prezzo: circa 100 dollari per i taschini anti-localizzazione, più o meno 300 dollari per gli altri capi. Certo, qualcuno sorriderà di fronte a questa fantasiosa moda. L’intento dell’artista è però tutt’altro che frivolo: i veicoli senza pilota sono usati da solo dieci anni. Ciò nonostante, hanno una vasta applicazione in ambito militare e civile. Il loro uso - e spesso anche abuso - è oggetto di controversia, soprattutto negli Stati Uniti. Da qualche tempo, infatti, una legge permette l'uso domestico di droni senza armi. Col presidente Barack Obama il numero di questi veicoli comandati a distanza è salito rapidamente, soprattutto per le missioni all’estero, per dare la caccia ai terroristi.

DAL CIELO E DA TERRA - I droni si sono nel frattempo sviluppati in una grande varietà di utilizzi e modelli. Entro il 2020 - la stima dell'autorità che sovrintende alla navigazione aerea americana (Faa) - circa 30.000 droni potrebbero volteggiare sulle teste degli americani, e monitorare la loro vita quotidiana. Attualmente sono poco meno di 300 i droni con un permesso ufficiale a volare nei cieli Usa. Ma gli statunitensi non vengono solo osservati dall’alto: 30 milioni sono ad oggi le telecamere di sorveglianza installate qua e là nel Paese. Raccolgono quattro miliardi di ore di riprese, alla settimana. Harvey ha trovato un modo per aggirare anche questo tipo di controllo: qualche tempo fa aveva infatti suscitato grande interesse il suo progetto CV Dazzle che consiste nell’usare il make-up per eludere il riconoscimento facciale degli scanner.

Elmar Burchia


Guardate, aspettavo solo che uscisse.......mo me la compro proprio uauaua
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Messaggio Da sturmunddrang Lun 21 Gen 2013 - 16:02

belli, se non fanno uscire i raggi termici probabilmente tengono bel caldino rimba
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Messaggio Da miss marple Mar 5 Feb 2013 - 16:38

http://www.corriere.it/tecnologia/provati-per-voi/13_febbraio_05/lernstift-penna-vibra-errore-grammaticale_92790268-6f95-11e2-b08e-f198d7ad0aac.shtml


La Lernstift tramite sensori avverte se si scrive in modo scorretto, sia a livello grafico sia grammaticale

MILANO - Scrivere a mano non è solo demodé - alzi la mano chi si ricorda l’ultima volta che ha preso in mano una banale penna biro e ha scritto qualcosa - ma fa pure rischiare delle figuracce niente male, perché il proliferare dei correttori automatici dei computer ha azzerato la nostra perizia grammaticale al punto che oggi l’errore di ortografia è quasi sempre garantito. Fortunatamente però, la soluzione ai problemi di scrittura è – letteralmente - a portata di mano grazie a Lernstift, una penna hi-tech che vibra in tempo reale ogni qual volta “avverte” che si sta scrivendo qualcosa di sbagliato, che sia una lettera singola o una parola intera. Insomma, il sogno di ogni scolaro alle prese coi primi rudimenti ortografici, ma anche di un qualunque adulto in crisi grammaticale.

Ideata dall’omonima startup fondata una coppia di Salisburgo (Falk e Mandy Wolsky) dopo aver visto gli sforzi del figlio per imparare a scrivere, questa penna magica di colore bianco-verde si presenta come una tradizionale biro, ma in realtà ha all’interno dei sensori che sono in grado di rilevare tutta una serie di variazioni nel modo in cui si formano le parole (si può scegliere la modalità “calligrafia” o quella “ortografia”) e che emettono quindi un ronzio al minimo accenno di errore riscontrato.



«Lernstift è ingegnosa – si spiega nel video di presentazione (in tedesco) – perché avverte istantaneamente quando viene commesso un errore e lo comunica sensorialmente, trasformandosi così in uno strumento educativo unico ed efficace, per rendere l’apprendimento davvero divertente. Grazie a questa invenzione speriamo così di aiutare i bambini a scrivere meglio e soprattutto ad imparare a farlo più in fretta». Sebbene la penna Lernstift sia ancora in fase di prototipo (ma questo mese verrà lanciato un progetto di crownfunding con lo scopo di raccogliere fondi per commercializzarla su larga scala), già si pensa a come poterla migliorare: fra le ipotesi allo studio, dei sensori di pressione, la connettività di rete e una piattaforma aperta per le app.


oh in Italia andrebbe a ruba.... Laughing
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Messaggio Da La Sкaßalqaatsaя Mer 6 Feb 2013 - 0:03

si ma poi chissà se si impara. mi ricordo che c'erano i libri dei corsi di inglese con le cassettie 30 anni fa e c'erano gli esercizi, tu toccavi ilpallino di una delle risposte multiple e quella giusta si illuminava. all'epoca mi ricordo che era utile. ma adesso per come siamo aabituati chissà se funzia
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