l'arca di noè
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Re: l'arca di noè
non mi piacciono questi senza pelliccetta
sturmunddrang- Admin
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Re: l'arca di noè
neanche a me, ma gli altri in mostra sono belli. Questo mi sembra il parente del dr. Spock
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: l'arca di noè
questi qua pelati con le rughe sono gli sphynx, dicono che siano dolcissimi
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: l'arca di noè
è vero,sono i "gatti sfinge". però anch'io preferisco quelli "pellicciosi e morbidosi "
sunflower- Messaggi : 2282
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Re: l'arca di noè
http://www.corriere.it/scienze/13_aprile_03/rondini-primavera-migrazione-rotte-diverse_d2a67420-9b9f-11e2-9ea8-0b4b19a52920.shtml
Rondini in ritardo e sempre meno numerose
ARRIVATE SOLO IL 10-15%, LE ALTRE SONO ORA IN NORD AFRICA
Rondini in ritardo e sempre meno numerose
In Italia in dieci anni si sono ridotte del 50%. Rotte diverse tra migrazione primaverile e autunnale
Capita un po’ a tutti in questo periodo di guardare il cielo e di chiedersi dove sono le nostre rondini. «A parte quelle poche (circa il 10-15 per cento) che sono già arrivate sulla nostra penisola, la maggior parte si sta affacciando ora sulle coste del Nord Africa. Si tratta di individui adulti, cioè di due o più anni d’età: i più giovani devono infatti ancora mettersi in viaggio perché stanno ultimando la muta del piumaggio», risponde Nicola Saino, professore ordinario di ecologia al dipartimento di bioscienze dell’Università degli studi di Milano.
PERCORSI DIVERSI - Grazie a una ricerca in corso, finanziata anche da Fondazione Cariplo, Lipu (Lega italiana protezione uccelli), Parco Adda Sud e Università Bicocca di Milano, oggi si sa anche l’itinerario che percorreranno per venire a riprodursi nel nostro Paese, che a sorpresa si è scoperto essere diverso da quello utilizzato per tornare a svernare nel sud del Sahara. «Se in autunno la loro rotta è pressoché una linea retta con direzione nord-sud, in primavera descrivono un itinerario più articolato che si snoda lungo le coste africane dell’Atlantico fino allo stretto di Gibilterra, passa per la penisola iberica e attraversa la Francia meridionale per arrivare in Italia», spiega Saino. Il viaggio primaverile è dunque più lungo di quello autunnale. Se il primo è di ben 7 mila km, il secondo è di «appena» 4 mila km.
MAPPATE - A questa conclusione si è potuti giungere analizzando le registrazioni effettuate da dispositivi elettronici assai avanzati, applicati come uno zainetto sulle spalle di cento rondini in estate e rimossi al loro ritorno in primavera. Con questo metodo del tutto originale per lo studio della migrazione, messo a punto dalla Swiss Volgelwarte e utilizzato anche dall’Università degli Studi di Milano, si è capito che le rondini non compiono lo stesso tragitto in primavera e autunno. Un risultato che va contro l’aspettativa di vedere le rondini desiderose di arrivare prima nelle nostre terre per riprodursi (le più tempestive fanno fino a tre covate in primavera-estate) e di tornare con tutta calma a sud del Sahara dopo l’estate.
ATTRAVERSO IL SAHARA - «L’allungamento della rotta sembra essere una necessità per questi migratori di lungo raggio che incontrano condizioni ambientali non ottimali sulla loro via», illustri il ricercatore. «Le nostre rondini prima di partire da Nigeria, Gabon, Camerun e Rep. Centrafricana, devono infatti ingrassare e accumulare riserve per attraversare il Sahara, e successivamente devono ancora rifocillarsi prima di superare il Mediterraneo. I cambiamenti climatici, e la conseguente scarsità di cibo, le obbligano ad allungare il loro itinerario».
TEMPI STRETTI - Perché allora in autunno percorrono una rotta lineare più veloce? Sebbene debbano sempre oltrepassare il Mediterraneo e il deserto del Sahara, le priorità cambiano e l’obiettivo diventa il rispetto dei tempi imposti dalla loro migrazione. Le rondini devono infatti osservare una tabella di marcia che prevede una routine annuale molto compressa, fatta dal susseguirsi di riproduzione, migrazione e muta del piumaggio. A fine estate non c’è dunque tempo da perdere. Tenendo conto che la migrazione è in un certo senso tempo sprecato, alle rondini conviene tagliare dritto per arrivare al più presto nella prima fascia utile a sud del Sahara, dove almeno possono iniziare a mutare il piumaggio. Un’operazione, questa, che le obbliga a stare ferme in un luogo per quattro mesi circa, e che deve essere rigorosamente ultimata prima di poter ripartire per le nostre latitudini.
MANGIATE - A rallegrare i nostri cieli ci saranno senz’altro quest’anno meno rondini dell’anno scorso: in dieci anni il loro numero si è ridotto del 50 per cento in Italia. Colpa dei cambiamenti climatici, della trasformazione degli agrosistemi e degli habitat, ma anche della loro uccisione per mano dell’uomo perpetuata con lo scopo di arricchire la propria dieta con proteine animali. «Continua infatti la strage di decine di migliaia di rondini: in Nigeria vengono catturate di notte con lunghe aste ricoperte con una sostanza vischiosa; nella Rep. Centrafricana e in altre regioni le catturano facendo roteare in aria un amo innescato con una termite», aggiorna Saino.
RISORSE CONTRO LA CATTURA - Fermare questa moria è tuttavia possibile innanzitutto dando cibo agli abitanti di pochi villaggi che tradizionalmente le cacciano, sfuttando il fatto che in inverno le rondini si aggregano a centinaia di migliaia in piccolissime aree di quei Paesi africani. Ad esempio si potrebbero incentivare le snail farms, piccoli allevamenti di grosse lumache del genere Achatina che si avviano con alcune migliaia di euro e che possono essere una notevole risorsa alimentare; istituendo servizi di sorveglianza alle rondini svolti dai giovani del posto; favorendo il turismo naturalistico sostenibile o promuovendo progetti di conservazione già attuati in parte da alcune istituzioni e organizzazioni locali.
Rondini in ritardo e sempre meno numerose
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Rondini in ritardo e sempre meno numerose
In Italia in dieci anni si sono ridotte del 50%. Rotte diverse tra migrazione primaverile e autunnale
Capita un po’ a tutti in questo periodo di guardare il cielo e di chiedersi dove sono le nostre rondini. «A parte quelle poche (circa il 10-15 per cento) che sono già arrivate sulla nostra penisola, la maggior parte si sta affacciando ora sulle coste del Nord Africa. Si tratta di individui adulti, cioè di due o più anni d’età: i più giovani devono infatti ancora mettersi in viaggio perché stanno ultimando la muta del piumaggio», risponde Nicola Saino, professore ordinario di ecologia al dipartimento di bioscienze dell’Università degli studi di Milano.
PERCORSI DIVERSI - Grazie a una ricerca in corso, finanziata anche da Fondazione Cariplo, Lipu (Lega italiana protezione uccelli), Parco Adda Sud e Università Bicocca di Milano, oggi si sa anche l’itinerario che percorreranno per venire a riprodursi nel nostro Paese, che a sorpresa si è scoperto essere diverso da quello utilizzato per tornare a svernare nel sud del Sahara. «Se in autunno la loro rotta è pressoché una linea retta con direzione nord-sud, in primavera descrivono un itinerario più articolato che si snoda lungo le coste africane dell’Atlantico fino allo stretto di Gibilterra, passa per la penisola iberica e attraversa la Francia meridionale per arrivare in Italia», spiega Saino. Il viaggio primaverile è dunque più lungo di quello autunnale. Se il primo è di ben 7 mila km, il secondo è di «appena» 4 mila km.
MAPPATE - A questa conclusione si è potuti giungere analizzando le registrazioni effettuate da dispositivi elettronici assai avanzati, applicati come uno zainetto sulle spalle di cento rondini in estate e rimossi al loro ritorno in primavera. Con questo metodo del tutto originale per lo studio della migrazione, messo a punto dalla Swiss Volgelwarte e utilizzato anche dall’Università degli Studi di Milano, si è capito che le rondini non compiono lo stesso tragitto in primavera e autunno. Un risultato che va contro l’aspettativa di vedere le rondini desiderose di arrivare prima nelle nostre terre per riprodursi (le più tempestive fanno fino a tre covate in primavera-estate) e di tornare con tutta calma a sud del Sahara dopo l’estate.
ATTRAVERSO IL SAHARA - «L’allungamento della rotta sembra essere una necessità per questi migratori di lungo raggio che incontrano condizioni ambientali non ottimali sulla loro via», illustri il ricercatore. «Le nostre rondini prima di partire da Nigeria, Gabon, Camerun e Rep. Centrafricana, devono infatti ingrassare e accumulare riserve per attraversare il Sahara, e successivamente devono ancora rifocillarsi prima di superare il Mediterraneo. I cambiamenti climatici, e la conseguente scarsità di cibo, le obbligano ad allungare il loro itinerario».
TEMPI STRETTI - Perché allora in autunno percorrono una rotta lineare più veloce? Sebbene debbano sempre oltrepassare il Mediterraneo e il deserto del Sahara, le priorità cambiano e l’obiettivo diventa il rispetto dei tempi imposti dalla loro migrazione. Le rondini devono infatti osservare una tabella di marcia che prevede una routine annuale molto compressa, fatta dal susseguirsi di riproduzione, migrazione e muta del piumaggio. A fine estate non c’è dunque tempo da perdere. Tenendo conto che la migrazione è in un certo senso tempo sprecato, alle rondini conviene tagliare dritto per arrivare al più presto nella prima fascia utile a sud del Sahara, dove almeno possono iniziare a mutare il piumaggio. Un’operazione, questa, che le obbliga a stare ferme in un luogo per quattro mesi circa, e che deve essere rigorosamente ultimata prima di poter ripartire per le nostre latitudini.
MANGIATE - A rallegrare i nostri cieli ci saranno senz’altro quest’anno meno rondini dell’anno scorso: in dieci anni il loro numero si è ridotto del 50 per cento in Italia. Colpa dei cambiamenti climatici, della trasformazione degli agrosistemi e degli habitat, ma anche della loro uccisione per mano dell’uomo perpetuata con lo scopo di arricchire la propria dieta con proteine animali. «Continua infatti la strage di decine di migliaia di rondini: in Nigeria vengono catturate di notte con lunghe aste ricoperte con una sostanza vischiosa; nella Rep. Centrafricana e in altre regioni le catturano facendo roteare in aria un amo innescato con una termite», aggiorna Saino.
RISORSE CONTRO LA CATTURA - Fermare questa moria è tuttavia possibile innanzitutto dando cibo agli abitanti di pochi villaggi che tradizionalmente le cacciano, sfuttando il fatto che in inverno le rondini si aggregano a centinaia di migliaia in piccolissime aree di quei Paesi africani. Ad esempio si potrebbero incentivare le snail farms, piccoli allevamenti di grosse lumache del genere Achatina che si avviano con alcune migliaia di euro e che possono essere una notevole risorsa alimentare; istituendo servizi di sorveglianza alle rondini svolti dai giovani del posto; favorendo il turismo naturalistico sostenibile o promuovendo progetti di conservazione già attuati in parte da alcune istituzioni e organizzazioni locali.
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: l'arca di noè
povere rondini
tornando ai mici invece,sono belli quelli della mostra,ma se dovessi sceglierne uno tra quelli a pelo corto opterei per altro,ad esempio un siamese,li trovo molto belli
tornando ai mici invece,sono belli quelli della mostra,ma se dovessi sceglierne uno tra quelli a pelo corto opterei per altro,ad esempio un siamese,li trovo molto belli
sunflower- Messaggi : 2282
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Re: l'arca di noè
i siamesi però ora sono molto diversi da questi che hanno acquisito un altro nome, i siamesi di adesso hanno una faccia simile agli sphynx e hanno gli occhi di un blu meraviglioso zaffiro profondo. hano una faccia orrible ma n mantello molto lucido e sono tipo anoressici ma hanno questi occhi spaziali incredibili. il siamese che dico io inoltre è famoso per la voce stentorea che assomiglia quasi a quella umana dei bambini e anche per essere abbastanza "chiacchierone".
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: l'arca di noè
davvero? come mai sono cambiati così i lineamenti della razza,peccato,a me piacevano così un po' più "morbidosi" appunto,come i cuccioli che ho postato. sì gli occhi sono bellissimi,un colore stupendo!
sunflower- Messaggi : 2282
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Re: l'arca di noè
perchè li hanno selezionati così, hanno ritenuto che esteticamente siano più eleganti mezzi pelati e anoresici conle orecchie da dr. spock e il muso appuntito. anche gli occhi strabici convergenti e la coda nodosa alla fine sono caratteristiche apprezzate: praticamente c'è la leggenda ( io però lo chiamo marketing anche se sarebbe bello che fosse folklore vero) secondo la quale una principessa del siam appunto, aveva questigatti che erano molto amoervoli intelligenti e fedeli, lei dovette fuggire per via di una guerra e affidò i suoi gioielli ai suoi gatti perchè li custodissero. in pratica il nodo della coda sarebbe il segno di uno degli anelli della principessa o forse un nodo che laprincipessa fece per nnperdere gli anelli e gli occhi blu e storti sarebbero dovuti al fattoche la colonia felina talmente che fissava con dedizione il tesoro d ella principessa che gli sono venuti gli occhi storti e blu per via del riflesso degli zaffiri. più o meno.
quello che hai postato tu dovrebbe essere una varietà thai
anche sui birmani sacri c'è la leggenda che fossero abitanti dei monasteri e che fossero i gatti sacri dei monaci, e hanno i guantini e i calzini bianchi per nonmi ricordo più qule motivo sempre rigurdante la sacralità dei luoghi eccetera. in realtà sono gatti rrivati in europa tramite viaggitori danarosi,negli anni '30, se non erro ci dovrebbe esere di mezzo anche dei nobili europei, tipo i savoia o gli windsor nn ricordo. insomma i birmani arrivarono in europa negli nni 30 tipo poi la razza è stata mantenuta con incroci tra siamesi e persiani e se non erro è un razza riconosciuta certificata dagli anni 80 se non addirittura 90.
un altro gatto orientale (medioorientale) che ha una bella leggenda è il turco van, varietà di gatto d'angora con macchie ad anello arancioni e sul muso e la testa, occhipure arancioni o anche uno azzurro e l'ltro verde-giallo, è protetto e se ne possono vendere pochissimi. è anche noto come lil gatto nuotatore perchè ama l'acqua e nuotare. in pratica questa varietà di gatto d'angora avrebbe queste macchie perchè allah lo avrebbe visto nuotare nel bosforo e nonricordo se perchè era indifficoltà per il vbosforo ghiacciato o perchè semplicemente glipiaceva, allah loprese per la collottola e per la coda lasciando la sua impronta sul mantello dell'animale.
tornando ai siamesi e alla razza denominaata "orientale", il siamese dovebbe essere una variante di questa stesa razza che morvologicamente è uguale solo che l'orientale ha i colori "solidi" cioè tinta unita con mantello crema, nero oppure blu o lilac ( una specie di marron glacè) la macchiatura tipica del siamese e del birmano, con gli occhi zzurri, è geneticamente originaria dal gatto himalaiano una specie di birmano senza guantini, molto grosso e molto peloso. anche il persiano può avere i point e gliocchi azzurri. anche il ragdoll, anche se non mi risulta che si aun gatto orientale. la macchiatura dei point può essere di vari colori: cream, red, chocolate, blue, lilac conle varianti tortie, cioè tartaruga ( a tre colori, solo nelle femmine o molto ma molto raramente nei maschi, che però risultano sterili) o tabbie cioè tigrato , esistono anche vrietà torbie, cioè tabby con colorazione tortie.
intanto esempi di siamesi che ti dicevo
siamese blue point
l'himalayano, è praticamente identico al birmano ma nonè guantato
una birmana tortie point
varietà tabby point ( i tabby possono essere tortie, blu, chocolte, lilac, cream eccetera)
questo invece è unchocolate da compagnia, cioè non da gara perchè ha il guantaggio imperfetto. le gare nonsono tipo agility sono concorsi di bellezza in cui i campioni vincono in base alla perfezione di qualità estetiche riconosciute come la migliore espressione genetica per quelle caratteritiche che tipicizzano quella determinata razza certificata
gatto orientale
turco van
un ragdoll
quello che hai postato tu dovrebbe essere una varietà thai
anche sui birmani sacri c'è la leggenda che fossero abitanti dei monasteri e che fossero i gatti sacri dei monaci, e hanno i guantini e i calzini bianchi per nonmi ricordo più qule motivo sempre rigurdante la sacralità dei luoghi eccetera. in realtà sono gatti rrivati in europa tramite viaggitori danarosi,negli anni '30, se non erro ci dovrebbe esere di mezzo anche dei nobili europei, tipo i savoia o gli windsor nn ricordo. insomma i birmani arrivarono in europa negli nni 30 tipo poi la razza è stata mantenuta con incroci tra siamesi e persiani e se non erro è un razza riconosciuta certificata dagli anni 80 se non addirittura 90.
un altro gatto orientale (medioorientale) che ha una bella leggenda è il turco van, varietà di gatto d'angora con macchie ad anello arancioni e sul muso e la testa, occhipure arancioni o anche uno azzurro e l'ltro verde-giallo, è protetto e se ne possono vendere pochissimi. è anche noto come lil gatto nuotatore perchè ama l'acqua e nuotare. in pratica questa varietà di gatto d'angora avrebbe queste macchie perchè allah lo avrebbe visto nuotare nel bosforo e nonricordo se perchè era indifficoltà per il vbosforo ghiacciato o perchè semplicemente glipiaceva, allah loprese per la collottola e per la coda lasciando la sua impronta sul mantello dell'animale.
tornando ai siamesi e alla razza denominaata "orientale", il siamese dovebbe essere una variante di questa stesa razza che morvologicamente è uguale solo che l'orientale ha i colori "solidi" cioè tinta unita con mantello crema, nero oppure blu o lilac ( una specie di marron glacè) la macchiatura tipica del siamese e del birmano, con gli occhi zzurri, è geneticamente originaria dal gatto himalaiano una specie di birmano senza guantini, molto grosso e molto peloso. anche il persiano può avere i point e gliocchi azzurri. anche il ragdoll, anche se non mi risulta che si aun gatto orientale. la macchiatura dei point può essere di vari colori: cream, red, chocolate, blue, lilac conle varianti tortie, cioè tartaruga ( a tre colori, solo nelle femmine o molto ma molto raramente nei maschi, che però risultano sterili) o tabbie cioè tigrato , esistono anche vrietà torbie, cioè tabby con colorazione tortie.
intanto esempi di siamesi che ti dicevo
siamese blue point
l'himalayano, è praticamente identico al birmano ma nonè guantato
una birmana tortie point
varietà tabby point ( i tabby possono essere tortie, blu, chocolte, lilac, cream eccetera)
questo invece è unchocolate da compagnia, cioè non da gara perchè ha il guantaggio imperfetto. le gare nonsono tipo agility sono concorsi di bellezza in cui i campioni vincono in base alla perfezione di qualità estetiche riconosciute come la migliore espressione genetica per quelle caratteritiche che tipicizzano quella determinata razza certificata
gatto orientale
turco van
un ragdoll
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: l'arca di noè
io la vieterei la selezione genetica
ma non si indeboliscono? cioè, sono più soggetti a malattie che voi sappiate?
ma non si indeboliscono? cioè, sono più soggetti a malattie che voi sappiate?
sturmunddrang- Admin
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Re: l'arca di noè
dipende dalle razze. a volte si caratterizzano delle malattie tipiche di quella razza lì, per esempio i persiani possono avere problemi respiratori o gli colano gli occhiperchè li hanno selezionati conla faccia schiacciata, originariamente avevano il musino normale. e credoper esempio che alcuni cani soffrano di nervi e altri di ossa o cose del genere ma non è detto che la patologia tipica di quella razza necessariamente si manifesti e cmq generalmente sempre inetà avanzata.
è anche vero però che sempre più spesso anche la vita degli animali domestici si è molto allungata
è anche vero però che sempre più spesso anche la vita degli animali domestici si è molto allungata
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: l'arca di noè
grazie mille davvero per la spiegazione scass!
sunflower- Messaggi : 2282
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Re: l'arca di noè
Bioparco di Roma: è nata Amelia, cucciolo di cammello della Battriana
Sherazade- Messaggi : 1605
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Re: l'arca di noè
onestamente è più bello il dromedario, di faccia
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: l'arca di noè
discorsi dei babbuini, così simili a quelli umani
Emettono suoni e muovono le labbra in un modo simile a quello degli esseri umani: sono i babbuini gelada
MILANO – «Mi capitava spesso di girarmi e guardarmi alle spalle, come se qualcuno mi stesse parlando. Poi ho scoperto che erano i babbuini»: lo afferma Thore Bergman dell’Università del Michigan di Ann Arbor, che con il suo team sta monitorando da anni i discorsi dei babbuini gelada.
SCIMMIE PARLANTI? - Il ritmo della loro voce è ondeggiante, nel tono e nella modulazione, e fanno schioccare le labbra proprio come le persone, suggerendo un percorso evolutivo molto vicino all’uomo: sono i babbuini gelada, gli unici primati a interagire in un modo così complesso. Se si sentono i loro versi si può anche prendere una cantonata e scambiare le loro comunicazioni per il borbottio di un uomo dalla voce roca. Sarebbero i movimenti facciali la causa di questa abilità e precedenti studi condotti sull’uomo hanno dimostrato che il parlato umano è dovuto a un complesso sistema di movimenti molto veloci che ricorda l’attività di masticazione.
SCHIOCCO DI LABBRA - Il loro nome scientifico è Theropithecus gelada e sono una specie di babbuini del tutto particolare. Il tipico schiocco di labbra (in gergo wobble) ha incuriosito gli studiosi dell’Università del Michigan, che hanno intercettato l’insolita capacità vocale e studiato i loro discorsi classificandone le caratteristiche e arrivando alla conclusione, pubblicata su Current Biology, che le “chiacchiere” di questi animali sembrano quelle delle persone. Un linguaggio ante-litteram, lo definiscono gli esperti, che già dal 2006 seguono le orme di questi primati, decisamente affascinati da quel modo particolare che hanno di sincronizzare labbra, lingua e osso ioide, che si trova alla radice della lingua. Se poi le loro caratteristiche sonore siano il risultato di un’organizzazione sociale molto complessa e di una necessità raffinata di comunicare o se, viceversa, questa loro abilità li abbia portati a un sistema di relazioni particolarmente evoluto è impossibile da stabilire, ma è certo che questa specie di primati è straordinariamente prossima agli umani per quanto riguarda lo spettro vocale.
DISCORSI DA BABBUINI - I loro discorsi, secondo i ricercatori dell’Università del Michigan, possono essere considerati una versione embrionale della conversazione umana. Il suono labiale che producono è analogo ai baci umani, motivo per cui lo schiocco delle labbra, un comportamento che molti primati mostrano nelle interazioni, può essere inteso come un passo evoluzionistico verso il linguaggio vero e proprio e parte della scienza sostiene che anche il cammino umano verso la lingua parlata abbia seguito un iter analogo. La struttura sociale dei branchi di gelada è formata da gruppi che restano insieme per molto tempo: si tratta di scimmie gregarie che vivono in comunità perfettamente gerarchizzate dominate da un unico maschio e che possono arrivare fino a quattrocento individui. Tra le femmine sono stati riscontrati spiccati comportamenti affiliativi, come il grooming (la pulizia del pelo) e il gioco e soprattutto i babbuini gelada sono già noti ai ricercatori per la loro risata (o qualcosa che la ricorda), capace di contagiare i cuccioli come avviene anche tra genitori e figli umani. Mamma e papà ridono e trasmettono allegria. E talvolta parlano anche.
Io conosco degli umani che si esprimono come i babbuini
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: l'arca di noè
NATI ORUS, LICINIO, CALPURNIA E SHEIN
I 4 PICCOLI FALCHI DELLA COPPIA ARIA E VENTO
L’evento in diretta sul sito www.birdcam.it grazie alle webcam di Terna
sul tetto della facoltà di Economia dell’Università di Roma “La Sapienza”
Le uova di Aria e Vento, la coppia di falchi pellegrini che da ormai nove anni consecutivi nidifica in una cassetta-nido installata da Terna sul cornicione della Facoltà di Economia dell’Università di Roma “La Sapienza”, erano state deposte all’inizio di marzo. Ora, tutte e quattro, si sono schiuse.
A dare la notizia sono stati gli internauti italiani e olandesi che dal sito www.birdcam.it hanno assistito in diretta alla schiusa delle uova.
I 4 PICCOLI FALCHI DELLA COPPIA ARIA E VENTO
L’evento in diretta sul sito www.birdcam.it grazie alle webcam di Terna
sul tetto della facoltà di Economia dell’Università di Roma “La Sapienza”
Le uova di Aria e Vento, la coppia di falchi pellegrini che da ormai nove anni consecutivi nidifica in una cassetta-nido installata da Terna sul cornicione della Facoltà di Economia dell’Università di Roma “La Sapienza”, erano state deposte all’inizio di marzo. Ora, tutte e quattro, si sono schiuse.
A dare la notizia sono stati gli internauti italiani e olandesi che dal sito www.birdcam.it hanno assistito in diretta alla schiusa delle uova.
sturmunddrang- Admin
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Re: l'arca di noè
qui fuori da me sul muretto che mi divide dal vicino, sono nati 3 merlottini, ne danno l'annuncio fischiettando allegramente i felici genitori
miss marple- Messaggi : 5556
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