LE GRANDI MOSTRE
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sturmunddrang
La Sкaßalqaatsaя
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Re: LE GRANDI MOSTRE
grazie Sun per le segnalazioni
devo decidermi a mettere a posto l'elenco mostre
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miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
Mostra Van Gogh, a Milano fino all’8 marzo: “Una pittura mai consolatoria”
Il mito eterno di Vincent Van Gogh fa di nuovo tappa in Italia. Fino all’8 marzo 2015 saranno una quarantina le opere del pittore olandese provenienti principalmente dal Kroller-Müller Museum di Otterlo ad ornare le stanze di Palazzo Reale a Milano. Impossibile non provare la voglia di sbirciare tra le opere dell’artista impressionista più invocato, coccolato ed amato al mondo. Una febbre del quadro che forse solo Caravaggio può affiancare in termini evocativi e di richiamo museale. A Milano, nella mostra curata da Kathleen Adler, e promossa da Comune di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura, Van Gogh verrà declinato tematicamente con un occhio ben aperto all’Expo 2015: la terra e i suoi frutti, la vita rurale e agreste strettamente legata al ciclo delle stagioni. “Van Gogh è un buon prodotto di famiglia”, spiega scherzosamente Vittorio Sgarbi al fattoquotidiano.it, “la sua fortuna iniziale, appena dopo la morte, è dovuta al fratello Theo che raccontandone la vita, lo fa diventare tema letterario, a cui seguono subito le prime esposizioni di opere nel 1892”.
La mitologia Van Gogh acquisisce lentamente uno statuto culturale aureo ed intoccabile, il suo tratto febbrile diventa un marchio visivo indelebile e irripetibile, il suo stile già negli anni cinquanta in Italia (a Palazzo Reale nel 1952 Van Gogh è stato esposto per la prima volta, ndr) si fa disegno rivendibile e stampato su tazze, poster e magliette alla maniera del Che Guevara, un’icona universale simbolo di un’idea di arte che, incrociandosi con la follia dell’artista e la sua vita maledetta, viene tradotta come fuori dagli schemi: “Il mio maestro Arcangeli lo odiava, sosteneva che era solo capace di spremere colori dal tubetto, ma si sbagliava”, prosegue Sgarbi, “l’arte moderna non presuppone la bella esecuzione accademica, in Van Gogh l’istinto è ragione della propria grandezza. La sua è una potenza brutale. Una pittura spinta dalla continua lotta con la sua ‘parte nera’, mai consolatoria, che deve far venire il mal di pancia”.
Il primo ad accorgersi del potenziale vangoghiano fu il macchiaiolo Gustavo Sforni che nel 1910 ‘portò’ in Italia da Parigi “Il Giardiniere” – quadro del 1889 che all’epoca si chiamava “Il Contadino” – mettendolo in borsa assieme ad un Cezanne: “Sforni fu profetico, all’epoca in Italia Van Gogh era sconosciuto, capolavori erano i quadri di Pelizza da Volpedo o Segantini”, continua Sgarbi, “il dipinto divenne poi oggetto di uno strano tentativo di esportazione a basso prezzo dall’Italia che ebbe protagonista il bortaborse di Aldo Moro, Sereno Freato”. Il quadro finito nella sala da pranzo del nipote di Sforni, Giovanni Verusio, nel 1977 venne venduto al gallerista Pierangeli per 600 milioni di lire, poi ricomparve a Palermo da dove partì la richiesta alla sovraintendenza di esportazione per conto di un misterioso politico italiano, Freato. La sovraintendenza bloccò l’operazione e il quadro, oggi dal valore di circa 20 milioni di euro, finì per 600 milioni di lire alla Galleria nazionale d’Arte Moderna.
“Oggi il valore a livello assicurativo dei dipinti di Van Gogh va dai 20 ai 120 milioni di euro”, spiega il curatore d’arte trevigiano Marco Goldin al fattoquotidiano.it, “e mi permetto di dire, con l’amicizia che ho per gli organizzatori della mostra a Milano, che in mostra ci saranno tutte opere che ho già portato io in Italia e che un quadro così prezioso come “Strada di notte in Provenza” che dal 24 dicembre sarà nella mia mostra alla Basilica Palladiana di Vicenza – non ce l’hanno”. Con quattro mostre in dieci anni dal 2002 al 2011, per oltre 2 milioni di visitatori paganti, dove al centro c’erano dipinti e disegni del pittore olandese, Goldin fa la voce grossa e conferma la “Van Gogh mania”: “La mostra che feci a Brescia nel 2008 è identica a quella di Milano oggi. Organizzare generiche mostre monografiche su Van Gogh se uno vuole le fa, ma hanno poco senso, semmai bisognerebbe puntare a esposizioni legate ai singoli periodi di permanenza di Van Gogh in diverse città, come fece il Metropolitan di New York negli anni ottanta. Van Gogh continuerà a piacere tantissimo, attraverso il tratto pittorico in lui si riconosce un’emozione profonda come in nessun altro”
Il mito eterno di Vincent Van Gogh fa di nuovo tappa in Italia. Fino all’8 marzo 2015 saranno una quarantina le opere del pittore olandese provenienti principalmente dal Kroller-Müller Museum di Otterlo ad ornare le stanze di Palazzo Reale a Milano. Impossibile non provare la voglia di sbirciare tra le opere dell’artista impressionista più invocato, coccolato ed amato al mondo. Una febbre del quadro che forse solo Caravaggio può affiancare in termini evocativi e di richiamo museale. A Milano, nella mostra curata da Kathleen Adler, e promossa da Comune di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura, Van Gogh verrà declinato tematicamente con un occhio ben aperto all’Expo 2015: la terra e i suoi frutti, la vita rurale e agreste strettamente legata al ciclo delle stagioni. “Van Gogh è un buon prodotto di famiglia”, spiega scherzosamente Vittorio Sgarbi al fattoquotidiano.it, “la sua fortuna iniziale, appena dopo la morte, è dovuta al fratello Theo che raccontandone la vita, lo fa diventare tema letterario, a cui seguono subito le prime esposizioni di opere nel 1892”.
La mitologia Van Gogh acquisisce lentamente uno statuto culturale aureo ed intoccabile, il suo tratto febbrile diventa un marchio visivo indelebile e irripetibile, il suo stile già negli anni cinquanta in Italia (a Palazzo Reale nel 1952 Van Gogh è stato esposto per la prima volta, ndr) si fa disegno rivendibile e stampato su tazze, poster e magliette alla maniera del Che Guevara, un’icona universale simbolo di un’idea di arte che, incrociandosi con la follia dell’artista e la sua vita maledetta, viene tradotta come fuori dagli schemi: “Il mio maestro Arcangeli lo odiava, sosteneva che era solo capace di spremere colori dal tubetto, ma si sbagliava”, prosegue Sgarbi, “l’arte moderna non presuppone la bella esecuzione accademica, in Van Gogh l’istinto è ragione della propria grandezza. La sua è una potenza brutale. Una pittura spinta dalla continua lotta con la sua ‘parte nera’, mai consolatoria, che deve far venire il mal di pancia”.
Il primo ad accorgersi del potenziale vangoghiano fu il macchiaiolo Gustavo Sforni che nel 1910 ‘portò’ in Italia da Parigi “Il Giardiniere” – quadro del 1889 che all’epoca si chiamava “Il Contadino” – mettendolo in borsa assieme ad un Cezanne: “Sforni fu profetico, all’epoca in Italia Van Gogh era sconosciuto, capolavori erano i quadri di Pelizza da Volpedo o Segantini”, continua Sgarbi, “il dipinto divenne poi oggetto di uno strano tentativo di esportazione a basso prezzo dall’Italia che ebbe protagonista il bortaborse di Aldo Moro, Sereno Freato”. Il quadro finito nella sala da pranzo del nipote di Sforni, Giovanni Verusio, nel 1977 venne venduto al gallerista Pierangeli per 600 milioni di lire, poi ricomparve a Palermo da dove partì la richiesta alla sovraintendenza di esportazione per conto di un misterioso politico italiano, Freato. La sovraintendenza bloccò l’operazione e il quadro, oggi dal valore di circa 20 milioni di euro, finì per 600 milioni di lire alla Galleria nazionale d’Arte Moderna.
“Oggi il valore a livello assicurativo dei dipinti di Van Gogh va dai 20 ai 120 milioni di euro”, spiega il curatore d’arte trevigiano Marco Goldin al fattoquotidiano.it, “e mi permetto di dire, con l’amicizia che ho per gli organizzatori della mostra a Milano, che in mostra ci saranno tutte opere che ho già portato io in Italia e che un quadro così prezioso come “Strada di notte in Provenza” che dal 24 dicembre sarà nella mia mostra alla Basilica Palladiana di Vicenza – non ce l’hanno”. Con quattro mostre in dieci anni dal 2002 al 2011, per oltre 2 milioni di visitatori paganti, dove al centro c’erano dipinti e disegni del pittore olandese, Goldin fa la voce grossa e conferma la “Van Gogh mania”: “La mostra che feci a Brescia nel 2008 è identica a quella di Milano oggi. Organizzare generiche mostre monografiche su Van Gogh se uno vuole le fa, ma hanno poco senso, semmai bisognerebbe puntare a esposizioni legate ai singoli periodi di permanenza di Van Gogh in diverse città, come fece il Metropolitan di New York negli anni ottanta. Van Gogh continuerà a piacere tantissimo, attraverso il tratto pittorico in lui si riconosce un’emozione profonda come in nessun altro”
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
è a milano che c'è la mostra sugli spazialisti ( fontana yves klein)??
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Re: LE GRANDI MOSTRE
La Sкaßalqaatsaя ha scritto:è a milano che c'è la mostra sugli spazialisti ( fontana yves klein)??
yes, anche mio figlio vuol venire a vederla
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
anche io la vedrei volentieri
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: LE GRANDI MOSTRE
vediamo di metterci d'accordo per un fontana con rinascente
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
con calma poi bisognerà aggiornare tutto il settore mostre, perchè quest'anno ce n'è per 7 castighi
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
perkè castighi?
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: LE GRANDI MOSTRE
ahhahahahhaahaha , ma non so, qui da noi quando ce ne sono tante, si dice a caterve o per 7 castighi
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
a caterve si dice ancke in piemonte
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Re: LE GRANDI MOSTRE
non volevo farvi questa rivelazione così a freddo...... caterve è italiano
sturmunddrang- Admin
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Re: LE GRANDI MOSTRE
la maestrona dalla penna rossa ha colpito ancora
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Re: LE GRANDI MOSTRE
aggiornata la pagina delle mostre, intanto con quelle di Milano PER IL 2015
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
cen n'è a pacchi . che poi a milano ce ne sono anche altre di arte contemporanea,. io una volta eroiscritya al sito exibart una cosa così che ti manda tutte le segnalazioni di tuttele mostre poi si bloccò la casella di posta ed evidentemente si cancellò l'iscrizione
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: LE GRANDI MOSTRE
c' è una gran polemica per il tizio di ''linea d'ombra'' che organizza la maggior parte delle mostre in veneto, riguardo alla mostra di vicenza.
Dicono che voler coprire un arco temporale così grande ha mandato a farsi friggere l'importanza dei pezzi in mostra
Dicono che voler coprire un arco temporale così grande ha mandato a farsi friggere l'importanza dei pezzi in mostra
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
ho sentito le polemiche ma non sto sweguendo queste vicende e onestamente nn sono andata avedere le mostre, nè quella ora aperta nè la precedente.
a dire il vero nn sono mai stata al corrente di ciò che si dice a vicenza, una città che non amo particolarmente e dallaquale preferisco tenermi a ben larga distanza, e per città intendo le persone
a dire il vero nn sono mai stata al corrente di ciò che si dice a vicenza, una città che non amo particolarmente e dallaquale preferisco tenermi a ben larga distanza, e per città intendo le persone
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: LE GRANDI MOSTRE
su Goldin ci sono polemiche da millenni, ricordo le mostre di anni fa a Brescia, ero anche andata a vederne un paio a Santa Giulia poi ne ha fatte altre ma non sono più andata
in effetti erano "troppo", troppo grandi, troppe opere, cioè mi pare che badi alla quantità e basta
ho anche letto una sua intervista qualche settimana fa in cui ridicolizzava la mostra su van gogh a milano dicendo che sono quadri che aveva esposto anche lui anni fa. Sarà anche vero, ma almeno a Milano i quadri erano relativamente pochi ma scelti con una logica e ben spiegati
di questa mostra a Vicenza ho letto un articolo, ma molte delle opere che citavano mi sembravano tirate per i capelli rispetto al tema e ammucchiate a caso
in effetti erano "troppo", troppo grandi, troppe opere, cioè mi pare che badi alla quantità e basta
ho anche letto una sua intervista qualche settimana fa in cui ridicolizzava la mostra su van gogh a milano dicendo che sono quadri che aveva esposto anche lui anni fa. Sarà anche vero, ma almeno a Milano i quadri erano relativamente pochi ma scelti con una logica e ben spiegati
di questa mostra a Vicenza ho letto un articolo, ma molte delle opere che citavano mi sembravano tirate per i capelli rispetto al tema e ammucchiate a caso
sturmunddrang- Admin
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Re: LE GRANDI MOSTRE
sì infatti, coprire un così grande arco temporale rischia di confondere chi non è così addentro come conoscenza all'arte esposta
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: LE GRANDI MOSTRE
epperò ghe xe tanta gente ke vien vèdere la mostra....
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: LE GRANDI MOSTRE
e infatti il curatore attacca dicendo che è tutta invidia perchè le sue mostre incassano in ogni dove
miss marple- Messaggi : 5556
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