scienza e fantascienza
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Re: scienza e fantascienza
Così cambia l’albero genealogico dell’uomo
Trovato in Georgia un ominide con caratteristiche finora mai osservate tutte insieme nei fossili di un nostro antenato
L’albero genealogico dell’uomo potrebbe essere rivisto, perfino riscritto, dopo la scoperta dei resti dell’ominide di Dmanisi, in Georgia, nel quale si riconoscono, come in un «collage», caratteristiche diverse finora mai osservate tutte insieme nei fossili di un nostro antenato.
Se finora si pensava che dopo la divergenza dagli Australopiteci e la comparsa del genere Homo (circa 2,5 milioni di anni fa), si fossero succedute tante specie diverse, tutte estinte tranne Homo sapiens, oggi ci si rende conto che non è in questo modo che deve essere letta la documentazione fossile: in realtà vi sarebbe stata una sola specie nelle prime fasi del percorso evolutivo dell’uomo. Anche se «sono necessari ulteriori studi per confermare l’ipotesi, in base alla nostra scoperta quelle che finora erano considerate specie diverse sarebbero invece gruppi con caratteristiche morfologiche simili», scrivono i paleontologi del Museo Nazionale Georgiano a Tbilisi, autori della scoperta.
Prima della scoperta dell’ominide di Dmanisi si pensava che la più antica specie del genere Homo fosse l’Homo rudolfensis, vissuto tra 2,4 e 1,9 milioni di anni fa. La specie successiva sarebbe stata l’Homo habilis da cui si sarebbe evoluto l’Homo ergaster, comparso circa 1,8 milioni di anni fa. Discendente dall’Homo ergaster sarebbe stato l’Homo erectus, presto diffuso anche un Eurasia. Contemporaneo alle ultime fasi dell’Homo erectus sarebbe stato (in Europa) l’Homo heidelbergensis, da cui sarebbero discesi i Neanderthal, vissuti tra 300.000 e 30.000 mila anni fa in Europa, Vicino e Medio Oriente e Asia occidentale. L’uomo anatomicamente moderno, ossia l’Homo sapiens, è comparso invece in Africa intorno a 200.000 anni fa e, circa 40.000 anni fa ha fatto il suo ingresso in Europa.
Ma adesso la scoperta del nuovo ominide spazza via questo complesso `cespuglio´ genealogico. «Alla luce delle nuove scoperte – spiega il paleontologo Lorenzo Rook, dell’università di Firenze – sembra che tutte le differenze
morfologiche notate in questi ominidi sarebbero in realtà l’evidenza della normale variabilità biologica all’interno di una singola specie, dovuta ad adattamenti ambientali o alla semplice variabilità genetica». Sono proprio i resti dei cinque individui scoperti nel sito di Dmanisi, aggiunge, un esempio (eccezionale ed unico nella documentazione fossile) di un piccolo campione della stessa popolazione con un’alta variabilità. «Anche se non tutti gli esperti sono d’accordo con questa nuova ipotesi, e c’è chi pensa addirittura che nello stesso sito di Dmanisi vi siano fossili di specie diverse, la scoperta - sottolinea Rook - ci spinge a cambiare il modo in cui è stata interpretata l’evoluzione umana finora»
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
ma è un 'unghia quella nella prima foto?
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: scienza e fantascienza
ahahahahhahahahahahahahahhahahahahahahhahahahahahaahhaha
Scass sei alla ricerca dei tuoi antenati?
Scass sei alla ricerca dei tuoi antenati?
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
Sturm mi spieghi l'immagine di oggi di google?
parlo della ''versiera'' di Maria Agnesi
parlo della ''versiera'' di Maria Agnesi
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
cos'è la versiera??
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: scienza e fantascienza
MARIA GAETANA AGNESI E LA VERSIERA - Una curva a campana che corrisponde ad una funzione cubica, che venne studiata da molti autori nel 1600 e nel 1700 e che anche la Agnesi approfondì.
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
boh, non l'ho visto google ieri, cercherò
le cubiche sono funzioni matematiche, ne ho disegnate a bizzeffe, ma la versiera come nome non l'ho mai sentito
le cubiche sono funzioni matematiche, ne ho disegnate a bizzeffe, ma la versiera come nome non l'ho mai sentito
sturmunddrang- Admin
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Re: scienza e fantascienza
rinnovabili sono finite
Il 19 agosto è l’overshoot day: abbiamo prelevato più di quanto avevamo a disposizione fino a dicembre nel conto corrente del pianeta. Da domani sopravviveremo rubando aria, acqua, terra fertile alle generazioni future
- Meno di otto mesi nell’arco di un anno. E’ questo il margine di utonomia del nostro sistema produttivo: il 19 agosto entra in rosso. E’ l’overshoot day. Vuol dire che abbiamo prelevato più di quanto avevamo a disposizione fino a dicembre nel conto corrente del pianeta. Dal 20 agosto andiamo avanti indebitandoci, sottraendo beni e servizi al futuro perché gli ecosistemi non sono più in grado di rigenerarli. Piante, aria pulita, suolo fertile: ci stiamo mangiando anno dopo anno la dotazione che abbiamo ricevuto da una storia evolutiva durata oltre 3 miliardi di anni.
Sono i calcoli del Global Footprint Network, il centro di ricerca che studia l’andamento dell’impronta ecologica dell’umanità, la capacità del pianeta di ricostituire le risorse e di assorbire i rifiuti, compresa la CO2. "Il problema del superamento della capacità rigenerativa sta diventando la sfida del ventunesimo secolo: è sia un problema ecologico che economico", ha detto Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network. L’elemento più impressionante è l’accelerazione del trend negativo. Mentre negli ultimi anni si parla sempre più spesso di politiche ambientali, i numeri mostrano un quadro molto diverso. Nel 1961 l’umanità usava solo tre quarti della capacità della Terra di generare cibo, fibre, legname, risorse ittiche e di assorbire gli inquinanti. All’inizio degli anni Settanta l’impronta ecologica dell’umanità ha superato la capacità di produzione rinnovabile del pianeta. E da allora il deficit è andato crescendo.
Oggi, l'85% della popolazione mondiale vive in paesi che richiedono alla natura più di quanto i loro ecosistemi nazionali riescano a dare. E l’Italia è fra questi: consumiamo più di 4 volte le risorse disponibili sul nostro territorio.
Peggio di noi il Giappone, (7 volte di più), e gli Emirati arabi (12 volte di più). Calcolando non il livello di efficienza delle singole economie, ma il rapporto tra consumi e risorse disponibili all’interno di un singolo paese, il deficit degli Stati Uniti viaggerebbe attorno al valore 2. Ma se lo stile di vita americano venisse esportato a livello globale, cioè se oltre 7 miliardi di persone consumassero come lo statunitense medio, sarebbe una catastrofe.
Già oggi, secondo i calcoli del Global Footprint Network, ci sarebbe bisogno di 1.5 Terre per produrre le risorse rinnovabili necessarie per sostenere l’impronta ecologica dell'umanità. E, in base a una proiezione prudente, si arriverà a 3 pianeti prima della metà di questo secolo. "C’è bisogno non solo di un cambiamento tecnologico, ma anche di una svolta negli stili di vita", osserva Roberto Brambilla, di Rete civica italiana. "Le aziende non possono più dirsi virtuose se si limitano a ridurre i propri consumi: devono mettere chi compra i loro prodotti in condizione di inquinare meno".
Ecco, vista la giornata uggiosa diamoci un'altra botta d'allegria
Il 19 agosto è l’overshoot day: abbiamo prelevato più di quanto avevamo a disposizione fino a dicembre nel conto corrente del pianeta. Da domani sopravviveremo rubando aria, acqua, terra fertile alle generazioni future
- Meno di otto mesi nell’arco di un anno. E’ questo il margine di utonomia del nostro sistema produttivo: il 19 agosto entra in rosso. E’ l’overshoot day. Vuol dire che abbiamo prelevato più di quanto avevamo a disposizione fino a dicembre nel conto corrente del pianeta. Dal 20 agosto andiamo avanti indebitandoci, sottraendo beni e servizi al futuro perché gli ecosistemi non sono più in grado di rigenerarli. Piante, aria pulita, suolo fertile: ci stiamo mangiando anno dopo anno la dotazione che abbiamo ricevuto da una storia evolutiva durata oltre 3 miliardi di anni.
Sono i calcoli del Global Footprint Network, il centro di ricerca che studia l’andamento dell’impronta ecologica dell’umanità, la capacità del pianeta di ricostituire le risorse e di assorbire i rifiuti, compresa la CO2. "Il problema del superamento della capacità rigenerativa sta diventando la sfida del ventunesimo secolo: è sia un problema ecologico che economico", ha detto Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network. L’elemento più impressionante è l’accelerazione del trend negativo. Mentre negli ultimi anni si parla sempre più spesso di politiche ambientali, i numeri mostrano un quadro molto diverso. Nel 1961 l’umanità usava solo tre quarti della capacità della Terra di generare cibo, fibre, legname, risorse ittiche e di assorbire gli inquinanti. All’inizio degli anni Settanta l’impronta ecologica dell’umanità ha superato la capacità di produzione rinnovabile del pianeta. E da allora il deficit è andato crescendo.
Oggi, l'85% della popolazione mondiale vive in paesi che richiedono alla natura più di quanto i loro ecosistemi nazionali riescano a dare. E l’Italia è fra questi: consumiamo più di 4 volte le risorse disponibili sul nostro territorio.
Peggio di noi il Giappone, (7 volte di più), e gli Emirati arabi (12 volte di più). Calcolando non il livello di efficienza delle singole economie, ma il rapporto tra consumi e risorse disponibili all’interno di un singolo paese, il deficit degli Stati Uniti viaggerebbe attorno al valore 2. Ma se lo stile di vita americano venisse esportato a livello globale, cioè se oltre 7 miliardi di persone consumassero come lo statunitense medio, sarebbe una catastrofe.
Già oggi, secondo i calcoli del Global Footprint Network, ci sarebbe bisogno di 1.5 Terre per produrre le risorse rinnovabili necessarie per sostenere l’impronta ecologica dell'umanità. E, in base a una proiezione prudente, si arriverà a 3 pianeti prima della metà di questo secolo. "C’è bisogno non solo di un cambiamento tecnologico, ma anche di una svolta negli stili di vita", osserva Roberto Brambilla, di Rete civica italiana. "Le aziende non possono più dirsi virtuose se si limitano a ridurre i propri consumi: devono mettere chi compra i loro prodotti in condizione di inquinare meno".
Ecco, vista la giornata uggiosa diamoci un'altra botta d'allegria
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
http://video.corriere.it/elicottero-drone-completamente-fatto-casa/89f1eba8-51f3-11e5-aea2-071d869373e1
Sturm vuoi che te compro???
Sturm vuoi che te compro???
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
no aiuto, al primo soffio di vento si ribalta
sturmunddrang- Admin
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Re: scienza e fantascienza
miss marple ha scritto:
MARIA GAETANA AGNESI E LA VERSIERA - Una curva a campana che corrisponde ad una funzione cubica, che venne studiata da molti autori nel 1600 e nel 1700 e che anche la Agnesi approfondì.
sturmunddrang ha scritto:boh, non l'ho visto google ieri, cercherò
le cubiche sono funzioni matematiche, ne ho disegnate a bizzeffe, ma la versiera come nome non l'ho mai sentito
arabo
scusate il drone elicottero è bruttissimissimo !! ( ho visto solo l'inizio dlevideo perchè poi mi è crashato il browser
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: scienza e fantascienza
è per sturm che è appassionata di elicotteri e che così può farselo in casa
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
ma si vede lontano un km che è una sòla, lasa sta' che l'è mej
sturmunddrang- Admin
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Re: scienza e fantascienza
volevo regalarti i pezzi da costruzione per natale
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
I minerali più rari al mondo: al primo posto l’Ichnusaite, trovata in Sardegna
I diamanti in confronto sono estremamente dozzinali. È uscito su American Mineralogist l’elenco dei 2.500 minerali al mondo più rari, belli, e molto complessi
Sono 2.500 i minerali più rari de
i diamanti. Microscopici: per molti di loro la quantità totale presente sull’intero pianeta starebbe in un ditale. Nessuno è stato rinvenuto in più di cinque località in tutto il mondo. I più rari dei più rari sono 25: alcuni presenti in uno solo luogo sulla faccia della Terra. Come l’ichnusaite sarda, un fragile minerale scoperto a Su Seinargiu, Cagliari, nel 2013. Se ne conosce un unico esemplare.
Ichnusaite
L’ichnusaite è un molibdato idrato di torio, affine alla nuragheite, un altro minerale rarissimo. Il suo studio è interessante per scoprire l’alterazione del combustibile esausto delle centrali nucleari e l’eventuale rilascio di radioattività durante lo stoccaggio.
ma non è un derivato del carbone???
I diamanti in confronto sono estremamente dozzinali. È uscito su American Mineralogist l’elenco dei 2.500 minerali al mondo più rari, belli, e molto complessi
Sono 2.500 i minerali più rari de
i diamanti. Microscopici: per molti di loro la quantità totale presente sull’intero pianeta starebbe in un ditale. Nessuno è stato rinvenuto in più di cinque località in tutto il mondo. I più rari dei più rari sono 25: alcuni presenti in uno solo luogo sulla faccia della Terra. Come l’ichnusaite sarda, un fragile minerale scoperto a Su Seinargiu, Cagliari, nel 2013. Se ne conosce un unico esemplare.
Ichnusaite
L’ichnusaite è un molibdato idrato di torio, affine alla nuragheite, un altro minerale rarissimo. Il suo studio è interessante per scoprire l’alterazione del combustibile esausto delle centrali nucleari e l’eventuale rilascio di radioattività durante lo stoccaggio.
ma non è un derivato del carbone???
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: scienza e fantascienza
non l'avevo mai sentito nominare ma dicono molibdato idrato di torio, quindi molibdeno e torio
il carbonio può essere grafite e diamanti
il carbonio può essere grafite e diamanti
sturmunddrang- Admin
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