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I predatori dell'arca perduta

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Messaggio Da miss marple Dom 28 Ott 2012 - 12:26

Nel sito archeologico di Tak’alik Ab’aj, dopo 10 anni di continue ricerche, è stata ritrovata una delle più antiche tombe maya conosciute. Tra i sorprendenti risultati centinaia di perle di Giada, cucite su stoffa o pelle, ricamate su braccialetti e cavigliere. Il sito del ritrovamento si trova nel sud-ovest del Guatemala, a circa 45 km dal confine con lo stato messicano del Chiapas e 40 km dall’Oceano Pacifico. Tak ‘Alik Ab’aj, rappresentativa della prima fioritura della cultura Maya, significa nella lingua locale, “la pietra in piedi“. La datazione al radiocarbonio, secondo le prime analisi, confermerebbe la data del 700-400 a.C., e per questa ragione considerata la più antica sepoltura reale Maya con un tale abbigliamento sofisticato trovato in Mesoamerica.


L’abbigliamento di questa seconda sepoltura, che, come la prima, non presenta ossa conservate a causa del tempo trascorso, contiene pochi vasi, ma meravigliose statuette femminili. La collana, con forme particolari di perle simili a quelle che si trovano nella zona Olmechi, è un pezzo unico centrale: una cosiddetta “figura alata in piedi” o “figura umana con testa di uccello”, in analogia con i vari pezzi della collezione del Museo del Costa Rica. Questi ritratti di figura umana con testa di uccello, molto probabilmente un avvoltoio, potrebbero rappresentare una prima indicazione che il possessore sarebbe stato un uomo di alto rango. Questa sepoltura è di grande importanza per considerare la connessione tra la via commerciale lungo la costa del Pacifico e l’apparente sviluppo socio-culturale in questa regione geografica, e fornisce inoltre l’opportunità di stabilire gradi di similitudine e differenze tra caratteristiche culturali e le relative diffusioni. Presso il sito archeologico è in corso di costruzione un museo.


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Messaggio Da miss marple Dom 4 Nov 2012 - 15:39



Bulgaria, scoperta la città più antica d'Europa
Sorge nelle vicinanze di Provadia, nel nord-est della Bulgaria, quella che è stata considerata la più antica città preistorica del Vecchio Continente. "La città ospitava circa 350 abitanti e venne creata tra il 4.700 e il 4.200 avanti Cristo" spiega il responsabile del museo di Provadia

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Messaggio Da sturmunddrang Dom 4 Nov 2012 - 19:50

pensa quello che l'ha scoperta, roba da non dormire più finchè non l'ha scavata tutta sbav
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Messaggio Da miss marple Lun 12 Nov 2012 - 12:52

Bulgaria, un tesoro tutto d'oro
degli antichi Traci
Un tesoro di preziosi manufatti, tra cui teste di cavallo, collane, piccoli busti, racconta l'età dell'oro della lavorazione dei metalli nell'antica Tracia

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Messaggio Da Sherazade Lun 12 Nov 2012 - 13:40

miss marple ha scritto:Bulgaria, un tesoro tutto d'oro
degli antichi Traci
Un tesoro di preziosi manufatti, tra cui teste di cavallo, collane, piccoli busti, racconta l'età dell'oro della lavorazione dei metalli nell'antica Tracia

I predatori dell'arca perduta - Pagina 2 MaskI predatori dell'arca perduta - Pagina 2 Panagyuriste1I predatori dell'arca perduta - Pagina 2 W300-882bfe14990b80f41022f0ce358239b1I predatori dell'arca perduta - Pagina 2 Nulgaria_treasure

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Messaggio Da La Sкaßalqaatsaя Lun 12 Nov 2012 - 13:47

la maschera è idntica a quella di agamennone


ma anche

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Very Happy
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Messaggio Da miss marple Lun 19 Nov 2012 - 12:19

http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_19/fattoria-lorenzo-il-magnifico-scoperchiata-abbandonata-stella_c73c81ba-3213-11e2-942f-a1cc3910a89d.shtml

La fattoria di Lorenzo il Magnifico ,scoperchiata e abbandonata
QUI IL SIGNORE DI FIRENZE SPERIMENTÒ LE PRIME RISAIE E PORTÒ PERFINO UNA GIRAFFA
La fattoria di Lorenzo il Magnifico ,
scoperchiata e abbandonata
Lavori bloccati dai giudici, ora piove nel gioiello rinascimentale

Sta arrivando l'incubo di un altro inverno, dopo giorni di piogge a dirotto, sulle cascine scoperchiate di Lorenzo il Magnifico. E nuove crepe e nuovi crolli e nuovi grovigli di sterpi si sommeranno ai vecchi. Rovine su rovine. Un degrado umiliante per la fattoria modello del Rinascimento. Il sito web del Comune di Prato, ancora oggi, riporta un quadretto idilliaco tratto da «Itinerari laurenziani» del 1992 dove si spiega che «nel tratto di pianura compreso fra Poggio a Caiano e Prato», lungo il fiume Ombrone che la separa dai terreni della villa medicea, la fattoria «creata per volontà di Lorenzo il Magnifico» è «rimasta pressoché intatta nelle sue linee originarie fino ad oggi...».

Una presa in giro che dovrebbe almeno essere rimossa da internet. Non occorre neppure andare a Poggio a Caiano, infatti, per vedere in quali condizioni disperate versano le cascine che il signore di Firenze volle edificare nel 1477, dando una sistemazione definitiva alle terre che i Medici avevano cominciato ad acquistare da alcuni decenni nella pianura solcata dall'Ombrone. Basta andare su Google Map: i tetti della fattoria per la gran parte non ci sono più. Sono stati tolti cinque anni fa per una ristrutturazione bloccata dalla rivolta degli ambientalisti e dai magistrati. Perché proprio di una ristrutturazione si trattava: mica di un restauro conservativo.

Andiamo a rileggere il rapporto di Italia Nostra: «Si tratta di un insolito edificio quadrato a corte centrale e torri angolari, attribuito a Giuliano da Sangallo e contemporaneo al primo cantiere della Villa di Poggio a Caiano (fine XV)... L'edificio è circondato da un fossato d'acqua e si accede alla corte interna da un unico ingresso ad arco. La corte è circondata da portici su tre lati ed accoglieva al suo centro, fino al XVIII secolo, una grande vasca adibita a vivaio di pesci». Era un gioiello, quella tenuta. Tanto da vantare il primo esperimento di risaia in Toscana, l'allevamento dei bachi da seta, la produzione di miele e formaggi e ancora la selezione di «animali esotici da caccia quali pavoni, conigli di razza spagnola, daini bianchi».

Fu lì, a quanto pare, che Lorenzo de' Medici fece portare anche la giraffa che, con un leone addomesticato, gli aveva regalato nel novembre 1487 «el Soldano di Babilonia», che in realtà era quello d'Egitto. Un animale magnifico che lasciò a bocca aperta i fiorentini, racconteranno i cronisti, perché «era sette braccia alta, e 'l piè come 'l bue» e così tranquilla che poteva prendere una mela dalla mano di un bambino. E sollevò tanta curiosità che dovettero portarla in giro per conventi perché la vedessero anche le suore di clausura. Un impazzimento tale che il «camelopardo», com'era chiamata la giraffa allora, finì addirittura nel corteo di una «Adorazione dei magi» del Ghirlandaio e nel «Tributo a Cesare» lasciato incompiuto dal Andrea del Sarto nella Villa di Poggio a Caiano.

A farla corta, stiamo parlando di un luogo magico che si presterebbe splendidamente per offrire al turismo colto internazionale innamorato di Lorenzo de' Medici la ricostruzione fedele d'una fattoria come l'immaginavano nel Rinascimento. Non ce ne sono altre, nell'orbe terraqueo. Le Cascine di Tavola, come sono chiamate oggi, sono uniche e irripetibili. Per questo, quando passò il progetto di farne un quartiere residenziale, Legambiente e Italia Nostra fecero l'iradiddio per mettersi di traverso: come potevano trasformare la fattoria medicea, finita di passaggio in passaggio in mano ai privati, in un complesso edilizio di 160 bilocali alcuni dei quali col giardinetto privato più un hotel a quattro stelle, un ristorante e parcheggi e negozi, campi da tennis e centri benessere con palestre, fitness, saune? E come aveva potuto quel progetto della società «Agrifina» esser accettato dal Comune e dalla stessa Sovrintendenza?

A un certo punto, decisa a vederci chiaro, intervenne la magistratura. Che finì per sequestrare il cantiere dopo che già gli edifici erano stati quasi tutti scoperchiati. Era il luglio 2008. Spiegò la Nazione : «Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero le autorizzazioni al progetto di recupero presentato dai precedenti proprietari e approvato nel 2003 dal Comune e concordato con la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici. C'è un nome iscritto nel registro degli indagati: quello di una donna, funzionario della stessa Soprintendenza, che dette il via libera al progetto». Due anni prima, nel 2006, la «Agrifina» aveva ceduto l'antica fattoria e i terreni per quasi 18 milioni di euro all'immobiliare «Fattoria Medicea» costituita al 60% dalla «Re Sole» e al 40% da «Pirelli Real Estate». Che da allora ripetono d'aver «comprato in buona fede coi progetti approvati», d'essere disposti a modifiche rendendo una parte della proprietà a uso pubblico, di aver offerto al Comune d'entrare in società a prezzo scontato...

Non bastassero tante grane, da fine ottobre l'inchiesta si è arricchita di un secondo filone. Un'indagine aperta dalla magistratura olandese e da Eurojust, l'organismo che coordina tutte le procure europee, su una gigantesca frode fiscale per centinaia di milioni di euro. Un giro di fatture false emesse da una ambigua società di Amsterdam che consentivano la creazione di fondi neri nei paradisi fiscali. E chi c'è tra gli italiani coinvolti? Riccardo Manetti, il padrone della «Agrifina» che riuscì a ottenere le autorizzazioni a ristrutturare, stravolgendole, le Cascine medicee. Ha scritto il «Tirreno» che tra gli affari immobiliari «sui quali si sono innestate le fatture olandesi» c'è anche la fattoria medicea delle Cascine di Tavola «venduta nell'aprile 2006 per 17.700.000 euro da Agrifina a Fattoria Medicea srl». E ha spiegato che, attraverso un giro strano, «lo scopo, secondo gli inquirenti, era far pervenire a Fattoria Medicea srl immobili a un valore vicino a quello reale senza che fosse scontata alcuna imposizione sulla plusvalenza. Detta in altri termini, non pagare le tasse».

Sabato mattina Margherita Signorini e un folto gruppo di amici di Italia nostra e Legambiente sono tornati di nuovo alle Cascine: «Fate qualcosa! Fermate il degrado!». Allarmatissimi, gli stessi protagonisti della battaglia di oggi avevano presentato nel febbraio 2009 un esposto al ministero dei Beni culturali, alle autorità locali, alla procura della Repubblica chiedendo che per salvare la bellissima e malandata fattoria di Lorenzo il Magnifico venisse almeno «effettuata la messa in sicurezza dal degrado causato dagli agenti atmosferici». Da allora sono passati quasi quattro, lunghissimi, anni. Inutilmente.

Gian Antonio Stella

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Surprised triste

P.s.: non sono riuscita a trovare altre foto che mostrino lo scempio
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Messaggio Da miss marple Gio 22 Nov 2012 - 12:49

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La Pietà cambia casa: dal Castello Sforzesco ospitata a San Vittore
La futura sede di 600 metri quadri sarà dotata anche di stanze didattiche L'idea del prestito: «Diamola a chi soffre»


La Pietà Rondanini di Michelangelo
Spostarla, valorizzarla, farne lo spunto per una riflessione sul tema della sofferenza, darle una nuova casa - al Castello Sforzesco - e una sede temporanea, nel carcere di San Vittore, «luogo di dolore». La Pietà Rondanini, opera estrema e incompiuta di Michelangelo, si prepara al trasloco. E dopo anni di discussioni e polemiche, Milano fa mea culpa : «Ospitiamo una delle opere più straordinarie di Michelangelo eppure non le abbiamo dato il giusto valore per troppo tempo». Ora si cambia rotta. I finanziamenti ci sono (circa 6 milioni sui 26 stanziati dalla Fondazione Cariplo), la volontà politica pure (ieri in giunta sono stati approvati gli interventi).
E allora si parte, con una regia e tre progetti. Il primo: ridare la giusta collocazione alla Pietà, «per decenni dimenticata dal mondo della cultura tanto che - come spiega in una lettera l'assessore alla Cultura Stefano Boeri - fu acquistata per 135 milioni di lire nel 1952 dal Comune di Milano grazie a una raccolta popolare di fondi lanciata dal sindaco Ferrari». L'allestimento fu affidato agli architetti BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers) che nel 1954 sistemarono la statua dietro a una parete di pietra serena nella sala degli Scarlioni al Castello. Proprio come oggi. Visitatori in un anno: 350 mila. Troppo pochi per un capolavoro di questa portata. Boeri aggiunge: «Non possiamo permetterci di lasciare la Pietà dietro a un'elegante quinta». Tra l'altro off limits ai disabili.
Ecco allora l'idea. Spostare l'opera di Michelangelo (cui l'artista lavorò fino alla morte, nel 1564) nell'«Ospedale spagnolo», oltre 600 metri quadri dentro le mura occidentali del Castello. Cotto e volte. Intatte e coeve alla Pietà. Tutto intorno, la biglietteria, stanze didattiche, il bookshop (ci sarà anche un documentario sull'opera). Un museo nel museo «dove la Pietà potrà sprigionare la sua potenza». E a norma. Soddisfatto Franco Bomprezzi, portavoce della Lehda, la lega per i diritti dei disabili: «Grande vittoria, nata anche da una nostra segnalazione».

Ma torniamo alla seconda tappa: dare più peso ai protagonisti del Castello. Michelangelo, Leonardo da Vinci, Bramantino, Bambaia. «Serve una lettura più chiara di queste figure», aggiunge Boeri. E che fare della sala degli Scarlioni? E della quinta dei BBPR? «Ne stiamo ragionando. Dove adesso c'è la Pietà potrebbero essere collocate le sculture del Bambaia, cui sarà dedicata una mostra curata dallo storico dell'arte Giovanni Agosti, che mi ha accompagnato in tutto il progetto».
I tempi: poco più di un anno, «si parte subito», all'Ospedale spagnolo il cantiere è già aperto. Entro l'estate del 2014 (e quindi entro Expo) la Pietà sarà nella nuova sede. E nel frattempo? Ecco l'ultima fase, fortemente voluta da Boeri: spostare temporaneamente le Pietà a San Vittore. Forse già in primavera. Visite autorizzate, i contatti sono partiti. «Ci stiamo anche chiedendo - puntualizza Boeri - come avviare un percorso di reinterpretazione dell'opera». Che passi attraverso la riproposizione della pietà come grande tema umano «per riflettere sullo spazio vuoto lasciato nelle tecniche autoreferenziali della politica, nei meccanismi implacabili della finanza, nelle logiche muscolari delle diplomazie internazionali e perfino nei conflitti di religione. Capire cosa possa essere la pietà oggi ci può aiutare a capire dove collocare temporaneamente la Pietà di Michelangelo in attesa della definitiva ubicazione». Da questo contesto nasce l'idea della sistemazione a San Vittore (nella cappella del Panottico, al centro dei sei raggi). Il carcere come «crocevia di percorsi di cura, attenzione, generosità e sofferenza».

Sistemazione a termine, poi la Pietà potrebbe eseguire un secondo «passaggio» a Palazzo di Giustizia, come dice il sindaco Giuliano Pisapia: «La Pietà Rondanini avrà un luogo dedicato che permetterà a tutti di ammirare questa scultura per troppo tempo in ombra. Anche nelle sue collocazioni temporanee, San Vittore e Tribunale, l'opera sarà esaltata nel suo valore simbolico». Aggiunge Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo: «Il Castello è uno dei simboli di Milano, per questo sosteniamo il suo rilancio; il Comune ha proposto una rimodulazione del progetto iniziale per valorizzare la Pietà Rondanini, abbiamo aderito con favore». I beni storico-artistici come «volano per l'economia milanese e italiana». Guzzetti conclude: «Credo che oggi la città chieda di non fermare il sostegno alla cultura, ma di spendere bene le risorse a disposizione. Questo stile, ne sono certo, sarà apprezzato anche dai turisti. Italiani e stranieri».

Annachiara Sacchi

Speriamo sia la volta buona che si dà il posto che merita a un'opera, a mio parere, ingiustamente trascurata e sottovalutata. chissà
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Messaggio Da miss marple Gio 29 Nov 2012 - 15:09

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/28/sicilia-limprenditore-fa-19-milioni-di-euro-di-cresta-ai-biglietti-dei-musei/429787/


Sicilia, l’imprenditore fa 19 milioni di euro di “cresta” ai biglietti dei musei
Gaetano Mercadante, fino al 2008 titolare della convenzione per i siti archeologici della Regione, è stato messo ai domiciliari questa mattina. Avrebbe sottratto 33 milioni di euro di biglietti alle casse pubbliche. Solo una parte, 14 milioni, è stata poi effettivamente versata


Trentatré milioni di euro, frutto dei biglietti pagati dai visitatori dei principali musei della Sicilia, volatilizzati nel nulla. Una cifra enorme che sarebbe stata sottratta da Gaetano Mercadante, imprenditore romano di 51 anni, finito stamattina agli arresti domiciliari per peculato. Mercadante è stato infatti arrestato dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che ha eseguito l’ordinanza emessa firmata dal giudice per le indagini preliminari di Palermo Marina Petruzzella. L’imprenditore romano è il legale rappresentante della Novamusa Valdemone, della Novamusa Val di Mazara e della Novamusa Val di Noto. Le tre società facevano parte dell’associazione temporanea di imprese alla quale dal 2003 l’assessorato regionale ai Beni Culturali aveva affidato la gestione dei principali siti archeologici siciliani.

Dal Teatro Antico di Taormina, fino Museo Archeologico di Messina, dall’Area Archeologica dei Giardini Naxos all’Orecchio di Dionisio a Siracusa, dalla Cava di Ispica a Modica fino all’Area Archeologica di Segesta e a quella di Selinunte, tutti i principali musei dell’isola erano praticamente gestiti dalle società di Mercadante. L’uomo che per anni ha gestito i gioielli archeologici siciliani si occupava soprattutto della riscossione dei biglietti pagati dalle migliaia di turisti che ogni anno si recano a visitare i siti più suggestivi dell’isola. Una specie di miniera d’oro che negli anni si è però trasformata in un gigantesco buco per il bilancio della Regione Sicilia.

Tra l’assessorato ai beni culturali e le società di Mercadante era stata infatti stipulata una convenzione per la gestione dei servizi di ristoro e della biglietteria dei siti archeologici: del ricavato alle società concessionarie sarebbe spettato il dieci per cento, il resto era invece di pertinenza della Regione Sicilia (al 70%) e dei comuni in cui sorgono i siti archeologici (al 20%). Solo che sarebbe spettato alle società di Mercadante versare gran parte degli introiti agli enti. Che da tempo, invece, non vedevano un euro. E quando le società di Mercadante operavano i versamenti lo facevano con grande ritardo.

E’ per questo che nel 2008 Romeo Palma, il dirigente generale del diparimento Beni Culturali, aveva bloccato le concessioni alle società Mercadante. Nel frattempo la procura di Palermo aveva aperto un’indagine sul caso. Durante l’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Amelia Luise, erano stati acquisiti i profili bancari delle società di Mercadante. Gli inquirenti hanno così scoperto che dal 2004 al 2011 l’imprenditore non aveva versato a Regione e comuni profitti per ben trentatré milioni di euro, tutti o quasi provenienti dalla vendita di biglietti per accedere alle aree archeologiche. Quattordici milioni di euro sono effettivamente poi arrivati nelle casse degli enti, ma con notevole e inspiegabile ritardo. Mentre ammonterebbe a ben diciannove milioni di euro la cifra che sarebbe stata trattenuta nei conti delle società di Mercadante: un buco milionario che avrebbe causato un ammanco di quattordici milioni di euro nei bilanci della Regione, e di cinque milioni di euro nei bilanci dei comuni. Un vero e proprio tesoretto, tutto rimasto nelle tasche di Mercadante, l’ex bigliettaio d’oro dei musei siciliani, oggi accusato di aver fatto una cresta un po’ troppo sospetta per non dare nell’occhio.


Ecco io direi che questo tizio può sicuramente essere chiamato ''predatore dell'arca perduta'' piedi
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Messaggio Da sturmunddrang Gio 29 Nov 2012 - 15:57

simpatico bah

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Messaggio Da miss marple Mar 18 Dic 2012 - 14:52

http://www.ansa.it/web/notizie/notiziari/qualitaaltoadige/2012/12/17/ANSA-ARCHEOLOGIA-RISOLTO-GIALLO-RAMSETE-III-STATO-UCCISO_7968390.html

RAMSETE III,E' STATO UCCISO

17 dicembre, 17:55

(di Stefan Wallisch)
(ANSA) - BOLZANO, 17 DIC - Ramsete III e' stato ucciso: lo
rivela uno studio, pubblicato dalla rivista British Medical
Journal, al quale ha collaborato anche il ricercatore Albert
Zink dell'Eurac di Bolzano. Uno dei gialli piu' clamorosi
dell'Antico Egitto sarebbe stato risolto: il faraone -
sostengono gli studiosi - e' stato sgozzato, forse proprio da
suo figlio Pentawer. Lo staff e' inoltre quasi certo di aver
individuato anche la salma del figlio 'traditore', che dopo il
delitto e' morto impiccato.
Un indizio importante e' custodito al Museo Egizio di Torino.
Si tratta di un papiro che descrive come, a meta' del XII secolo
a.C. nel gineceo del faraone, la concubina Tij pianificasse
l'uccisione del suo coniuge Ramsete III. L'obiettivo era mettere
sul trono suo figlio Pentawer. Qualcosa ando' pero' storto. La
congiura fu scoperta e tutte le persone coinvolte vennero
condotte in tribunale e punite. Il documento non svela la sorte
del faraone.
Ora l'equipe di ricercatori, composta dall'egittologo Zahi
Hawass, dal paleopatologo Albert Zink dell'Eurac di Bolzano e
dall'esperto di genetica molecolare dell'universita' di Tubinga
Carsten Pusch, ha scoperto che Ramsete e' stato sgozzato. ''Solo
grazie alla tac si e' potuta vedere la ferita alla gola,
nascosta da una benda sul collo'', riferisce Hawass, che al
momento degli studi era segretario generale del Consiglio
supremo delle antichita' egizie. ''Eravamo gia' a conoscenza del
fatto che Ramsete mori' nel 1156 a.C., all'eta' di circa 65
anni. Rimanevano da identificare le cause della morte'',
continua Hawass.
Analizzando le immagini della tac, gli scienziati hanno
inoltre scoperto un amuleto inserito nella ferita. Si tratta del
cosiddetto occhio di Horus, un simbolo molto diffuso nell'Antico
Egitto, usato per la protezione dagli incidenti e la
rigenerazione del corpo. ''Il taglio alla gola e l'amuleto
provano chiaramente che il faraone e' stato assassinato,''
spiega Zink. ''L'amuleto fu collocato nella ferita dopo la sua
morte per favorire una guarigione totale nell'aldila'''.
Grazie ad analisi del dna, gli esperti hanno inoltre provato
che Ramsete III era direttamente imparentato con una mummia
conosciuta finora come 'Unknown Man E'. Si era gia' ipotizzato
che questa mummia, appartenente a un uomo di 18-20 anni, potesse
essere Pentawer, il figlio di Ramsete che presumibilmente aveva
fomentato la congiura insieme a sua madre, con l'intenzione di
sottrarre il potere al padre. ''La mummia e' con tutta
probabilita', uno dei figli di Ramsete III'', spiega Pusch.
La mummia evidenzia segni di impiccagione ed e' rivestita
solo con pelle di capra, elemento considerato impuro, e fu
mummificata in modo rudimentale, affermano gli scienziati. Il
fatto che il corpo del figlio di Ramsete fu seppellito con
procedure non consone a un principe potrebbe suggerire che fu
proprio lui uno dei promotori della rivolta dell'harem. A
Pentawer potrebbe essere stata offerta la possibilita' di
suicidarsi per evitare una pena peggiore nell'aldila', come
confermato dal Papiro Giuridico di Torino. (ANSA)



I predatori dell'arca perduta - Pagina 2 Mummy-ramsesiii-4_3_r560
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Messaggio Da miss marple Mar 18 Dic 2012 - 17:23

Indiana Sturm questa è per te sherlock



IL SITO DEADSEASCROLLS ONLINE DA MARTEDÌ
Google porta sul Web i Rotoli del Mar Morto
Il progetto era stato annunciato due anni fa da Mountain View: chiunque ora può consultare gli antichi manoscritti

MILANO - Erano emersi dal deserto sessantacinque anni fa dopo essere stati sepolti per secoli e ora arrivano perfino in Rete. A due anni dal primo, sorprendente, annuncio Google ha finalmente reso disponibili online le scansioni dei Rotoli del Mar Morto, un'insieme di manoscritti tracciati più di duemila anni fa.



Una replica di un frammento che riporta i 10 comandamenti ripresi dal libro biblico del Deuteronomio
SCOPERTI PER CASO - La loro storia ha dell'avventuroso e non avrebbe sfigurato in un film di Indiana Jones. La scoperta infatti è avvenuta per caso nel 1947 da parte di Muhammed Edh-Dhib, un pastore beduino che cercava una capra scappata nelle grotte nei pressi del Uadi di Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto, vicino Gerico. Per anni la notizia del ritrovamento circolò negli ambienti colti ma solo nel 1951 gli archeologi americani dell'ASOR, American Schools of Oriental Research, iniziarono a indagare la zona scoprendo ben undici grotte in cui erano sepolti i rotoli. Il loro stato di conservazione era perfetto: racchiusi in vasi di terracotta, avevano resistito al passare dei secoli grazie all'estrema siccità del luogo che li aveva tenuti lontani dal loro peggior nemico, l'umidità.



I TESTI SACRI - Le loro origini sono ancora avvolte nel mistero ma l'importanza di questi 972 documenti è legata soprattutto al fattore biblico. Oltre a diverse lettere scritte da ribelli ebrei inseguiti dalle legioni romane e ad altri testi in greco, aramaico ed ebraico, nel gruppo si trovano testi della Bibbia ebraica databili al II secolo avanti Cristo, a tutt'oggi i più antichi testi sacri del mondo. Vista la loro importanza storica, religiosa e culturale, nel tempo i testi sono passati da molte mani finendo principalmente al Museo Israel di Gerusalemme, e più precisamente nello Shrine of the Book, uno spazio espositivo suggestivo che si pone come una tappa fondamentale per tutti gli studiosi e gli amanti dei libri. È proprio in questo contesto che è intervenuta Google. Forte di una tecnologia per la scansione delle immagini inventata dalla NASA, il gigante del web ha stretto accordi con il museo per scansionare gli oltre cinquemila frammenti e renderli disponibili online sul sito Deadseascrolls.org.il. Oltre alle immagini in alta risoluzione, il punto di forza del sito è nella semplicità di navigazione all'interno del database, la specialità del gigante delle ricerche online. I rotoli infatti possono essere cercati per lingua, contenuto e perfino in base al sito del ritrovamento. Il re del web 2.0 e delle conversazioni online ha previsto anche degli spazi sotto ogni foto in cui studiosi e appassionati possono commentare le immagini, magari dando vita a nuove amicizie. Perché, come scrive Amos Oz, «mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità».

Alessio Lana

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Messaggio Da sturmunddrang Mar 18 Dic 2012 - 22:06

passo, con l'aramaico sono un po' arrugginita musico
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Messaggio Da miss marple Mer 2 Gen 2013 - 12:41

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/13_gennaio_01/morso-megapiranha-piu-forte-di-sempre_6193d49c-544d-11e2-a89b-c14459bdd583.shtml

VISSUTO 10 MILIONI DI ANNI FA
Il megapiranha aveva il morso
più terribile della storia
Sviluppava in rapporto alle sue dimensioni una forza superiore anche a quella del tirannosauro


Lo scheletro del piranha nero (Huskey)
Chi finiva a tiro delle sue fauci, non aveva la possibilità di raccontarlo. In rapporto alle sue dimensioni, il Megapiranha paranensis aveva il morso più potente mai apparso sulla Terra. Sviluppava infatti una potenza superiore a quella di cui disponevano i re dei morsi mortali: il Tirannosauro, lo squalo-mangiabalene Carcharodon megalodon e il Dunkleosteus terrelli, un pesce corazzato del Devoniano. Per fortuna sono estinti tutti e tre da molto tempo.
POTENZA - La potenza del morso del megapiranha è stata scoperta da Stephanie Crofts, dell'Università di Washington, co-autrice di uno studio apparso a fine dicembre su Scientific Reports di Nature. Il megapiranha viveva 10 milioni di anni fa e il suo morso era in grado di spaccare conchiglie dallo spesso guscio e le ossa dei pesci. Il confronto è stato fatto con il morso più forte dei piranha attuali, che appartiene al piranha nero (Serrasalmus rhombeus): un pesce di circa 1,1 kg che sviluppa un morso con una forza di 320 newton, pari a oltre 32 kg, corrispondente a oltre 30 volte il suo peso, tre volte di più del morso dell'alligatore.

IL PIÙ FORTE - Considerando che il megapiranha pesava circa 10 chili, secondo le estrapolazioni dei fossili ritrovati, probabilmente sviluppava un morso stimabile tra 1.240 e 4.750 newton, ossia tra 127 e 485 kg, e forse anche di più. Una forza spaventosa in rapporto alle dimensioni del pesce preistorico. Gli scienziati hanno stimato che il Tirannosaurus rex era in grado di sviluppare nel suo morso una forza di 13.400 newton (oltre 1.360 kg), pari a meno di trenta volte il suo peso.

Paolo Virtuani



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Messaggio Da miss marple Lun 7 Gen 2013 - 11:57

metto qui questa bella iniziativa del FAI perchè potrebbe aiutare ad avere meno ''predatori dell'arca'':

-http://www.fondoambiente.it/Attivita-FAI/Index.aspx?q=primarie-della-cultura-al-via

andate anche voi a votare sul sito per scegliere fra gli argomenti propostiquelli che secondo voi vanno immediatamente proposti ai candidati alle elezioni nazionali.
Se avete voglia, fate girare il link grazie
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Messaggio Da sturmunddrang Lun 7 Gen 2013 - 22:23

il link non si clicca Cool
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Messaggio Da miss marple Lun 7 Gen 2013 - 23:48

http://www.primariedellacultura.it/

questo è quello per votare
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Messaggio Da miss marple Lun 7 Gen 2013 - 23:50

http://www.fondoambiente.it/Attivita-FAI/Index.aspx?q=primarie-della-cultura-al-via

questo è quello del FAI

a me funzionano tutti e due Cool
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Messaggio Da sturmunddrang Mar 8 Gen 2013 - 9:08

questo funziona, grazie sisi
quello nel primo post non era cliccabile no



dunque, sono tutte proposte condivisibili, anzi necessarie, però diciamo che se ne devo sceglierne una voto per questa (poi ritengo che da questa derivino tutte le altre in automatico):


09. RICOMINCIO DA TRE (ORE): PIU’ STORIA DELL’ARTE A SCUOLA
08/01/2013
Perché un'ora alla settimana non può bastare a fermare l’ignoranza: triplicare le ore di insegnamento di Storia dell’Arte in tutte le Scuole superiori

L’aumento delle ore di storia dell’arte nei soli licei classici non può certo compensare il taglio netto del 50% negli istituti tecnici per il turismo o l’eliminazione negli Istituti professionali. L’insegnamento della storia dell’arte deve costituire parte fondamentale della formazioni degli allievi di ogni scuola superiore contribuendo alla diffusione della cultura artistica nonché dei principi di rispetto e tutela del nostro patrimonio.

I saperi dell’Italia sono sempre stati arte/letteratura/musica ed architettura. Perché allora si privilegia solo lo studio della letteratura rispetto alle altre voci? Devono avere lo stesso peso a scuola.




aggiungo: comprendendo anche teatro, cinema, lirica, ecc. e non fermandosi a due secoli fa (quando va bene)
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Messaggio Da miss marple Mar 8 Gen 2013 - 15:23

sono d'accordo, a furia di fare scuole tecniche in Italia, privilegiando materie specifiche d'indirizzo e dimenticando le basi della cultura, si è creato un numero impressionante di diplomati e poi laureati col paraocchi
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Messaggio Da miss marple Gio 17 Gen 2013 - 13:07

http://www.corriere.it/esteri/13_gennaio_17/pepita-doro-australia_7a6f0f48-6093-11e2-bd7d-debf946ea0b6.shtml


I predatori dell'arca perduta - Pagina 2 Pepi_b1

230MILA EURO
Australia, trovata pepita d'oro di 5 chili
In un sito aurifero vicino a Melbourne. Lo scopritore è un mister X


La pepita dalla curiosa forma a 'y'
In Australia un cercatore d'oro amatoriale ha trovato una pepita del peso di 5 chilogrammi grazie a un semplice metal detector. La pepita d'oro, dalla curiosa forma a "y" è stata scoperta mercoledì a poco più di 60 centimetri di profondità in quello che è ritenuto un sito aurifero vicino la città di Ballarat, a 110 chilometri da Melbourne. Il video con le immagini della pepita è stato postato su Youtube da un tale TroyAurum.
PEPITA D'ORO - La scoperta è stata confermata dal proprietario del Mining Exchange Gold Shop, il negozio che compera e rivende l'oro della città, Cordell Kent: «Tanta gente pensa che i giacimenti auriferi di Victoria siano esauriti e che non ci sia più nulla, ma (il cercatore) ha lavorato in un'area dove tantissimi avevano scavato in passato e la sua perserveranza è stata ripagata». Kent, che si sta occupando di trovare un compratore, ha spiegato che la pepita è tra le più grandi da lui mai viste e potrebbe fruttare al fortunato proprietario, rimasto anonimo, più di 230.000 euro.


Voglio andare anch'io in Australia a fare Indiana Jones, ecco scopa


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Messaggio Da miss marple Mer 30 Gen 2013 - 13:10

metto qui quest'articolo perchè trattasi di veri predoni dell'arte

http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_29/indagato-dellutri-biblioteca-girolamini_bb47956c-69ee-11e2-9ade-d0fed6564ad7.shtml



L'INCHIESTA SULLA SPOLIAZIONE DELLA STORICA BIBLIOTECA A NAPOLI
Biblioteca Girolamini: indagato Dell'Utri
Svolta nelle indagini, sei arresti
Il senatore è indagato per concorso in peculato avrebbe ricevuto alcuni volumi sottratti dall'ex direttore


Il senatore Marcello Dell'Utri (Ansa)
Svolta nell'indagine sui libri antichi rubati a Napoli. I carabinieri hanno notificato sei ordinanze di custodia cautelare. È invece indagato il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri. Secondo gli inquirenti, ci sarebbe stata un'intesa preventiva tra il direttore della biblioteca dei Girolamini Marino Massimo De Caro e il senatore per la consegna a quest'ultimo di alcuni volumi sottratti dalla biblioteca dei Girolamini. È quanto emerge dall'inchiesta sulla spoliazione della storica biblioteca napoletana che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati del senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, accusato di concorso in peculato. Dell'Utri avrebbe ricevuto tra i dieci e i dodici volumi sottratti dalla Biblioteca dall'ex direttore De Caro. Quest'ultimo è stato arrestato lo scorso maggio con l'accusa di avere depredato la struttura, impadronendosi di migliaia di volumi antichi. Mancherebbe all'appello, tra gli altri preziosi volumi, una copia dell'Utopia di Tommaso Moro. Il procuratore Giovanni Colangelo ha definito la vicenda «un atto di brutale saccheggio».
LO SMEMBRAMENTO DELLA BIBLIOTECA - Dall'ordinanza di custodia cautelare, si apprende che il perno dell'inchiesta è De Caro, già detenuto. Ma agli arresti domiciliari finisce anche Don Sandro Marsano, ex curatore della biblioteca. I due, in combutta con altri complici, avrebbero pianificato un «mirato programma di smembramento, mutilazione, sistematico danneggiamento e illecito sfruttamento economico» del patrimonio librario della biblioteca dei Girolamini, a Napoli, una raccolta che comprende volumi antichi dal Medioevo in poi, con incunaboli e rare prime edizioni.

SEI ARRESTI - I mandati di arresto riguardano soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata al peculato, alla falsificazione ed alla ricettazione di migliaia di volumi antichi. Quattro dei destinatari dell'ordinanza sono già detenuti. Sono stati invece arrestati il legatore Giuseppe Solmi, bolognese, accusato di aver sistematicamente cancellato ogni contrassegno della biblioteca dai volumi sottratti ed un «runner» che faceva da cerniera tra gli antiquari e il gruppo che si appropriava dei volumi.

LA REPLICA- Riguardo al suo presunto coinvolgimento nella vicenda, Dell'Utri ha spiegato all'Adnkronos di essere «già stato ascoltato dalla Procura». «È una bufala, una balla assoluta - sottolinea - Io non c'entro assolutamente niente».

Visto che è una bufala metto qui l'intercettazione pubblicata a ottobre e ricordo anche che ha già restituito una parte dei libri che NON aveva bah

intercettazione del 22 febbraio scorso. Quel giorno Dell'Utri si trova a Madrid. De Caro, che gli dà del lei, gli propone un «baratto-ricatto». Il senatore, interessato, chiede a De Caro, al quale si rivolge con il tu, «cosa c'è di buono» a Napoli.
«DE REBUS GESTIS» - L'allora direttore della biblioteca spiega: «Perché io barattavo due prime edizioni di Vico, se le mancano, per due inviti a pranzo». Dell'Utri replica: «Anche tre ti faccio». De Caro è più esplicito: «No, le ho trovato, dottore, il "De rebus gestis di Antonio Carafa" (opera di Giambattista Vico, ndr), che è uno dei più rari». Cade la linea, ma di lì a poco i due tornano a parlare: «Le dicevo — ripete De Caro — che le ho trovato il "De rebus gestis di Antonio Carafa"». Dell'Utri: «Del Carafa, sì, che non ce lo abbiamo». De Caro: «E poi una risposta al giornale dei letterati anche dell'undici». Dell'Utri commenta: «Bello, bellissimo».

De Caro fu assunto a Napoli con la raccomandazione di Dell'Utri a Galan e quest'ultimo interrogato, ha detto che lui non ci capisce niente di libri e che non ha guardato il curriculum, tanto sapeva che costui insegnava a dei master in argentina e verona boh
ah bè allora............ ahahno
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Messaggio Da sturmunddrang Mer 30 Gen 2013 - 20:45

master di tango magari signur
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Messaggio Da miss marple Gio 31 Gen 2013 - 16:48

ahahahahahhahahahahahahahahhahahahahahahhahahahahahhahah
sì ma tango figurato eh........ Very Happy
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Messaggio Da miss marple Mer 6 Feb 2013 - 13:16

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/arte_e_cultura/2013/6-febbraio-2013/uffizi-cade-pezzo-intonaco-soffitto-corridoio-principale-2113874856395.shtml


ARTE E CULTURA
Uffizi, cade pezzo di un affresco
del Cinquecento dal soffitto
Un addetto alla manutenzione del sottotetto avrebbe calpestato per errore un punto molto delicato


Il buco nel soffitto
FIRENZE - Un pezzo di affresco è caduto, questa mattina, dal corridoio principale della Galleria degli Uffizi. Creando un vero e proprio buco sul soffitto del museo. I frammenti hanno colpito la statua del II secolo Satiro con Pantera che non ha però subito alcun danno. E non è stato ferito alcun visitatore. La zona è stata transennata e i tecnici stanno lavorando per mettere in sicurezza l'area e restaurare l'opera.
L'affresco crollato

COME È SUCCESSO - Sembra che un addetto delle pulizie intorno alle 11, durante i normali lavori di pulizia e manutenzione avrebbe calpestato un punto molto delicato del primo corridoio della galleria inciampando sulla copertura sull'incannicciato «di una delle fasce longilinee che separano le terne delle grandi volte, fra la quindicesima e la sedicesima campata» spiega il Polo museale, sotto la quale era un affresco del Cinquecento.



Il restauro
IL DANNO E IL RESTAURO IMMEDIATO - Il danno dovrebbe essere riparabile in pochi giorni, i restauratori della galleria si sono detti in grado di restaurare la porzione d'affresco caduta. E non ci saranno chiusure. Il Polo Museale spiega che «fortunatamente la porzione interessata è di piccole dimensioni e in posizione decentrata. È stata danneggiata una figurina allegorica femminile. I pezzi d’intonaco sono stati subito raccolti da una restauratrice, in vista della loro ricomposizione, ma sin dalla mattinata è iniziato l’intervento di restauro».

I predatori dell'arca perduta - Pagina 2 Uffizi_672-458_resizeI predatori dell'arca perduta - Pagina 2 Uffiozi2_672-458_resize

Siamo messi male anche con i restauri, a Pompei hanno ricostruito delle scale con cemento armato e oggi sono arrivato 40 milioni dalla UE per altri restauri mentre sono sotto indagine quelli che hanno fatto lo scempio dei gradini
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