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Messaggio Da Sherazade Mer 14 Nov 2012 - 14:40


Notiziona da prima pagina.... cucu

Prima pagina - Pagina 3 Madonn10

New York (New York, Usa), 13 nov. (LaPresse)
"Mostro il mio sedere nudo per le vittime dell'uragano Sandy".
Queste le parole di Madonna mentre si è scoperta il fondoschiena durante il concerto a New York, sul palco del Madison Square Garden. La cantante ha incoraggiato il pubblico a lanciare soldi sul palco per partecipare agli sforzi di raccolta fondi. "Se mi guardate il sedere, meglio che raccogliate dei contanti" ha detto alla folla adorante. Così, mentre lei cantava Like a Virgin i fan hanno lanciato soldi sul palco, mettendo insieme circa 3000 dollari.

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Messaggio Da miss marple Ven 16 Nov 2012 - 13:47

Prima pagina - Pagina 3 Berlusconi_bigPrima pagina - Pagina 3 225px-Mao_Zedong_portrait

siamo sicuri che non siano parenti?? Surprised boh Suspect musico
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Messaggio Da sturmunddrang Ven 16 Nov 2012 - 13:55

miss, hai un mp Cool
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Messaggio Da miss marple Sab 17 Nov 2012 - 12:52

http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_17/sms-piu-molesta-della-email-sentenza-salva-ufficiale-rodota_7176fdd2-307e-11e2-baec-20f01743e162.shtml

L'sms più molesto dell'email
La sentenza che salva un ufficiale
La Cassazione: i messaggi sul computer si possono evitare,
sul telefonino invece non succede così

Le sentenze della Corte di Cassazione legate, diciamo, agli stili di vita, sono da decenni oggetto di dibattito e impagabile spunto per i mass media. Ce ne sono di indimenticate e criticate; come quella, del 1999, su uno stupro che non era tanto uno stupro se la stupranda aveva i jeans che sono difficili da togliere (l'alto magistrato autore della motivazione doveva essere un fan di Smorza 'e llights di Renzo Arbore, quella di 'Sti blue jeans nun se ponno sfilà , è quasi certo). Ma stavolta la Cassazione ha ragione. O forse no, forse non sul caso specifico, ma sul principio sì (è quasi certo).
Il caso è quello di un cinquantunenne che si è visto annullare una condanna per molestie. Perché molestava la donna con cui aveva avuto una relazione via e-mail. Perché, secondo la Cassazione, sentenza n. 44855 depositata venerdì, i messaggi via email sono «privi del carattere di invasività» proprio di telefonate e sms. Si può decidere di cestinarli senza leggerli; mentre il cellulare può squillare millemila volte anche se si rifiuta la chiamata, e i messaggini non si riescono a evitare, né sui cellulari anziani né sugli smartphone. Insomma, più che stalking diventa spamming. Anche perché la posta elettronica fa felici i logorroici, che si esprimono senza confini.

Detto questo: non conosciamo il contenuto delle email (lunghissime, è quasi certo) che un ufficiale di Marina, tale Giannino B., inviava a una povera disgraziata che non voleva più vederlo. La Corte d'Appello di Milano, nel febbraio 2012, lo aveva condannato per tentata violenza privata, molestie, accesso abusivo a un sistema informatico; il che tra l'altro fa molto caso Petraeus-Paula Broadwell-eccetera, in dimensioni ridotte, ma vabbe'. Immaginiamo che la disgraziata (per senso di colpa, masochismo, preoccupazione o buona educazione; non si sa) le abbia lette tutte o in parte; invece di cancellarle come facciamo noi non-stalkati con le email di finte orfane russe e vedove nigeriane, con i comunicati pubblicitari delle profumerie (o di altro; fare la tessera sconto vuol dire attirarsi continui spam), con certe discussioni totali-globali di gruppo al lavoro o di quartiere o per la scuola dei figli (certi genitori logorroici andrebbero denunciati per spam e la Cassazione cambierebbe idea, è quasi certo). O, meglio ancora, di inserire con due clic il mittente tra gli indesiderati (in questo caso le missive finiscono nella casella «junk e-mail»; che in caso si svuota senza vedere). Certo, ormai, pare una storia d'altri tempi. Ora, volendo, i Giannetti B. possono darsi allo stalking balcanizzato.

Perché una ragazza moderna, di ogni età (o un ragazzo), è quasi certamente attiva/o su due o più social network: Facebook, poi Twitter, poi Linkedin per il lavoro, poi altro. Magari cambia numero di telefono (ormai si cambia solo in caso di grave rischio), ma se ha un molestatore motivato e aggiornato può essere tampinata in mille modi, con mille profili fantasma, e altro. Neanche la nostra Cassazione, nella sua infinita saggezza e creatività, riuscirà a tenersi al passo, è quasi certo.

Maria Laura Rodotà
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Messaggio Da miss marple Mer 21 Nov 2012 - 10:38


Corriere della Sera > Economia > Province, i tagli nella palude dei partiti
LE PRESSIONI DEGLI ENTI DA ELIMINARE SUI PARLAMENTARI
Province, i tagli nella palude dei partiti
Decreto da convertire entro Natale ma al Senato la discussione è ferma. E Matteoli vuole staccare Prato e Pistoia da Firenze

ROMA - Persino Ciriaco De Mita si è dato una gran da fare. Non tanto per opporsi alla fusione tra Avellino e Benevento, ma perché nella nuova provincia i galloni di capoluogo toccherebbero proprio a Benevento, città più popolosa della sua Avellino. Ai tempi del pentapartito si diceva che Napoli avesse cambiato nome in Avellino marittima. Una battuta per misurare il grande potere che aveva il segretario della Dc. E che forse ha ancora visto che il suo attivismo, una goccia nell'oceano, sta contribuendo ad affossare il taglio delle Province. Un progetto sul quale quasi tutti i partiti si erano detti d'accordo e che adesso quasi tutti i partiti (gli stessi) stanno provando a smontare.

Sono passati 20 giorni da quando il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che cancella 35 province su 86 (guarda la mappa). Da allora sono scattati i due mesi per la conversione in legge. Ma, considerando il lungo ponte di fine anno, l'operazione va chiusa prima di Natale. Altrimenti il decreto scadrà e di Province non ne sarà tagliata nemmeno una. Al momento, però, il decreto non è riuscito a fare nemmeno il primo passo. È fermo in commissione Affari costituzionali, al Senato. Ieri l'ennesimo rinvio. Una decisione presa dopo la guerra di trincea che si è consumata durante l'incontro tra il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, e i capigruppo dei partiti. La Lega non ha mai nascosto la sua contrarietà, specie sullo scioglimento anticipato delle giunte. Il Pd chiede qualche modifica anche se non sembra intenzionato a salire sulle barricate. Il vero scoglio sta dalle parti del Pdl che, con il vice capogruppo Oreste Tofani, ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità. Cosa vuol dire? È un documento da mettere ai voti, sostiene che il decreto violi la Costituzione. Se venisse approvato dall'Aula, il decreto verrebbe affossato definitivamente.

Proprio per timore che questo accada la discussione è ancora ferma. È possibile che oggi si voti ma i tempi sono strettissimi visto che in un mese appena sarebbe necessario l'ok sia della Camera sia del Senato, sia in commissione che in Aula. Ci sono le resistenze locali, certo. Il sindaco di Crotone ha parlato di «straordinaria partecipazione di popolo» per un corteo di protesta di 3 mila persone, dal Molise chiedono di salvare Isernia che, tra capoluogo e hinterland, conta poco più degli spettatori che sabato scorso sono entrati all'Olimpico per Italia-Nuova Zelanda di rugby. E poi Monza che non vuole tornare sotto Milano dopo aver appena assaporato l'indipendenza. Ognuno ha la sua battaglia e la sua sponda a Roma. L'ex ministro Altero Matteoli, per dire, ha già preparato un emendamento per lasciare Prato e Pistoia fuori dalla città metropolitana di Firenze. E di emendamenti ne sono in arrivo altri, compresi quelli che chiedono di lasciare in carica le giunte fino alla scadenza naturale, per alcune prevista nel 2016, o che farebbero tornare il sistema elettorale diretto al posto di quello di secondo livello, con i consigli provinciali eletti dai consigli comunali della zona. Una febbrile attività di smontaggio che, però, non ha a che fare solo con i campanili.

Il vento che tira in Parlamento è sempre più chiaro: una volta approvata la legge di Stabilità, per il governo sarà difficile portare a casa qualche risultato. La melina sulle Province è una carta da giocare al tavolo della politica, dove si decidono legge elettorale, alleanze e data del voto. Con un problema però, che forse spiega perché questa melina venga fatta senza grandi annunci, quasi di nascosto. Nell'ultima campagna elettorale per le politiche, 2008, sia Veltroni che Berlusconi parlarono di un taglio alle Province. La loro abolizione, per dire, è scritta nel programma di Beppe Grillo. Affossare il decreto può essere una mossa tattica e accontentare qualche luogotenente locale. Quanto a portare voti, però, è tutta un'altra storia.

Lorenzo Salvia

che schifo vomito non ce ne libereremo mai war
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Messaggio Da sturmunddrang Mer 21 Nov 2012 - 10:57

pensa che io invece abolirei le regioni, più che le province
ma si sa che sono sempre d'accordo con una minoranza delle perone Very Happy
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Messaggio Da miss marple Mer 21 Nov 2012 - 12:01

a me invece basta che aboliscano muscoli
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Messaggio Da miss marple Ven 23 Nov 2012 - 17:01

http://www.corriere.it/politica/12_novembre_23/poltrone-parlamentari-rizzo_55b08756-3535-11e2-a6ed-6f1dca7ec717.shtml

Primo sì a un ddl per eleggere una commissione di riforma della Costituzione. Con stipendi da deputati: indennità incluse

Di SERGIO RIZZO




(Ansa)
ROMA - L'ultimo a rammaricarsi pubblicamente è stato Gianfranco Fini: «Abbiamo perso una grande occasione. La politica non ha capito che si doveva fare di più, per esempio con il taglio dei parlamentari». Dichiarazione di due mesi fa, quando il presidente della Camera certo ignorava l'esistenza di un'ipotesi suggestiva. Cioè che le politiche di marzo ci potrebbero regalare un numero di eletti addirittura superiore a quello attuale: 1.035 anziché 945. Novanta poltrone in più.
Non è uno scherzo. È quello che stabilisce un disegno di legge approvato a razzo dalla commissione Affari costituzionali del Senato con l'unica opposizione dell'Italia dei valori, il cui rappresentante Francesco «Pancho» Pardi ha invano cercato di demolirlo, e subito fiondato in Aula dove giovedì ha rischiato di essere ratificato al volo. Che cosa dice? Prevede semplicemente l'elezione a suffragio universale di una commissione Costituente che dovrebbe occuparsi della revisione della seconda parte della Carta costituzionale. Ne dovrebbero far parte novanta persone, che non potrebbero ricoprire altri incarichi elettivi, come quello di parlamentare o consigliere regionale. Con il risultato inevitabile di far crescere, sia pure per un solo anno (tanto dovrebbe durare l'incarico) il numero delle poltrone.

A loro saranno affidati interventi come il taglio dei parlamentari, l'abolizione del bicameralismo perfetto, i poteri del presidente della Repubblica... Il tutto mentre nei cassetti di Palazzo Madama giacciono proposte di legge a bizzeffe sugli stessi argomenti. Sulla riduzione del numero dei parlamentari si era perfino raggiunto un accordo fra tutti i partiti: 508 deputati e 254 senatori. Poi la cosa era sfumata.

Dunque il Parlamento non riesce a tagliare il numero degli eletti, pure in presenza di un accordo, poi però riesce a istituire a tempo di record, guarda caso, una commissione di novanta membri che deve provvedere al taglio.

Il disegno di legge è frutto dell'unificazione di numerose proposte variamente datate. E destinate probabilmente a sonnecchiare fino al termine della legislatura se il leader dell'Api Francesco Rutelli, autore di una di esse e relatore insieme a Pasquale Viespoli (prima Pdl, poi Fli, quindi Responsabile), non le avesse improvvisamente rianimate chiedendo e ottenendo il primo agosto scorso la corsia preferenziale della procedura d'urgenza. Che ha però conosciuto un intoppo ieri quando è mancato il numero legale. Se ne riparlerà la prossima settimana, e non si può escludere il moltiplicarsi dei mal di pancia, finora piuttosto isolati. Anche perché c'è la questione dei soldi. Questa commissione Costituente avrà infatti un costo che dovrà essere coperto, in parti uguali, dalla Camera e dal Senato. E lo stipendio dei Novanta? «Il trattamento economico dei membri della commissione Costituente è pari a quello dei membri della Camera dei deputati, ivi comprese le indennità accessorie», hanno proposto Luciana Sbarbati e il suo collega Giampiero D'Alia. Il conto? Una ventina di milioni in un anno. Per fare una riforma che, come ha ricordato Pardi, secondo l'articolo 138 della Costituzione è invece compito del Parlamento. Un po' caruccio di questi tempi, no?

voodoo piedi war
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Messaggio Da sturmunddrang Ven 23 Nov 2012 - 18:00

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Messaggio Da miss marple Lun 26 Nov 2012 - 12:53

http://www.corriere.it/economia/12_novembre_26/cucinelli-utili-ai-dipendenti_219fccfc-37aa-11e2-94e7-603de4c26bba.shtml


Cucinelli regala l'utile ai suoi dipendenti
STRATEGIE AZIENDALI
Cucinelli regala l'utile ai suoi dipendenti
Il re del cachemire ha deciso di destinare i 5 milioni di euro ai lavoratori: sono 6385 euro a testa



Un vero e proprio regalo di Natale. Che va decisamente in controtendenza rispetto allo stato di salute attuale dell'economia italiana. Il re del cachemire Brunello Cucinelli, appena sbarcato in Borsa, ha deciso di condividere gli utili con i propri dipendenti ed ha preparato un dono da 5 milioni di euro da mettere sotto l'albero per le proprie maestranze. Cifra che, divisa per i 783 dipendenti, significa 6385 euro a testa.
Brunello Cucinelli generoso con i suoi dipendenti

DONO - «Questo vuole essere un dono di famiglia, qualcosa che va aldilà dell'azienda che è quotata in Borsa» ha detto Cucinelli. «Abbiamo voluto dare un premio a chi è cresciuto insieme a noi e l'abbiamo comunicato ai dipendenti» ha aggiunto l'imprenditore che ha slegato però il dono ai dipendenti dalle ultime polemiche tra l'azienda umbra e il sindacato, che si lamenta degli ostacoli che verrebbero frapposti dalla proprietà al suo ingresso nell'azienda umbra. «Assolutamente no, - ha detto Cucinelli - è una cosa a cui stavo pensando da tempo».

Redazione Online

Mio figlio rosicherà di brutto Laughing


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Messaggio Da miss marple Mer 28 Nov 2012 - 13:39



SOCIAL NETWORK
Perché i tweet non ci appartengono
Il social network cerca di ridurre l'anarchia e rivendica
la libertà di utilizzo dei messaggi lanciati dagli utenti

È un processo quasi organico: man mano che Twitter cresce, come già hanno fatto gli altri social network prima di lui, cerca di ridurre il grado di anarchia. Aggiunge funzionalità. Aggiorna le regole. Ma alla fine cambia veramente qualcosa? La vicenda è talmente delicata che nemmeno il fondatore di Twitter Jack Dorsey e il manager Dick Costolo se la sono sentita di affrontarla in 140 battute.

Al punto 5 dei termini del servizio (che tutti noi saltiamo) si legge in migliaia di battute che qui stralciamo: «Twitter dispone di un insieme di regole in continuo aggiornamento che definiscono il modo in cui l'ecosistema dei propri partner possa interagire con i contenuti dell'utente. Tali regole esistono per consentire l'esistenza di un ecosistema aperto che tenga conto dei diritti dell'utente. Tuttavia, ciò che è dell'utente resta dell'utente». Segue un prolisso passaggio il cui senso è sintetizzabile in poche parole: nessuno vi pagherà per questo. Sembra una nuova forma di proprietà: i contenuti sono nostri, non ne possiamo bloccare in nessuna maniera l'uso anche per scopi commerciali (la società ha introdotto già dal 2010 i promoted tweets ma è evidente che pensa già ad altro) ma non abbiamo diritti.

Un aspetto che torna adesso di attualità visto che la società, secondo quanto riportato dal Daily Mail, sta preparando un archivio storico di tutto ciò che abbiamo twittato. Il dibattito sulla proprietà dei contenuti non è ristretto al perimetro di Twitter. Facebook ne è stato un pioniere. YouTube ne ha fatto una parabola commerciale: nata e cresciuta a dismisura anche grazie all'assenza di norme certe si è trasformata oggi in una torretta mondiale di difesa del copyright . Con regole giocate sul filo di lana che permettono sì di condividere all'infinito e in qualunque forma i file audiovisivi ma non di scaricarli su un pc. Tutto è in divenire. Ma a qualunque aggiornamento delle regole dei social network appare sempre più chiaro che c'è un punto che non cambierà: quello che postiamo, scriviamo e diciamo sarà pure nostro. Ma le società ne possono fare quello che vogliono. Un diamante è per sempre. Ma anche un tweet .

Massimo Sideri
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Messaggio Da miss marple Gio 29 Nov 2012 - 13:03


http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/universita/2012/29-novembre-2012/prof-urbanistica-maestri-filosofi-2112936088077.shtml

UNIVERSITA'
«Prof di urbanistica? Maestri e filosofi»
È quanto sostenuto da un candidato «escluso», Alessandro Rizzo, architetto e dottore di ricerca, in un ricorso al Tar della Toscana

FIRENZE - Alla facoltà di Architettura di Firenze una docenza annuale di urbanistica è stata affidata a un laureato in filosofia e a un poeta-insegnante di scuola elementare specializzato in «paesologia», che non hanno «i requisiti richiesti dalla legge, dal regolamento e dal bando» pubblicato per individuare i professori. È quanto sostenuto da un candidato «escluso», Alessandro Rizzo, architetto e dottore di ricerca, in un ricorso al tar della Toscana. Il bando, assegnato in base alla valutazione dei titoli dei candidati, era per due cattedre, da 48 ore ciascuna, per insegnamenti in materia di urbanistica. Nel ricorso, presentato con gli avvocati Maria Beatrice Pieraccini e Maurizio Dalla Casa, Rizzo spiega che uno dei vincitori «è laureato in filosofia» e «ha conseguito un dottorato di ricerca» con una tesi su Heidegger ed Hegel.

Si tratta di un corso di studi e di una specializzazione, spiegano i due legali, che «non sono in alcun modo riconducibili alla materia dell'urbanistica, ma neanche, più in generale, all'Architettura». L'altro vincitore, aggiungono i due legali, «non è neppure laureato, essendo un insegnante di scuola elementare» e «per quanto possa essere grande la sua cultura o la fama (la sua specializzazione è la paesologia, ovvero una disciplina compresa fra il territorialismo e l'espressione poetica)» è «impensabile che la laurea non costituisca un requisito minimo per l'accesso alla docenza universitaria». Questa «lacuna», ricordano gli avvocati, è stata «notata» anche dal preside della Facoltà, quando è stato chiamato a rispondere a un reclamo dell'architetto escluso. Nel ricorso si spiega che proprio per questo la commissione giudicatrice si è riunita di nuovo e che ha confermato «la graduatoria», affermando che l'opera dell'insegnante «vasta e di lungo corso, in poesia, in fotografia e filmografia, ha ormai un riconoscimento nazionale presso poeti, scrittori, artisti, giornalisti, registi nonchè docenti universitari».

29 novembre 2012
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Messaggio Da sturmunddrang Gio 29 Nov 2012 - 15:28

di primo acchito sembra un'assurdità
però dato che da parte di molti si chiede l'abolizione del valore legale della laurea, sommato al fatto che oggi ci si può laureare senza sapere (quasi) niente.....


in ogni caso io l'ho sempre detto che gli urbanisti sono dei gran chiacchieroni sorrisodiscuse
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Messaggio Da La Sкaßalqaatsaя Gio 29 Nov 2012 - 15:44

prim a o poi sarebbe dovuto succedere anche perchè se viene data la laurea ad honorem a valentino rossi e a vasco rossi ea benigni per la dsivina commedia questo nn può che essere il preludio di una catastrofe.

anche se credo che all'estero non se la passino meglio visto che l'università di lovanio ha dato la laurea ad honorem sempre a benigni sempre per lo svcempio che fa della divina commedia ( quando la spiega, quando la interpreta va bene)
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Messaggio Da miss marple Ven 30 Nov 2012 - 15:26

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/12_novembre_30/cioccolato-resta-solido-caldo_685c27c0-3a3f-11e2-8e20-34fd72ebaa93.shtml

Il cioccolato che non si scioglie
Rimane solido anche se esposto per tre ore a 40 gradi. Sarà venduto nei Paesi più caldi

È una trovata alla Willy Wonka quella degli scienziati che lavorano alla fabbrica di cioccolato Cadbury. L’azienda inglese ha infatti «inventato» il cioccolato che rimane solido anche se esposto per tre ore consencutive a 40 gradi. Normalmente invece inizia a sciogliersi a 34 °C.
BREVETTO La scoperta, per cui la Cadbury ha richiesto il brevetto, comporta un cambiamento nella fase di produzione del cioccolato, quando vengono mescolati e sminuzzati in un contenitore riempito con palline metalliche burro di cacao, olio vegetale, latte e zucchero. Quest’ultimo ingrediente viene ridotto in particelle più piccole e quindi ricoperto con uno strato minore di grasso, rendendo la barretta di cioccolato più resistente al caldo.

POLEMICHE - La nuova specialità di casa Cadbury, chiamata «cioccolato tollerante alla temperatura» ha però già scatenato le polemiche dal momento che non potrà essere assaggiata dai cittadini britannici. Il gruppo americano Kraft, che da due anni ha acquisito il marchio britannico, ha fatto sapere che venderà questo cioccolato solo nei Paesi più caldi come India e Brasile e non verrà invece commercializzato in Gran Bretagna. Immediate le reazioni a questa scelta perché, al momento dell’acquisto dell’azienda inglese, la Kraft aveva assicurato che avrebbe continuato a produrre «cioccolato britannico per i britannici». Robert Halfon, deputato del Partito conservatore, ha dichiarato: «È una notizia deludente. Abbiamo inventato questo marchio e ora non possiamo goderne i frutti. Li esorto a riconsiderare la decisione e a permettere ai britannici di assaggiare questo cioccolato».

MENO BUONO - Ma dall’azienda per ora non sono arrivati ripensamenti, spiegando che non esiste ragione per cui questo tipo di cioccolato debba essere venduto in Gran Bretagna «Questo cioccolato tollerante alle alte temperature è più adatto ai climi caldi», spiegano gli scienziati, «in particolare nei Paesi meno sviluppati, dove i sistemi per mantenere la temperatura stabile sono insufficienti». Inoltre, aggiungono, «la barretta in questione ha un sapore meno buono del cioccolato "normale"».

Carolina Saporiti
29 novembre 2012


visto che non ho intenzione di andare nel Sahara prossimamente, continuerò a mangiarmi il cioccolato normale buonissimissimo chupa
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Messaggio Da sturmunddrang Ven 30 Nov 2012 - 16:31

ma fammi capire, c'è scritto in pratica che usano lo zucchero a velo (o quasi) ?
tutto qui? Surprised
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Messaggio Da miss marple Ven 30 Nov 2012 - 18:52

a regola...........e meno grassi
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Messaggio Da La Sкaßalqaatsaя Ven 30 Nov 2012 - 19:56

mi viene voglia di cioccolato cacchio
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Messaggio Da miss marple Sab 1 Dic 2012 - 11:06

su real time c'è un nuovo programma, con uno che ti insegna a fare i cioccolati vari e poi c'è un altro che t'insegna a fare tutte ledecorazioni di zucchero, bellissime le rose che ho visto nel promo
Smile
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Messaggio Da miss marple Lun 3 Dic 2012 - 12:17

in: Il Fatto Quotidiano > Giustizia & impunità >
Campania, ipoteche e occupazioni bloccano un terzo dei beni confiscati
Gli immobili tolti alla camorra che non possono essere consegnati agli enti locali o riconvertiti sono 478 perché all'interno si trovano persone che non ne hanno titolo, spesso familiari dei boss. E di 367 aziende solo il 2% è già attivo sul mercato

di Vincenzo Iurillo | 3 dicembre 2012


Quando lo Stato è in difficoltà le mafie gongolano. Succede in Campania, dove 478 beni immobili confiscati alla camorra (quasi un terzo dell’intero patrimonio immobiliare sottratto alla criminalità organizzata locale) non possono essere consegnati agli enti locali e riconvertiti a fini di pubblica utilità perché sono gravati da ipoteca o perché sono ancora occupati. Spesso da persone che non ne hanno titolo, spesso dagli stessi familiari dei boss. E delle 367 aziende confiscate, soltanto il 2% è ancora attivo sul mercato: solo 8 di queste impiegano lavoratori, per un totale di 50 persone.

Così non va. Lo dice chiaramente il presidente della commissione Anticamorra del consiglio regionale della Campania, Antonio Amato: “Sono i numeri campani di un sistema che nella nostra regione e in tutt’Italia è in grande affanno e necessita interventi legislativi nazionali e un deciso cambio di passo delle istituzioni locali”. Nei giorni scorsi il report sulla situazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata campana è stato discusso in commissione con il referente napoletano dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, Gianpaolo Capasso. Ne è uscito fuori un quadro ricco di criticità, tra fondi ai quali è difficile accedere e norme che si attorcigliano. Risultato: ci sono 478 beni sospesi nel limbo, dei quali il 72% è ipotecato e il 42% occupato. I numeri, ovviamente, non si sommano: ci sono immobili che sono ipotecati e occupati contemporaneamente. E sono i più difficili da sbloccare. In commissione Capasso afferma che “si potrebbe ipotizzare di assegnare ai Comuni in maniera provvisoria gli immobili ipotecati”. Per vincere la riottosità delle amministrazioni comunali ad assumersi gli oneri economici legati all’ipoteca. Cosa impossibile coi conti pubblici in sofferenza.

La questione ipoteche è il problema nel problema. Lo spiega bene Lucia Rea, direttore di un consorzio della Provincia di Napoli che si occupa di gestione dei beni confiscati: “Ne esistono di due tipi. Il primo tipo è rappresentato dalle ipoteche legali, collegate a tasse e tributi non pagati dai vecchi proprietari. Nel momento dell’affidamento all’ente locale, questo diventa ‘creditore e debitore’ di se stesso e quindi sarebbe sufficiente una sua rinuncia al credito per poter riassegnare subito il bene. Invece recentemente abbiamo perso 3 milioni di euro di fondi Pon per la sicurezza perché i sindaci di Pomigliano d’Arco e di Villaricca non hanno rinunciato a due crediti di 10mila e 8mila euro su beni confiscati e non assegnati”. “C’è poi il secondo tipo di ipoteca – aggiunge – Quella accesa dai boss per contrarre mutui quando intuiscono che stanno per perdere il bene, con il solo scopo di impedirne un riutilizzo futuro. Possiamo uscirne in un solo modo: destinando una parte del Fug, il fondo unico di giustizia, dove confluiscono le liquidità delle confische, per l’estinzione di queste ipoteche. E’ fattibile, perché è un fondo pieno di soldi, e non si capisce perché non si agisce in questa direzione”.

Del Fug ha parlato Capasso in commissione regionale: “Esiste una procedura di richiesta di questi fondi, ma è così articolata che abbiamo preferito creare una struttura per una gestione di fondi-cuscinetto che permette di tappare eventuali esigenze immediate”. Salvatore Perrotta, l’ex sindaco di Marano, componente del consiglio direttivo di avviso pubblico, avverte: “La questione delle ipoteche è sostanziale, da primo cittadino sono stato costretto a segnalarla più volte all’Agenzia Nazionale come un ostacolo serio alla fruizione dei beni. Urge un loro intervento strutturale, unito all’istituzione di un fondo specifico da parte della Regione o dello Stato, perché le amministrazioni comunali da sole non possono risolvere”.

Un grande buco nero è nelle aziende confiscate. Destinate inesorabilmente al fallimento. Ne spiegò le ragioni il magistrato anticamorra Raffaele Cantone in un’intervista a ilfattoquotidiano.it: “L’impresa criminale vive, ottiene crediti e sta sul mercato per la mafiosità dell’imprenditore e la sua capacità di intimidazione. Quando poi la affidi a un amministratore giudiziario che deve rispettare le regole di mercato, mettere a posto i dipendenti, pagare le tasse, non regge più. Bisogna studiare agevolazioni fiscali e contributive per le imprese sottratte alla criminalità organizzata”. A questo si aggiunge che in Campania non esistono cooperative di lavoratori per la gestione diretta dei beni confiscati attraverso la destinazione per fitto a titolo gratuito. Un modello di business sperimentato con successo altrove. Una recente legge campana prevederebbe premialità per le coop in grado di accedere alla gestione dei beni confiscati. Per ora è solo una speranza. La legge è sostanzialmente inattuata, perché i fondi regionali latitano.

E non è un dettaglio da poco l’ingloriosa fine del patrimonio automobilistico e motociclistico tolto ai camorristi. “Numeri stratosferici” dice Capasso. Nell’ordine delle migliaia. Ma siccome ci vogliono in media sette anni tra il sequestro e la confisca, nel frattempo le macchine marciscono nei depositi giudiziari. I cui proprietari alla fine presentano parcelle per importi di molto superiori al valore del veicolo deteriorato. Ad aggravare il tutto, una tara nella legge che consente di consegnare queste auto solo alle forze dell’ordine e non ai Comuni o alle Province. “Una cosa incomprensibile” commenta Amato. Purtroppo non è l’unica.



Come al solito, fatta la legge trovato l'inganno.
Ho perso il conto delle leggi che riescono a superare tutti gli sgambetti in parlamento ma che po lo stesso non riescono ad essere applicate
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Messaggio Da sturmunddrang Lun 3 Dic 2012 - 13:11

se vuoi di cito la legge urbanistica del '42
obbligava a fare i piani regolatori e aggiornarli ogni 10 anni
secondo te l'hanno fatto tutti?
e hanno mai dato la multa a qualcuno?
fiorellino







già che hai nominato l'argomento, metto quest'altro articolo



Milano, al via il Festival dei beni confiscati alle mafie
9 novembre 2012

Dal 9 all’11 novembre tre giorni di concerti, spettacoli, film, presentazione di libri e incontri organizzati in 19 immobili sequestrati alla criminalità organizzata. Spazi diventati simbolo della lotta all’illegalità

Si apre il 9 novembre a Milano il primo Festival dei beni confiscati alle mafie. Una tre giorni di spettacoli, concerti e incontri organizzati in 19 immobili (guarda la mappa) utilizzati in passato dalla criminalità organizzata che diventano oggi il simbolo della lotta all’illegalità. Ex appartamenti, laboratori ed esercizi commerciali un tempo usati per il traffico di stupefacenti, il riciclaggio di denaro sporco, l’usura, lo sfruttamento della prostituzione o altre attività illecite, e che adesso ospitano progetti sociali per la città. In Lombardia sono più di 800 i beni sequestrati e confiscati alle mafie: di questi, 300 sono sul territorio di Milano e 130 unità immobiliari sono state trasferite al Comune per l’assegnazione.

I beni aperti in occasione del Festival sono sparsi per tutta la città e tre (via Cenisio 25, via Canonica 87 e via Baldinucci 13) saranno inaugurati in occasione del Festival promosso dal Comune di Milano in collaborazione con Libera e l'Agenzia nazionale per i Beni sequestrati e confiscati. Saranno aperti anche due beni simbolo della lotta alla ‘ndrangheta a Milano: la discoteca della Sogemi all’Ortomercato, chiusa nel 2009 dopo la relazione annuale antimafia, e il Centro sportivo comunale Iseo, parzialmente danneggiato un anno fa da un incendio doloso. Nell’ex locale delle cosche si esibiranno tra gli altri l'attore e consigliere regionale Giulio Cavalli, con l’anteprima dello spettacolo "Duomo d’Onore", Manuel Ferreira nel monologo “Lezione di Tango all’Ortomercato” e Vinicio Capossela. Al Centro sportivo Iseo domenica 11 ci saranno per tutto il giorno attività ed esibizioni. Il programma propone eventi culturali, presentazione di libri (12 titoli dedicati alle mafie), incontri e intrattenimento per i bambini, che saranno anche protagonisti, con le scuole, delle visite guidate organizzate dall’Associazione Libera.

Il Festival si apre ufficialmente alle ore 18 del 9 novembre nell’Aula consiliare di Palazzo Marino con un dibattito a cui parteciperanno tra gli altri il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, il Presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, l'assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e il direttore artistico del festival Barbara Sorrentini.
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Messaggio Da miss marple Lun 3 Dic 2012 - 14:54

ecco appunto..........
tra parentesi mi sono sempre domandata perchè, vista la penuria di case popolari, queste non vengano date da occupare a gente che ne ha bisogno. Certo so che in pochi le vorrebbero, terrorizzati dall'essere bersagliati da vendette mafiose, ma da questo circolo vizioso prima o poi bisogna venirne fuori magari vendendole alla comunità europea o a un ente di grande prestigio internazionale in modo che abbiano una tutela a cui le mafie farebbero fatica a d arrivare.
Don Luigi Ciotti è stato uno dei pochi che è riuscito a far sopravvivere le sue comunità in Sicilia, costruite suiterreni confiscati alla mafia dove i giovani coltivano agrumeti o uliveti. Sono stati più volte danneggiati con improvvisi incendi e altro ma hanno resistito.
Anche loro poi , per l'inefficenza dello stato, vengono penalizzati dalla comunità europea che smette di erogare anche a loro contributi.
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Messaggio Da miss marple Mer 5 Dic 2012 - 12:37


http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_dicembre_4/scala-inaugurazione-anteprima-lohengrin-under-trenta-2113015894714.shtml

L'anteprima «Lohengrin» Per Gli Under 30
L'OPERA DI WAGNER
Scala, inaugurazione con l'anteprima «Lohengrin» per gli under 30
Per il quinto anno il teatro milanese ha organizzato per i giovani una preview a 10 euro. Presente Barbara Berlusconi


I giovani alla Scala (Fotogramma)
MILANO - Sono arrivati anche da fuori Milano e fuori Italia gli under 30 per assistere all'anteprima del Lohengrin di Wagner che il 7 dicembre inaugurerà la stagione d'opera della Scala di Milano. Per il quinto anno consecutivo il teatro milanese ha organizzato per loro una preview a 10 euro (ben meno dei 2.400 euro della serata di Sant'Ambrogio). E loro hanno risposto facendo registrare il tutto esaurito, per nulla spaventati dalla durata dell'opera, di quasi cinque ore, e dal libretto in tedesco.
Scala, anteprima under 30


Barbara Berlusconi (Ansa)
OSPITI - A questo appuntamento ha voluto essere presente anche Barbara Berlusconi, classe 1984, che l'anno scorso era andata alla prima del 7 dicembre con Pato e questa volta è arrivata con un'amica. Qualcuno per essere qui ha fatto migliaia di chilometri come Noemie, di Parigi, venuta cinque giorni a Milano per poter veder cantare il suo idolo Jonas Kaufmann. Di Berlino, ma modella a Milano, è invece la ventiduenne Luisa, che ha approfittato di un'opera in tedesco per venire la prima volta alla Scala confessando di essere molto eccitata. Forse rispetto agli anni scorsi sono meno i giovanissimi, ma non mancano le eccezioni come le tredicenni Silvia (pianista) e Giulia (violinista) che hanno voluto tornare dopo aver visto all'anteprima dello scorso anno il Don Giovanni di Mozart.


alura
cioè ........la Barbara Berlusconi ha fatto la fila alle 5 del mattino per avere il biglietto a 10 euro? naaaah Io non ci credo per niente e poi lei che può perchè non ha fattouna donazione all'ente Scala? Suspect cucu
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Messaggio Da sturmunddrang Mer 5 Dic 2012 - 14:51

avrà mandato l'amica sorrisodiscuse
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Messaggio Da miss marple Lun 10 Dic 2012 - 12:16


http://www.corriere.it/tecnologia/social/12_dicembre_09/fine-del-mondo-maya-21-dicembre-gangnam-style-prepper_3609b238-421e-11e2-ae8d-6555752db767.shtml

VIAGGIO SEMI-SERIO VERSO IL 21 DICEMBRE 2012, QUANDO TUTTO DOVREBBE FINIRE
Il mondo si prepara alla fine... del mondo
La profezia dei Maya o l'asteroide Nibiru? In Rete
siti e servizi per arrivare preparati all'ultimo giorno

MILANO - Sarà per il continuo cambio di data o per esorcizzare il pericolo della fine del mondo, ma la Rete sta accogliendo con freddezza la tanto annunciata data del 21 dicembre 2012, anzi del 21-12-2012, che è molto più d'impatto. Perfino i prepper, il movimento di persone che sono sempre pronte ad affrontare eventuali disastri e rivolgimenti sociali procurandosi cibi a lunga conservazione e rifugi di emergenza, sul loro sito affermano testualmente: «Tante, troppe volte, la comunità dei prepper in questi giorni viene interpellata riguardo ad un argomento di cui non gliene potrebbe fregare di meno: la fine del mondo».


Tra i bit le catastrofi annunciate da calendari Maya, precessioni degli equinozi o la collisione con l'asteroide Nibiru vengono surclassate da una convinzione: è tutta colpa del Gangnam style. Il video più visto nella storia di YouTube, con il cantante coreano Spy che balla mimando un cavallerizzo, sarebbe legato infatti a una profezia di Nostradamus. Ad affermarlo è lo studioso di astrologia William Leroy che riconosce una somiglianza tra il video e il versetto «Dalla calma del mattino, giungerà la fine. Quando del cavallo danzante il numero dei cerchi sarà nove». La spiegazione è ardita ma non manca di genio e analizza ogni singola frase dandole un senso. La calma del mattino sarebbe nelle origini coreane di Psy, visto che la parola Corea significa proprio la terra della calma del mattino. Il cavallo danzante è legato al balletto del cantante, che imita appunto un cavallerizzo, mentre i nove cerchi corrisponderebbero ai nove zeri che costituiscono un miliardo, ovvero il numero di visualizzazioni che, sempre secondo lo studioso, il video raggiungerà proprio il 21 dicembre 2012. Una previsione poi non troppo lontana visto che al momento il numero di visualizzazioni è oltre i 901 milioni e cresce a ritmo esponenziale.


Lo scienziato della Nasa David Morrison
I PRONTI A TUTTO – Tra tante burle non manca chi prende il discorso sul serio. Il governo russo il 5 dicembre ha dovuto rassicurare i tanti cittadini impauriti dall'evento addirittura con un comunicato stampa e in Siberia si vende il kit «Apocalisse», un pacco con medicine, sapone, una corda che non lascia presagire niente di buono e, immancabile, una bottiglia di vodka. Curiosamente il pacchetto è in vendita presso un'agenzia matrimoniale, il prezzo è di 22 euro. Non scherza neanche la Nasa con il suo Ask an astrobiologist, servizio in cui i membri dell'agenzia spaziale americana rispondono alle domande del pubblico. Finora le domande sul Doomsday, il giorno del giudizio come lo chiamano negli States, hanno raggiunto quota cinquemila, dimostrando un certo interesse per l'argomento.

I SOCIAL NETWORK – Interesse che va al di là della scienza per sfociare nell'amore. Sempre dagli Usa è partito un sito per incontri amorosi tra catastrofisti. Si chiama Survivalistsingles.com, è gratuito, e in meno di due anni ha decuplicato i propri iscritti portandoli fino a oltre 4mila dai 400 del 2010. A giudicare dalle statistiche è chiaro che il mondo post-apocalittico sarà tutto al maschile, visto che le donne iscritte sono poco più di 1.300, meno della metà dei colleghi maschi. Per stare insieme è meglio quindi partecipare alla festa tutta italiana «La fine del mondo», che al momento su Facebook conta più di 170mila partecipanti pronti a scatenarsi al motto: «In questo giorno memorabile, come non organizzare una mega festa in tutto il pianeta, con alcol, musica, ragazze e ragazzi mezzi nudi che ballano e brindano alla fine del mondo?». Difficile dargli torto.
Mentre su Twitter l'hashtag #Maya è tra i più ricorrenti degli ultimi giorni, su YouTube dominano i video pratici per affrontare la supposta catastrofe. Uno dei più tassonomici, tra il serio e il faceto, lo trovate in pagina.


Una gustosa vignetta sui Maya: «Ho spazio solo fino al 2012», «Questo farà perdere la testa a qualcuno prima o poi»
I VIAGGI – Per non stare con le mani in mano non c'è di meglio che un bel viaggio, tanto che la casa editrice specializzata Moon ha preparato Exploring the Mundo Maya in 2012, un guida dettagliata attraverso Messico, Guatemala, Belize e Honduras alla ricerca dei luoghi sacri di questa antica civiltà. Chi preferisce sopravvivere può organizzare invece un giro a Bugarach, in Francia, o ad Angrogna, in provincia di Torino. Tra la bufala e la trovata pubblicitaria, si dice che i due minuscoli paesini saranno le uniche due località europee che scamperanno alla catastrofe. Ovviamente non c'è un fondamento scientifico a questa tesi ma nel dubbio meglio andarci.

TEMPO DI MUSICA – Come ogni viaggio, anche la fine del mondo merita una colonna sonora tutta sua. I forum sono in fermento per trovare le tracce adatte a trascorrere le ultime ore sulla Terra. Tra le italiane più gettonate si trovano «A che ora è la fine del mondo?» di Ligabue e «Gli spari sopra» di Vasco Rossi, mentre sul fronte anglosassone emergono la classica «It's The End Of The World» dei R.E.M, la più romantica «Alive» dei Pearl Jam, la ben più potente «Dead Embryonic Cells» dei Sepultura e l'immancabile «Until The End Of The World» degli U2. E la fine del mondo è servita.
Alessio Lana


Sono curiosa di sapere cosa ne pensa sturm? fischio pomodori
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