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l'angolo di Archimede Pitagorico

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Messaggio Da miss marple Mer 6 Feb 2013 - 12:39

io conosco un bel po' di gente adulta che farebbe esaurire entro due giorni la penna Cool Very Happy
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Messaggio Da miss marple Mer 6 Feb 2013 - 13:05


http://www.corriere.it/tecnologia/app-software/13_febbraio_06/spotify-sanremo-musica-canzoni-streaming_68511c54-703b-11e2-8bc7-4a766e29b99e.shtml


L'ESORDIO CON IL FESTIVAL
Spotify arriva in Italia con Sanremo
Il servizio di musica in streaming debutta nel nostro Paese
con le canzoni che saranno presentate sul palco dell'Ariston

MILANO - Sanremo apre le porte al futuro e diventa 2.0 con lo streaming di Spotify. Se, come dice Fabio Fazio, il cast è all’insegna della contemporaneità - ma manca il rap per essere veramente targato 2013 - il Festival terrà anche a battesimo il nuovo modo di fruire la musica. Spotify è il più noto servizio in streaming che permette di “portarsi” 20 milioni di brani in tasca. Il suo sbarco in Italia era ormai certo ma il “colpaccio” è rappresentato dalla visibilità del palco del Festival che dovrebbe funzionare da efficace campagna di comunicazione e marketing. La partnership del gruppo svedese con le case discografiche per offrire tutti i brani in gara e delle canzoni degli album dei partecipanti in esclusiva verrà annunciata in contemporanea con l’apertura del Festival martedì prossimo.


Lo switch on del servizio in Italia, affidato a Veronica Diquattro, ex googler che ha lavorato per la piattaforma Google Play, apre ufficialmente la battaglia per lo streaming on demand che nei paesi del Nord Europa ha avuto un tale successo da cannibalizzare il download legale e superare il traffico di iTunes. Come per i film, il paradigma di fruizione è nuovo: si passa dal possesso all’accesso (ricordate le profezie di Jeremy Rifkin nell’Era dell’Accesso?). Niente più file da scaricare su un computer ma un catalogo al quale poter accedere anche da smartphone e tablet. Ognuno può costruire le proprie playlist da condividere sui social network con altri utenti Spotify.

In Italia il gruppo scandinavo arriva dopo Deezer, servizio del tutto analogo ma con un brand meno conosciuto, di una compagnia francese. A breve è atteso anche Rdio dei fondatori di SkypeNiklas Zennström e Janus Friis che ha appena firmato con la Siae un’intesa che ne ha svelato i piani di colonizzazione.

A livello geografico i gruppi sono partiti dal Nord e dai tradizionali mercati anglosassoni – Stati Uniti compresi – per poi raggiungere le periferie. Per quanto riguarda il lancio sanremese, Spotify ha coinvolto i cantanti. Per farsi conoscere da chi non era già in attesa di questa nuova forma di fruizione della musica, ci saranno delle iniziative legate al mondo dei social network con il bollino verde, logo della compagnia. E per premiare i pionieri dello streaming, le case discografiche offriranno gli album in esclusiva per qualche giorno oltre a tracce dei nuovi dischi in anteprima. La possibilità di ascoltare la musica dovrebbe iniziare 48 ore dopo le performance dei cantanti. Con lo stesso “spread” temporale sarà inoltre possibile riconoscere le canzoni e seguirne i testi nella app di MusiXmatch, gruppo bolognese guidato da Massimo Ciociola, dentro Spotify.

Da Chiara di X-Factor a Elio e da Marco Mengoni a Malika Ayane, Sanremo quest’anno sarà un po’ più tech. Non è noto il valore economico dell’accordo di esclusiva. Spotify, nato nel 2008, ha 20 milioni di utenti attivi nel mondo, di cui 5 abbonati, una tribù che ascolta circa 2 miliardi di brani al mese. Per chi vuole fruire di musica via computer con pubblicità il servizio è gratuito, con 4,99 euro al mese ci si libera degli spot, con 9,99 lo si può usare anche in mobilità (i prezzi sono allineati a quelli del concorrente). Il modello di business è quello di Apple e Amazon: il 70 per cento va ai titolari dei diritti, il 30 rimane come «tassa» per la piattaforma. Il gruppo finora ha distribuito mezzo miliardo di dollari a case discografiche e autori: si tratta di circa mezzo centesimo a stream, e artisti che hanno ricevuto micro pagamenti hanno sollevato il dubbio che questi servizi in streaming non riescano a garantire un sistema sostenibile economicamente. La divisione della torta avviene con un doppio binario: una parte legata alla quota di mercato (all’interno di Spotify) di ogni etichetta e un “pay per stream”. A questi vanno poi aggiunti i soldi raccolti con intese forfettarie dalle società come la Siae. Ma secondo una fonte della Società degli Autori e degli Editori anche questi accordi sarebbero low cost, senza contare le polemiche mai sopite sul sistema di distribuzione dei proventi all’interno dello stesso ente che sta uscendo dal commissariamento. Ma questa è un’altra storia.
Andrea Laffranchi, Massimo Sideri


Spiegatemi la carta del buter............questi vogliono fare le scarpe a I-tunes? mah
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Messaggio Da La Sкaßalqaatsaя Mer 6 Feb 2013 - 23:21

a quanto pare si. però nonho capito se sta roba che si ascolta i film che si guardano poi si possono acquisire, mi sa di no
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Messaggio Da miss marple Ven 8 Feb 2013 - 18:08

Arriva la biblioteca senza libri
La prima Bibliotech sarà a San Antonio, in Texas: 100 e-reader a disposizione del pubblico, anche da portare a casa

MILANO - L'involucro senza il contenuto. L'atmosfera senza l'odore di carta, gli scaffali a perdita d'occhio e la polvere. Negli Stati Uniti, dove il fenomeno sta prendendo piede, le chiamano semplicemente "biblioteche senza libri". Ma i libri, i giornali, i contenuti ci sono ancora: in formato digitale però.

A San Antonio, nella contea di Bexar, ci credono a tal punto da aver messo sul piatto 1,5 milioni di dollari per costruire il primo spazio pubblico interamente dedicato alla lettura di ultima generazione. La BiblioTech, questo il calzante nome del progetto, debutterà la prossima estate con 10mila titoli e 100 e-reader. I lettori digitali si potranno portare a casa con, di conseguenza, annessi i volumi che si stanno consultando. In questo senso, è il dispositivo tecnologico a fare le veci del libro tradizionale. Si proseguirà con l'introduzione 50 e-reader destinati ai più piccoli, 50 computer fissi, 25 portatili e 25 tablet. Una volta ultimato, lo spazio avrà l'aspetto di un Apple Store: una fila di postazioni, un banco di riferimento dotato di un schermo per sfogliare l'offerta e una zona ristoro.

Il riferimento ai negozi fisici di Cupertino non è casuale, avendo il giudice della contea Nelson Wolff confessato di aver trovato ispirazione nella biografia di Steve Jobs scritta da Walter Issacson. «I libri sono importanti per me, ho una collezione di mille prime edizioni. Ma il mondo sta cambiando e questo è il modo migliore per offrire un servizio alla nostra comunità», ha spiegato Wolff. L'intenzione è quella di estendere l'offerta a film e musica. La sfida consisterà nell'individuazione di partner, sia per la fornitura dei dispositivi sia per gli accordi concernenti la gestione dei contenuti. Per la carta ci sarà spazio soltanto nel caso in cui i visitatori manifestino la necessità di utilizzare la stampante.

Anche l'Università di Drexel, Philadelphia, si è mossa in questa direzione e ha inaugurato il mese scorso una biblioteca dotata esclusivamente di postazioni con personal computer per accedere ai 170 milioni di documenti digitali a disposizione dell'ateneo. E Stanford ha alleggerito con decisione lo scorso anno il peso della libreria di ingegneria in favore del digitale. Si guadagna spazio, si sperimentano nuove forme di apprendimento e condivisione. Si interviene sul digital divide, dando la possibilità - si pensi alla contea texana - di confrontarsi con soluzioni di questo tipo in uno spazio pubblico. Quel profumo (e rumore) di carta però forse ci mancherà.

A me moltissimo triste
Questa è una notizia per Lia Smile
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Messaggio Da Lia6641 Ven 8 Feb 2013 - 21:26

miss marple ha scritto:Arriva la biblioteca senza libri
La prima Bibliotech sarà a San Antonio, in Texas: 100 e-reader a disposizione del pubblico, anche da portare a casa

MILANO - L'involucro senza il contenuto. L'atmosfera senza l'odore di carta, gli scaffali a perdita d'occhio e la polvere. Negli Stati Uniti, dove il fenomeno sta prendendo piede, le chiamano semplicemente "biblioteche senza libri". Ma i libri, i giornali, i contenuti ci sono ancora: in formato digitale però.

A San Antonio, nella contea di Bexar, ci credono a tal punto da aver messo sul piatto 1,5 milioni di dollari per costruire il primo spazio pubblico interamente dedicato alla lettura di ultima generazione. La BiblioTech, questo il calzante nome del progetto, debutterà la prossima estate con 10mila titoli e 100 e-reader. I lettori digitali si potranno portare a casa con, di conseguenza, annessi i volumi che si stanno consultando. In questo senso, è il dispositivo tecnologico a fare le veci del libro tradizionale. Si proseguirà con l'introduzione 50 e-reader destinati ai più piccoli, 50 computer fissi, 25 portatili e 25 tablet. Una volta ultimato, lo spazio avrà l'aspetto di un Apple Store: una fila di postazioni, un banco di riferimento dotato di un schermo per sfogliare l'offerta e una zona ristoro.

Il riferimento ai negozi fisici di Cupertino non è casuale, avendo il giudice della contea Nelson Wolff confessato di aver trovato ispirazione nella biografia di Steve Jobs scritta da Walter Issacson. «I libri sono importanti per me, ho una collezione di mille prime edizioni. Ma il mondo sta cambiando e questo è il modo migliore per offrire un servizio alla nostra comunità», ha spiegato Wolff. L'intenzione è quella di estendere l'offerta a film e musica. La sfida consisterà nell'individuazione di partner, sia per la fornitura dei dispositivi sia per gli accordi concernenti la gestione dei contenuti. Per la carta ci sarà spazio soltanto nel caso in cui i visitatori manifestino la necessità di utilizzare la stampante.

Anche l'Università di Drexel, Philadelphia, si è mossa in questa direzione e ha inaugurato il mese scorso una biblioteca dotata esclusivamente di postazioni con personal computer per accedere ai 170 milioni di documenti digitali a disposizione dell'ateneo. E Stanford ha alleggerito con decisione lo scorso anno il peso della libreria di ingegneria in favore del digitale. Si guadagna spazio, si sperimentano nuove forme di apprendimento e condivisione. Si interviene sul digital divide, dando la possibilità - si pensi alla contea texana - di confrontarsi con soluzioni di questo tipo in uno spazio pubblico. Quel profumo (e rumore) di carta però forse ci mancherà.

A me moltissimo triste
Questa è una notizia per Lia Smile

Molto interessante Smile
Io posseggo il kindle e sono arrivata al punto che non ne posso più fare a meno.
Partendo dal presupposto che la lettura del kindle non esclude la lettura dei libri cartacei e viceversa, vorrei partire da un'altra considerazione.
Leggere è una grande passione e significa emozionarci, ridere, piangere, riflettere, sognare, evadere, lasciare "fuori" pensieri e preoccupazioni e ritagliarci uno spazio tutto nostro - dove e quando vogliamo -, condividere con tante altre persone questo nostro grande entusiasmo.
Tutto questo insieme di sensazioni deriva dalle parole, dal contenuto, da quello che leggiamo indipendentemente dall'involucro esterno.
Mi chiedo, le mie emozioni sarebbero differenti se leggessi uno stesso periodo che mi ha particolarmente colpito attraverso le pagine cartacee o attraverso lo schermo del kindle? Credo di no, perchè l'emozione è arrivata attraverso le parole e il contenuto.
E detto questo, viva sempre la lettura, come e dove più ci aggrada sisi
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Messaggio Da miss marple Sab 9 Feb 2013 - 0:27

Lia non vorrei tu avessi preso il fatto di averti nominato come una cosa negativa, anzi questo articolo l'ho messo proprio per te perchè pensavo e penso che a te piacerebbe visitare questa cosa proiettata nel futuro che è la bibliotech.
Sono io che sono jurassica e resto legata al piacere tattile che dà la copertina d'un libro, l'odore della carta stampata, i fogli ingialliti magari tagliati male, la scelta del segnalibro da mettere, i fiori o i quadrifogli da far seccare fra le pagine, la possibilità di sottolineare passi del racconto, di fare un appunto a matita, la possibilità nel regalarlo di lasciare una dedica che rimanga nel tempo. Questo mi lega al libro, ma certo le sensazioni, i pensieri, le riflessioni che nascono dalla lettura sono indipendenti dal fatto che sia cartaceo o tecnologico. Nascono solo dalla capacità di coinvolgimento dell'autore e la capacità del lettore di confrontarsi con ciò che legge
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Messaggio Da Lia6641 Sab 9 Feb 2013 - 12:58

miss marple ha scritto:Lia non vorrei tu avessi preso il fatto di averti nominato come una cosa negativa, anzi questo articolo l'ho messo proprio per te perchè pensavo e penso che a te piacerebbe visitare questa cosa proiettata nel futuro che è la bibliotech.
Sono io che sono jurassica e resto legata al piacere tattile che dà la copertina d'un libro, l'odore della carta stampata, i fogli ingialliti magari tagliati male, la scelta del segnalibro da mettere, i fiori o i quadrifogli da far seccare fra le pagine, la possibilità di sottolineare passi del racconto, di fare un appunto a matita, la possibilità nel regalarlo di lasciare una dedica che rimanga nel tempo. Questo mi lega al libro, ma certo le sensazioni, i pensieri, le riflessioni che nascono dalla lettura sono indipendenti dal fatto che sia cartaceo o tecnologico. Nascono solo dalla capacità di coinvolgimento dell'autore e la capacità del lettore di confrontarsi con ciò che legge

amici Miss, assolutamente no, non ho preso affatto come una cosa negativa il tuo post. bacio
Il mio era giusto un pensiero.
Anche io amo moltissimo i libri cartacei, ma da quando ho il kindle iloveiu non riesco a separarmici. Very Happy
Vado in Texas scopa Very Happy
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Messaggio Da sturmunddrang Sab 9 Feb 2013 - 14:32

ma si, per me coesisteranno entrambi i sistemi

ad esempio per la manualistica o per le biblioteche di università e scuole, dove i testi sono più da consultare che da leggere, penso che il digitale sarà imbattibile, sia per i costi che per lo spazio, anche per le maggiori possibilità nei contenuti (penso a video o audio esplicativi ad esempio)
invece per la narrativa si aggiunge anche il fatto estetico
diciamo che quando avrò la libreria piena forse passerò al digitale, per ora ho ancora qualche ripiano libero Very Happy
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Messaggio Da miss marple Sab 9 Feb 2013 - 21:57

però sulla libreria si forma la polvere e bisogna pulire su quella tech no musico
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Messaggio Da sturmunddrang Sab 9 Feb 2013 - 23:13

si forma la polvere, ma nessuno dice che si debba pulire Embarassed
non spesso almeno sorrisodiscuse
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Messaggio Da miss marple Sab 9 Feb 2013 - 23:19

Very Happy
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Messaggio Da Lia6641 Dom 10 Feb 2013 - 7:56

miss marple ha scritto:però sulla libreria si forma la polvere e bisogna pulire su quella tech no musico

Very Happy
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Messaggio Da La Sкaßalqaatsaя Dom 10 Feb 2013 - 20:57

voi dite che non sj forma a polvere sulla libreria tech perchè mi sa che nn avete un computer fisso....
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Messaggio Da miss marple Lun 11 Feb 2013 - 12:38

antiquata pomodori sorrisodiscuse
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Messaggio Da miss marple Lun 25 Feb 2013 - 12:33

http://www.corriere.it/ambiente/13_febbraio_25/caffe-bollente-ricarica-cellulare_2788b122-7f28-11e2-b0f8-b0cda815bb62.shtml

ENERGIE ALTERNATIVE
Un caffè nero e bollente
può ricaricare il cellulare
One Puck trasferisce via Usb, con un cavetto, l'energia alla batteria
Il caffè del mattino può darti la carica per affrontare la giornata. Una bevanda fredda può rigenerarti dopo un duro lavoro. Entrambi possono ricaricare il tuo cellulare. One Puck è un disco poco più grande di un sottobicchiere: ricava energia dal caldo o dal freddo e la trasferisce via Usb, con un cavetto, alla batteria del telefonino. Il sistema segue lo stesso principio del motore di Stirling del 1816, cioè sfrutta la differenza di temperatura tra il punto più caldo e quello più freddo per innescare e garantire il funzionamento. E così un tazza di tè caldo, un cappuccino bollente o una candela, appoggiati sul lato giusto del dispositivo (quello rosso), azionano le turbine all'interno del disco e generano elettricità. Lo stesso fanno le bevande refrigerate e il ghiaccio, se appoggiati invece sul lato azzurro.
5 WATT DI POTENZA - Secondo l'azienda che ha realizzato il primo prototipo funzionante, la Epipfany Labs, una tazza di caffè americano in una fredda giornata d'inverno può essere sufficiente, tra un sorso e l'altro, a caricare per intero la batteria del proprio smartphone. One Puck è infatti progettato per produrre 5 watt di potenza massima, la stessa di un caricatore standard per smartphone

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Messaggio Da sturmunddrang Lun 25 Feb 2013 - 16:50

caruccio sisi

magari lo applicherei ad altre situazioni piuttosto che al bicchiere
tipo sassi arroventati dal sole in posti desertici
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Messaggio Da sunflower Dom 3 Mar 2013 - 13:05

PassBoard: basta numeri e lettere
“La password più fidata sei tu”


L’app autentica gli ingressi a smartphone e tablet con voce e volto.

Per gli smemorati, ma anche per chi è ossessionato dalla sicurezza, arriva un’app che permette di sostituire alle sequenze di numeri e lettere più di dodici sistemi diversi, dal volto alla voce alla posizione geografica.

Disponibile per Android da qualche giorno in versione beta privata, da oggi PassBoard diventa pubblica e, come annuncia la rivista del Mit Technology Review , avrà anche un braccialetto che autentica gli ingressi a smartphone e tablet con un semplice gesto della mano.


«Il bracciale sarà disponibile in un paio di settimane - spiega alla rivista Kayvan Alikhani, cofondatore dell’azienda PassBan, che ha ideato il sistema - al prezzo di 20 dollari, ma presto sarà possibile incorporarlo nell’orologio o in altri oggetti che portiamo con noi».

L’app lavora con tutte gli altri programmi di smartphone e tablet: una volta collegata a Facebook, ad esempio, richiede ogni volta che si apre l’applicazione di autenticare l’utente con il metodo, o i metodi, che si sono impostati.


PassBoard è solo uno dei tentativi di trovare nuovi modi per garantire la sicurezza di app e dispositivi, superando il classico metodo alfanumerico. Una startup dell’università del Kansas sta per lanciare EyeVerify, che sfrutta le «impronte digitali» dell’occhio rappresentate dalla forma dei vasi sanguigni, e anche big come Google e Lenovo hanno progetti per delle chiavi Usb «indossabili» da utilizzare per gli accessi.

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Messaggio Da miss marple Mar 5 Mar 2013 - 17:22

Stuuuuuuuurm guarda rimba

MILANO
Google mette in campo un trolley per mappare
il museo della Scienza e della Tecnologia
Le immagini delle opere esposte a Milano saranno integrate con Google Maps e saranno presto visibili online



Oltre un metro e mezza di altezza per 80 chili, con 15 obiettivi fotografici. È il trolley R7 che Google sta utilizzando per mappare il museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Già, perché proprio in questi giorni i tecnici di Mountain View sono al lavoro per fotografare le invenzioni di Leonardo, le locomotive, e i primi modelli di computer.

AUMENTARE I VISITATORI - Con un dispositivo più piccolo – il Tripod – è stato ripreso il Toti, il sommergibile più famoso di Italia. L’obiettivo? Per la prima volta le immagini saranno direttamente integrate con Google Maps, così l’utente potrà virtualmente entrare nel museo dalla strada, salvo poi spostarsi sui tre piani ammirando le opere esposte, proprio come durante una visita reale. L’idea è stata già portata avanti per l’Italia con gli Uffizi di Firenze e con i Musei Capitolini di Roma all’interno del Google Art Project. E il trolley è stato impiegato anche all'estero, dallo Space Science Museum Giappone, passando per la Casa Bianca di Washigton fino ai rifugi dell'Antartide. Ma ora il progetto si va a sposare con le mappe di Mountain View. «Iniziative di questo tipo fanno crescere il numero di visitatori, perché permettono di assaporare in anteprima il contenuto del museo. Poi, certo, di persona è tutta un’altra cosa», sottolinea Fiorenzo Galli, direttore del museo della Scienza e della Tecnologia.



OBIETTIVI PULITI - Il trolley si va ad aggiungere alla grande famiglia delle apparecchiature di Street View come la car, il trike, il trekker e il tripod, ed è stato pensato per muoversi in ambienti chiusi, in mezzo a sculture e quadri, con tanto di sensori sulle ruote e batteria di ricambio. A muoverlo i tecnici di Google, al lavoro nei giorni di chiusura del museo, sia per avere più spazio di manovra che per non incorrere in problemi di privacy. Una volta mappati tutti i 50 mila metri quadri del museo milanese, le immagini saranno spedite a Mountain View e rielaborate per ricreare alla perfezione l’ambientazione. Una lavoro certosino, dunque, nel quale è importantissima la pulizia degli obiettivi e la precisione degli scatti. E che permette di ricostruire fedelmente le sale del museo. Un’idea, insomma, che sarebbe sicuramente piaciuta a Leonardo da Vinci.


Cmq noi abbiamo sempre un appuntamento reale con questo museo chupa
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Messaggio Da sturmunddrang Mar 5 Mar 2013 - 18:42

si esatto, dobbiamo andarci
prima che vada a fuoco sangue
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Messaggio Da sunflower Mar 5 Mar 2013 - 21:41

ben detto sturm!
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Messaggio Da miss marple Dom 17 Mar 2013 - 13:33

http://www.corriere.it/tecnologia/provati-per-voi/13_marzo_11/the-bat-mouse-volante-levitazione-kibardin_51a743e0-8a51-11e2-8bbd-a922148077c6.shtml


The Bat, il mouse volante
Il progetto di Vadim Kibardin sfutta un anello magnetico posto sotto il dispositivo di puntamento

MILANO - Un mouse che fluttua nell’aria come fosse una piccola navicella spaziale dalla forma ergonomica sembrerebbe un’invenzione da illusionisti hi-tech. Ma se date un’occhiata più da vicino a “The Bat” scoprirete che in realtà di magico non c’è proprio niente e che il segreto della levitazione del dispositivo di puntamento - wireless ovviamente - sopra alla vostra scrivania è dato da un anello magnetico, che fa da base al mouse e lo mantiene sollevato in aria di circa 40 mm quando non viene utilizzato, che scendono invece a 10mm quando ci appoggiate sopra la mano (il peso supportato è 1000 grammi).



Ideato dal russo Vadim Kibardin (che il “Wallpaper magazine” esalta come “uno dei 40 designer che cambieranno il mondo”) per l’omonimo studio di Praga Kibardindesign, per ora “The Bat” è solo un concept, seppur in avanzato stato di realizzazione con un prototipo in fase di test e ricerche di mercato già avviate, ma se mai verrà prodotto su larga scala sarà realizzato in plastica e disponibile in due colori, bianco o nero.

Al di là però dell’indiscusso appeal futuristico, “The Bat” avrebbe anche un intento ergonomico: a detta infatti del suo inventore, il “mouse volante” così concepito allevierebbe la sindrome del tunnel carpale (neuropatia dovuta alla compressione del nervo mediano che causa dolori e formicolii alla mano) anche se per ora mancano conferme scientifiche sulla validità della teoria e si fa notare piuttosto come l’innaturale posizione assunta grazie al mouse a mezz’aria potrebbe semplicemente spostare il problema dal polso al gomito.

l'angolo di Archimede Pitagorico - Pagina 2 Mouse01_941-705_resize


pensavo di aver trovato la soluzione al dolore alla mano, ma sembra che anche questo debba creare i suoi bei problemi

http://www.corriere.it/tecnologia/foto/03-2013/mouse/fluttuante/the-bat-mouse-volante_14c2d7ce-8a4b-11e2-8bbd-a922148077c6.shtml#1
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Messaggio Da sunflower Dom 17 Mar 2013 - 13:58

grazie della news miss! è molto particolare, ma non troppo comdo da usare mi pare..
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Messaggio Da sturmunddrang Dom 17 Mar 2013 - 15:11

io la classificherei tra le fanfaronate fon Very Happy
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Messaggio Da miss marple Dom 17 Mar 2013 - 23:46

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Messaggio Da sturmunddrang Lun 18 Mar 2013 - 17:09

però è divertente, soprattutto per il gatto Very Happy
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