I predatori dell'arca perduta
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Re: I predatori dell'arca perduta
Torna la restauratrice dell'Ecce Homo: inaugurata la prima personale
E' diventata celebre lo scorso anno per aver deturpato un affresco raffigurante un Cristo con le spine nella chiesa di Borja, in Spagna. Si tratta dell'81enne Cecilia Gimenez, autrice di un restauro casereccio che si è trasformato in un business per la piccola comunità spagnola. Gadget, cartoline, visite - in un anno circa 40mila persone hanno ammirato l'Ecce Homo rovinato - e ora anche una mostra. La prima personale della pittrice Gimenez è stata appena inaugurata a Borja
http://video.repubblica.it/mondo/torna-la-restauratrice-dell-ecce-homo-inaugurata-la-prima-personale/137517/136062?ref=HRESS-1
ecco al giorno d'oggi queste cose sono arte
E' diventata celebre lo scorso anno per aver deturpato un affresco raffigurante un Cristo con le spine nella chiesa di Borja, in Spagna. Si tratta dell'81enne Cecilia Gimenez, autrice di un restauro casereccio che si è trasformato in un business per la piccola comunità spagnola. Gadget, cartoline, visite - in un anno circa 40mila persone hanno ammirato l'Ecce Homo rovinato - e ora anche una mostra. La prima personale della pittrice Gimenez è stata appena inaugurata a Borja
http://video.repubblica.it/mondo/torna-la-restauratrice-dell-ecce-homo-inaugurata-la-prima-personale/137517/136062?ref=HRESS-1
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miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
Amsterdam. Scoperto un nuovo Van Gogh
Scoperto un nuovo Van Gogh. L'annuncio proviene dal Museo dedicato al grande artista, a Amsterdam. La tela si chiama "Tramonto a Montmajour", risale al 1888, il periodo in cui il geniale postimpressionista olandese si trovava ad Arles, e ritrae appunto un'atmosfera crepuscolare nella campagna della Provenza, con i classici vigneti, la rocca e l'abbazia benedettina di Montmajour sullo sfondo.
E' la prima tela dell'autore dei Girasoli scoperta "ex novo" dal 1928. Il direttore del museo, Axel Rüger, l'ha descritta come "esperienza che si vive una sola volta nella vita". "E' già una rarità il fatto stesso di poter aggiungere un nuovo pezzo all'opera dell'artista - ha aggiunto Rüger -. Ma quel che rende la scoperta ancor più eccezionale è il fatto che si tratti di un lavoro di transizione, e oltretutto di un dipinto 'a grandezza intera', del periodo in cui l'artista era al culmine della carriera. Un evento di simile portata non s'era mai avuto nella storia del Van Gogh Museum".
Il Tramonto ha trascorso gli ultimi anni in un attico norvegese, acquistato da un privato cui era stato venduto come opera d'altri. I ricercatori dell'Istituto hanno spiegato di essere arrivati alla conclusione, grazie all'identificazione dei pigmenti utilizzati nel dipinto, che corrispondono alla palette che Vincent utilizzava nel periodo di Arles. Ancora, il quadro è stato dipinto nello stesso tipo di tela e con lo stesso fondo utilizzati in almeno un'altra opera "Arles, le rocce", che si trova al Museum of Fine Arts di Houston, e che guarda caso risale al 1888 e riproduce la stessa area geografica immortalata in questo "Tramonto". Opera, le "Rocce", già catalogata nella collezione di Van Gogh nel 1890 e venduta nel 1901. Citazioni di questa tela si trovano nella sua corrispondenza epistolare. Un'opera ambiziosa, come dimostrano le misure - 93,3 x 73,3 centimetri - ma che l'autore considerava un fallimento.
Il museo aveva già visionato e "rigettato" l'autenticità dell'opera negli anni Novanta, anche perché mancava la firma. Ma oggi, grazie anche alle nuove tecnologie di riconoscimento dei materiali, il grande passo è diventato possibile. Un particolare: è stato rinvenuto il numero - 180 - con il quale il Tramonto venne catalogato nella collezione Van Gogh nel 1891, poco dopo la morte del tormentato artista, avvenuta l'anno precedente, conseguenza di un colpo di pistola autoinflitto.
Van Gogh si era trasferito nella cittadina provenzale, divenuta una delle culle degli artisti contemporanei anche per merito suo, nel febbraio di quel magico 1888. Trascorse lunghi periodi di tempo esplorando il paesaggio provenzale e lavorando all'aperto, in mezzo alla natura. Pare fosse particolarmente affascinato dal paesaggio di Montmajour, con i suoi contrasti tra il pianoro sottostante e lo spuntone roccioso, e coloratissimo. Numerosi i suoi dipinti delle rovine che ritraggono le rovine del monastero, gli uliveti, le rocce che sbucano dalla collina.
In una lettera, del luglio di quello stesso anno scrisse di essere stato a Montmajour almeno 50 volte, per godere la vista sul pianoro. "E' un enorme tratto di campagna piatta, di cui si può avere una 'vista da uccello' dalla cima di una collina - scriveva all'amico e collega Emile Bernard -. Vigneti e campi di grano appena raccolto, il tutto che si moltiplica all'infinito, estendendosi fino all'orizzonte come la superficie di un mare, limitato dalle piccole colline della Crau". Un altro famoso quadro del 1888, infatti, è il "Raccolto a La Crau - con Montmajour sullo sfondo".
Il clamoroso ritrovamento sarà visibile nel museo dal prossimo 24 settembre, parte della mostra in corso su "Van Gogh al lavoro", incentrata su altre nuove scoperte sull'opera e sulla poetica del grandissimo Vincent.
cioè questi 20 anni fa non l'avevano riconosciuto perchè non era firmato, alla faccia degli esperti, ero capace anch'io con la firma da confrontare con delle precedenti. Chi fa un'expertise dovrebbe essere in grado di riconoscere la pennellata etc.
Poi non ho capito, il museo l'ha acquistato o no dal proprietario?
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
I Girasoli 3D. Garantisce il Museo Van Gogh
Una nuova tecnica, la Reliefography. Somma scansione tridimensionale e fotografia e permette di creare cloni ad altissima fedeltà. Ad Amsterdam, la struttura dedicata al grande Vincent la usa per duplicare le sue stesse opere. Poi le vende, a 25 mila euro l'una
Tutta la vis artistica del geniale Van Gogh. Riproduzioni tridimensionali, vere come il vero a "soli" 25mila euro a tela. E con l'avallo che più ufficiale non si può, quello del Van Gogh Museum di Amsterdam, che è anche il beneficiario degli introiti.
No, non è uno scherzo, ma una piccola-grande rivoluzione, tecnologica e in un certo qual modo culturale, che si sta attuando nella città olandese. Una nuova tecnica di riproduzione, sviluppata dalla Fujifilm e chiamata Reliefography permette duplicazioni dei capolavori artistici a un livello di fedeltà all'originale mai ottenuto in passato. Una tecnologia che consta della sovrapposizione di una fotografia ad altissima definizione e di una scansione 3D, definita "la riproduzione più avanzata della storia".
"Siamo alla 'prossima generazione' delle tecniche di riproduzione - ha enfatizzato il direttore del Van Gogh Museum, Axel Rüger, presentando nella casa madre l'iniziativa, già anticipata in recenti tournée asiatiche dell'opera del grande Vincent. - Prima sono arrivate le litografie, poi la fotografia, in bianco e nero e a colori. Ora queste 'copie' in 3D".
Al momento le opere già riprodotte sono cinque: I Girasoli del 1889; il Mandorlo in fiore (1890); il Raccolto (1888); il Campo di grano sotto il cielo tempestoso (1890) e il Boulevard de Clichy. Produzione esigua, a dispetto di una processo cui si sta lavorando da mesi, quasi a voler dimostrare che non si tratta di copie dozzinali - il processo produttivo è tale che non si potranno produrre più di 3 tele al giorno, ne verranno prodotte 260 per opera, ognuna numerata - e a giustificarne il prezzo.
"Venticinquemila euro possono sembrare molti - ha detto ancora Rüger - rispetto ai 10 euro medi di un poster da camp universitario, ma anche pochi se raffrontati agli 82,5 milioni di dollari pagati nel 1990 dall'uomo d'affari giapponese Ryoei Saito a Christie's per il Ritratto del Dr Gachet; o ai 53,9 milioni di dollari spesi dal manager australiano Alan Bond per gli Iris, nel 1987".
Il direttore del museo, che conta di ricavare decine di milioni di euro da questo nuovo mercato, ha poi aggiunto di non vedere possibili effetti negativi sul grande mercato delle opere originali. "E' un modo di raggiungere nuovi target, non danneggerà i collezionisti dei veri Van Gogh".
Tornando alla tecnica, la Reliefography (Rilievografia), come detto è una somma di scansione 3D e stampa ad alta definizione. Si produce sulla tela una prima copia, creando un rilievo incolore. L'inchiosrto viene applicato a seguire, per creare l'effetto "colpi di pennello" dell'originale. L'immagine viene incorniciata, ma dopo aver riservato lo stesso trattamento al retro, duplicando a regola d'arte anche strappi, imperfezioni ed etichettatura. Copiare un Van Gogh risulta particolarmente arduo anche perché i suoi dipinti sono estremamente stratificati, un impasto ad alta densità che lascia molto evidenti le "pennellate". "E' estremamente difficile distinguere queste copie dall'originale - assicura il direttore del Van Gogh Museum - forse i bordi dei colpi di pennello sono appena meno incisi, definiti e la lucentezza un po' più uniforme..."
Il Museo, che come altre istituzioni culturali pubbliche - persino nell'opulenta Olanda - sta cercando nuove vie per raggiungere il pareggio di bilancio, ha optato per questa forma di merchandising, che a qualcuno farà storcere il naso. Hotel di lusso e casinò sono tra i potenziali clienti. Ma soprattutto, Amsterdam guarda al mercato asiatico - non a caso, delle copie 3D si è parlato, per la prima volta, ancora senza mostrarle, durante la recente tournée del museo ad Hong Kong. "Van Gogh è molto popolare in Asia - ha concluso Rüger - e gli asiatici hanno un diverso approccio all'idea di riproduzione"
Eccerto gli asiatici sono abituati a copiare
Ma sono quelli del museo che mi fanno più arrabbiare
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
Un gruppo di archeologi cechi ha scoperto in Egitto la tomba di un medico reale che risale a quattromila anni fa. Si tratterebbe di Shabskaf Ang, capo dei dottori imperiali della quinta dinastia dell'Impero antico (2.5000-2.350 avanti Cristo). Il ritrovamento è avvenuto nel giacimento di Abu Sir, nella zona di Giza. La sepoltura, posta in una posizione privilegiata per l'importanza del defunto, misura 14 metri per 21, è alta 4 metri ed è fabbricata in pietra calcarea. Sulla porta gli archeologi hanno trovato delle iscrizioni in cui viene citata la professione del medico e il soprannome dato ad Ang
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
Stuuuuuuuuuuuuurm, tira fuori quello che hai studiato l'anno scorso e traduci
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
nel cartiglio dovrebbe essere il nome di un faraone e la linea zigrinata è la terra...
ne riconosco altri ...
a casa recupero gli appunti
ne riconosco altri ...
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sturmunddrang- Admin
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Re: I predatori dell'arca perduta
ah ecco che fine fecero le lezioni di ideogrammi egiziani??
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: I predatori dell'arca perduta
queste cose sono troppo affascinanti!
sunflower- Messaggi : 2282
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Re: I predatori dell'arca perduta
recuperati gli appunti Sturm??
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
ehm, no, ho fatto altre ricerche ... teatrali
sturmunddrang- Admin
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Re: I predatori dell'arca perduta
LA SCOPERTA
Da Picasso a Matisse, 1.500 opere confiscate durante il Terzo Reich ritrovate a Monaco
Il valore stimato dei capolavori si aggira intorno al miliardo
FRANCOFORTE – Millecinquecento opere di maestri della pittura come Picasso, Matisse, Chagall, Kokoschka, Marc, Beckmann, Nolde e Klee e molte altre, confiscate durante il Terzo Reich e ritenute perdute, sono state ritrovate dalle autorità in un appartamento a Monaco di Baviera. Secondo un’anticipazione del settimanale Focus, il valore stimato dei capolavori si aggira intorno al miliardo. E pare che il proprietario dell’appartamento, Rolf Nikolaus Cornelius Gurlitt, figlio del gallerista Hildebrand Gurlitt, sia vissuto finora dei proventi della vendita di alcuni dei quadri rimasti nascosti per decenni nella capitale bavarese. Tra di essi, uno dei celebri «Pferde» (cavalli) di Franz Marc, «Il domatore di leoni» di Max Beckmann, venduto ancora nel settembre 2011 da Gurlitt all’asta (Lempertz) per 864 mila euro, il Matisse della collezione dell’ebreo parigino Paul Rosenberg, di cui la nipote Anne Sinclair, moglie di Dominique Strauss-Kahn (ex-numero uno dell’Fmi) non sapeva ancora nulla, nonostante lotti già da decenni per la restituzione delle opere rubate allo zio dai nazisti a Parigi.
IL COLLEZIONISTA - Un ritrovamento sensazionale, che aveva condotto alla confisca delle opere d’arte già nella primavera del 2011, operazione rimasta tuttavia segreta fino ad adesso, per non pregiudicare le indagini. E finora le informazioni rivelate dal settimanale Focus lasciano aperte innumerevoli domande, ancora senza risposta.
Fatto è che dozzine di grandi opere credute perse per sempre, come «I cavalli» di Franz Marc, sono state invece confiscate dalla finanza bavarese in un appartamento nella zona di Schwabing, una delle più note della ricca Monaco. Dove è vissuto indisturbato l’ormai ottantenne Cornelius Gurlitt, proveniente da una famiglia molto nota, ricca di compositori, esperti d’arte, fra cui il padre Hildebrand, molto conosciuto a suo tempo negli ambienti artistici, e deceduto negli Anni ’50 del secolo scorso.
Mai come in questo caso il titolo del topic si rivela adattissimo
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
sima voglio dire, si può?
per fortuna che non era italiano
per fortuna che non era italiano
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: I predatori dell'arca perduta
1500 quadri in un appartamento
la domanda è: ma quanto è grande l'appartamento?
la domanda è: ma quanto è grande l'appartamento?
sturmunddrang- Admin
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Re: I predatori dell'arca perduta
stesso ragionamento che abbiamo fatto mio figlio e io, poi su altri articoli ho trovato che l'appartamento era sì in pessime condizioni ma molto ampio con bagni e sgabuzzini a iosa, nella zona più ricca della città di Monaco.
Lui si è giustificato dicendo che aveva intenzione di lasciare tutto il malloppo in eredità alla germania.
Spero che i gli eredi dei proprietari, lascino ai musei la tutela di questo patrimonio dell'umanità
i
Lui si è giustificato dicendo che aveva intenzione di lasciare tutto il malloppo in eredità alla germania.
Spero che i gli eredi dei proprietari, lascino ai musei la tutela di questo patrimonio dell'umanità
i
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
Stop all'attualizzazione degli affreschi erotici degli scavi di Pompei ed Ercolano. Il progetto fotografico del trio artistico viennese TEAM nel al centro di uno scontro tra Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e il museo Cam di Casoria, nell'hinterland napoletano (leggi l'articolo). L'ente ministeriale ha prima autorizzato, e poi vietato, l'intervento artistico sulla raccolta lussuriosa "Gabinetto Segreto", custodita dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che ha affiancato le antiche scene erotiche a venticinque pose hard "attuali". Gli interpreti, tra i quali gli artisti Hermann Nitsch, Antonio Manfredi e Carl Djerassi, padre della pillola anticoncezionale, si sono messi "a nudo". Il progetto "censurato", che doveva andare in mostra nello stesso museo partenopeo, sarà invece esposto al Cam di Casoria dal 28 novembre (vernissage ore 18.30) al 15 gennaio con il titolo "ErotiCAM Gabinetto Segreto II". Il museo "provocatorio" a nord di Napoli già l'anno scorso ha incendiato le opere per richiedere alle istituzioni attenzione e sostegni in terra di camorra
a me non sembra una cosa così di buon gusto
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miss marple- Messaggi : 5556
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Sherazade- Messaggi : 1605
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Re: I predatori dell'arca perduta
Dipinti quasi sconosciuti, bozzetti conservati lontano dagli occhi del pubblico, prove di pittura, poesie, annotazioni manoscritte, ceralacche. Gli Uffizi mettono in mostra le opere mai viste della Galleria fiorentina. Capolavori d'arte conservati nei magazzini e che adesso possono essere visti dal pubblico fino al 2 febbraio. L'esposizione si chiama Dietrofront: seleziona quaranta opere che hanno annotazioni artistiche anche sul retro della tela o del foglio
ma dopo febbraio li rimettono in cantina a prendere polvere?
ma dopo febbraio li rimettono in cantina a prendere polvere?
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
eh
è che ci vogliono 8 italie per esporre tutta la roba che abbiamo
siamo troppo ricchi
è che ci vogliono 8 italie per esporre tutta la roba che abbiamo
siamo troppo ricchi
sturmunddrang- Admin
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Re: I predatori dell'arca perduta
veramente
La Sкaßalqaatsaя- Admin
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Re: I predatori dell'arca perduta
Tela bucata da spumante, la Provincia: ''Danno da 20 mila euro''
A un mese di distanza dall'incidente, la tela settecentesca raffigurante uno degli Isimbardi è ancora al suo posto nella sede della Provincia di Milano, nonostante lo strappo provocato dal tappo di una bottiglia stappata male. "E' successo nel corso di un brindisi prima di Natale. L'assessore al Personale, Roberto Cassago, passava di lì e ha voluto festeggiare con noi. Ma è stato un po' maldestro", spiega con una risata Veronica Lisa Crippa, capo ufficio stampa della Provincia
cioè.........adesso il danno lo paghiamo noi vero?
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
che poi il peggio non è il danno, ma la risata
sturmunddrang- Admin
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Re: I predatori dell'arca perduta
sturmunddrang ha scritto:che poi il peggio non è il danno, ma la risata
ecco,infatti!
sunflower- Messaggi : 2282
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Età : 37
Re: I predatori dell'arca perduta
qui ci vuole l'emoticon bazooka
miss marple- Messaggi : 5556
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Re: I predatori dell'arca perduta
Tesoro Hitler, scoperte altre 60 opere d'arte: ci sono anche Picasso, Monet e Renoir
BERLINO - Altre 60 opere d'arte sono state trovate nella casa di Salisburgo di Cornelius Gurlitt, l'81enne che aveva tenuto nascosti a Monaco oltre 1500 capolavori razziati all'epoca del nazionalsocialismo. Tra le nuove tele scoperte figurerebbero anche un Picasso, dei Monet e dei Renoir.
"Su incarico di Corenlius Gurlitt, degli esperti esamineranno le opere per stabilire se siano parte dei capolavori razziati in guerra. Stando alla valutazione attuale, sulla base di un primo esame, questo sospetto non è stato confermato", ha detto il portavoce del collezionista, Stephan Holzinger.
Gurlitt è in custodia dalla fine del 2013. Molti dei capolavori ritrovati a Monaco lo scorso novembre, invece, erano parte di quelli classificati nel Terzo Reich come 'arte degenerata' e sequestrati dai musei tedeschi nel 1937 o poco dopo. Per 'arte degenerata' si intendono opere perlopiù moderne o astratte realizzate da artisti che il regime di Adolf Hitler riteneva avessero caratteristiche "devianti", spesso attribuite alla 'corruzione ebrea', che potevano influenzare negativamente i cittadini. Le tele di Monaco erano state ritrovate nel 2012 in una perquisizione legata a un caso di evasione fiscale, ma la storia è venuta fuori solo lo scorso 3 novembre.
miss marple- Messaggi : 5556
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